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Como, affitti alle stelle: 1400 euro al mese e alloggi pubblici vuoti. È emergenza

Affittare un appartamento di 100 metri quadrati costa in media 1.375 euro al mese, quasi 16.500 euro all’anno, ovvero quasi la metà del reddito netto familiare medio. I numeri sono forniti dalla Uil Lario.

“Non è una questione di qualità delle abitazioni, ma di un mercato immobiliare che ha preso il sopravvento, lasciando i salari a inseguire un traguardo irraggiungibile. Nella provincia, oltre 1.300 alloggi pubblici restano vuoti e inutilizzati: 611 di proprietà Aler e 691 appartenenti ai Comuni, porte sbarrate davanti a centinaia di persone cercano una casa”, scrivono.

Con la conseguenza che ogni giorno si contano oltre 114 mila lavoratori pendolari in uscita, di cui 30 mila varcano persino il confine. Mentre chi arriva sono solo 77.600, con un saldo negativo di 36 mila lavoratori in meno ogni giorno. E se il 55% delle aziende segnala difficoltà nel trovare personale, significa che “chi vive a Como non regge più il costo della vita fra visioni amministrative miopi da un lato e cifre, da pagare sempre più alte, dall’altro”.

“Negli ultimi mesi qualcosa ha iniziato a muoversi, perché si parla di case a canone sostenibile per i lavoratori”, dichiara Dario Esposito, coordinatore della Uil del Lario. “Si tratta – ha aggiunto – di un segnale positivo che va riconosciuto, ma non è sufficiente. Servono risposte concrete, rapide e decise”. “I segnali da soli non cambiano la vita di nessuno – conclude il coordinatore territoriale della Uil – o incidono su quella di troppi pochi”.

Diventa necessario regolare gli affitti brevi (a Bologna è stata introdotta la specifica destinazione d’uso “B3” per gli alloggi a locazione breve), costituire un fondo di garanzia per l’affitto, per chi ha un lavoro instabile o nessun garante, realizzabile con risorse comunali o accordi con realtà mutualistiche e realizzare un’anagrafe pubblica, trasparente e aggiornata, per monitorare gli immobili sfitti e indirizzare risorse e interventi efficaci.

“A Como si rischia di perdere chi rende possibile tutto questo. Le persone, i lavoratori del presente e del futuro, le famiglie. Per questo bisogna partire da un fatto chiaro e innegabile: non esiste qualità del lavoro senza qualità dell’abitare. Chi contribuisce ogni giorno a far girare questa provincia ha diritto a una sola cosa — stabilità, rispetto, una casa. Un tetto vero, in un luogo dove si possa davvero vivere. Serve impegno, di tutti, perché la crisi abitativa non può essere considerata affare da agenzia immobiliare”.

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