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Como, caccia al cameriere perduto. Cavalli (Cgil): “Niente voglia di lavorare? Falso mito, il punto è la qualità dell’offerta”

Da queste pagine abbiamo raccontato l’estrema difficoltà di baristi e ristoratori nel trovare personale, camerieri in particolare.

Como, camerieri cercansi disperatamente. Baristi e ristoratori: “Difficilissimo trovare personale”

Sul tema entra a gamba tesa Fabrizio Cavalli, segretario provinciale Filcams, che sottolinea: “Un territorio che vuole vivere di turismo deve investire sulla qualità del lavoro”.

Ristoratori e albergatori lamentano che non trovano personale. E’ un problema diffuso?
E’ così, continuo a sentir dire che non si trova personale ma bisogna analizzare il problema su più fronti. In primo luogo vorrei smontare la narrazione che le persone non hanno voglia di lavorare perché preferiscono il reddito di cittadinanza. Può capire il singolo caso ma non possiamo generalizzare. D’altra parte dobbiamo renderci conto che ad esempio la popolazione del lago è tutta occupata in questo momento, oggettivamente non c’è più nessuno disponibile e da fuori, dall’estero e in particolare dall’Est Europa, quest’anno non sono arrivati i lavoratori stagionali. E vorrei aggiungere: una parte dell’Italia si lamenta della presenza dei richiedenti asilo ma andate a vedere chi lavora nelle cucine in questo periodo.

Tanti lavoratori del settore ristorazione/alberghiero in questi mesi di lockdown, si sono buttati in altri ambiti.
E’ vero, c’era tanta incertezza perché non si sapeva quando e come ristoranti e alberghi avrebbero riaperto ma le persone dovevano mantenere le proprie famiglie e pagare le bollette così sono andate a cercare in altri settori.

Lei segnalava che il 40% di addetti che in provincia è assunto part time lavora 40 ore settimanali, ha contratti a chiamata invece d’essere regolarizzato come stagionale.
Io conosco tanti albergatori e ristoratori che sono brave persone e imprenditori onesti ma c’è anche questo problema. Le porto un esempio; recentemente è arrivata da me una lavoratrice con un contratto di 16 ore che invece ne aveva fatte 200. Purtroppo c’è ancora tantissimo lavoro grigio. I più giovani sono spesso i più colpiti in quanto più fragili, meno preparati sui diritti e meno esigenti, magari perché vivono ancora in famiglia. Stesso discorso vale per molti lavoratori migranti costretti ad accettare condizioni al di là delle regole. A questo proposito, chiediamo un tavolo di discussione per la stagionalità”.

Cioè?
Il turismo ha portato tanta ricchezza ma questo boom cosa ha dato al territorio? Non è il momento di crescere e di fare rete? Credo sia necessario creare un sistema di welfare e servizi pubblici per i lavoratori del settore che ad esempio hanno difficoltà a trovare a chi affidare i propri figli quando lavorano la sera o nei weekend. Il settore turistico e alberghiero nel nostro territorio è pari all’industria, dobbiamo poter offrire le stesse garanzie ai lavoratori. Rilancio inoltre il bollino di qualità del lavoro di cui hanno bisogno grandi e piccole strutture. E’ fondamentale creare una stagione più lunga possibile per mantenere più a lungo termine il dipendente.

L’ARTICOLO CHE HAI APPENA LETTO E’ USCITO SU COMOZERO SETTIMANALE: ECCO DOVE PUOI TROVARLO

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4 Commenti

  1. Nn dimenticate i contratti di 4 ore (determinato) q di obblighi fai a gratis tra 10/12.. anche in apprendistato. Perciò soprattutto la mancanza di controllo. Il dependiente schiavo. Da sempre sottopagati. Ci vuole tornare al timbro delle ore… Ma neanche si parla del LAVORO in Nero.. e certo nei weekend nn c’è controllo.. veramente nn c’è mai controllo.

  2. Il contratto regolare per un cameriere è di 1250 euro netti al mese per 14 mensilità con ferie, malattia, infortunio etc.
    È chiarissimo che conviene fare il badante o il cameriere in Svizzera dove si guadagna il triplo. Sinceramente non si capisce perché non si voglia pagare di più in Italia se non per pagare meno tasse e contributi poiché su un netto di 1250 euro le imposte e i contributi arrivano tranquillamente al 50-70% pari quindi a un minimo di 625 euro e un massimo di 850.

  3. Cavalli ha ragione da vendere. Finalmente un parere approfondito e competente, che rifugge dagli slogans . Che si apra un tavolo territoriale per misure di destagionalizzazione, welfare e contrasto al lavoro nero. Grande assente la politica locale.

  4. Purtroppo il problema non è solo sui lavoratori stagionali. Purtroppo c’è in tutto il settore alberghiero/ristorativo. Si lavora minimo 10 ore al giorno, ma si arriva a 12-14. 6 giorni su 7. Pagate 8,se va bene, ai minimi contrattuali. Vale per i ragazzi, ma anche per cuochi con anni di esperienza. Se vuoi lavorare, è così. Sennò cambi. Non esistono diritti. Ed è così nel 95% dei ristoranti in Italia

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