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Como, anche i poeti nel loro piccolo si arrabbiano. Il Gruppo Acarya: “Rincaro del centro civico insostenibile”

Il programma è pronto, ricco e già avviato. Nel cartellone sono presenti serate di poesia (il 12 con Paolo Carpi, il 19 le letture del pubblico), letteratura, oltre a reading e incontri con gli autori. Il Gruppo Letterario Àcàrya, nato il 17 Novembre 1977, ancora una volta ha “raccolto le idee e studiato un calendario di momenti di condivisione e scambio con i cittadini di Como che da sempre rispondono con entusiasmo – dice Antonio Bianchetti membro dello staff – Siamo un’associazione senza scopo di lucro che vuole promuovere e diffondere ogni espressione di cultura programmando iniziative a livello locale, provinciale, regionale e nazionale”.

E fin qui nulla di strano anzi lodevole iniziativa che per molti comaschi e non solo rappresenta un punto di incontro e crescita culturale assicurata. Purtroppo però anche il Gruppo Àcàrya (termine che in Sanscrito significa: sia colui, sia il luogo dove si insegna con l’esempio), come molte altre associazioni occupa gli spazi civici del Comune e nello specifico le sale dell’ex circoscrizione di via Grandi. E come molti altre associazioni sta vivendo momenti di apprensione dopo la delibera della giunta guidata dal sindaco Alessandro Rapinese che ha stabilito sostanziosi aumenti delle tariffe per occupare tali spazi. Si parla infatti di aumenti da 10 a 30 volte in più.

“E’ un reale problema. Abbiamo partecipato al bando ma le cifre non sono sostenibili. In passato si pagava una somma di 25 euro all’anno a titolo puramente simbolico per l’usufrutto dei locali. Adesso si parla di incrementi da 700 euro fino a oltre 1.000 euro all’anno”. Una situazione emergenziale dunque difficilmente tamponabile. “Possiamo anche essere disposti a pagare una somma più congrua rispetto ai 25 euro, capiamo che si chieda un contributo. Ma non queste cifre. Per noi, che facciamo tutto a titolo gratuito e non facciamo pagare alcun biglietto, non è ipotizzabile”, aggiunge sempre Bianchetti.

“A parte il fatto che a oggi ancora nessuno dal Comune ci ha risposto o ci ha detto cosa, quanto e entro quando dovremmo pagare, il nostro Gruppo potrebbe resistere fino alla fine dell’anno, poi sinceramente il consiglio direttivo si dovrà riunire e si dovrà capire se sarà possibile proseguire nel 2024”.

 

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2 Commenti

  1. Ancora sta storia? Ma dove vuoi andare con 25 euro? Neanche una pizza.. Luce e riscaldamento dovremmo pagarli noi che non siamo interessati alla poesia? Per quanto interessante non mi sembra un servizio pubblico. E poi le cose regalate vengono spesso sprecate, tanto è gratis..Una sala da 30 posti costa 36 euro in inverno, 25 in estate, meno di un euro a testa..

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