Mentre, in attesa dell’apertura del dormitorio invernale prevista per i primi di dicembre, davanti alla ex chiesa di San Francesco sono tornati materassi e coperte, c’è un altro portico che ogni notte, da anni, accoglie un numero sempre crescente di persone in difficoltà, quello della Basilica del Crocifisso in viale Varese.
Una situazione che si protrae da anni tanto, da essere ormai diventata praticamente invisibile agli occhi dei comaschi, talmente assuefatti dal vedere a ogni ora coperte arrotolate, cartoni e fagotti sotto quelle arcate da dimenticare che essi nascondono esseri umani fragili, anime che per mille ragioni si sono trovate emarginate ai confini della società tanto da rifiutare, spesso, qualsiasi aiuto.
Ma se non voltarsi dall’altra parte lavandosi la coscienza con un “tanto non vogliono essere aiutati” dovrebbe essere la prima cosa da fare per una società ricca e civile come la nostra, altrettanto lo è avere a cuore anche la sicurezza di chi vive in questa zona in un degrado che è anche materiale, oltre che umano.
“Vivo qui solo da due anni, ma so che il problema c’è da tempo e, anche se le forze dell’ordine fanno del loro meglio, purtroppo qui si tratta di un’area privata (del Crocifisso, Ndr) e, nonostante il parroco abbia assicurato che stanno cercando una soluzione, non si muove nulla – spiega l’avvocato Giuseppe Caldarelli, che abita con la sua famiglia a due passi da qui – per questo motivo ho predisposto una petizione con una raccolta firme, in corso proprio in questi giorni, perché si inizi concretamente a capire come aiutare queste persone prima che succeda qualcosa di grave”.
La situazione, infatti, va ben oltre il semplice trascorrere qui la notte per trasformarsi in una piccola, ma non per questo da sottovalutare, “bomba sociale”: “Noi residenti siamo esasperati e ci sentiamo poco sicuri a uscire di casa quando non c’è più luce, soprattutto le persone più anziane – racconta, infatti – chi dorme qui, inoltre, fa i suoi bisogni sui muri a due passi dall’asilo tanto che in estate l’aria era irrespirabile, se non addirittura in bella vista nelle aiuole dei giardini, davanti agli occhi di tutti. Inoltre, passano l’intera giornata seduti qui a bere, urlare e insultare chi passa. E il loro numero sta crescendo visto che, da qualche giorno, ci sono persone che dormono anche sotto il portico del condominio davanti al Pirellino, senza che il portinaio possa fare proprio nulla per mandarli via”.
“Io non sono né un giustiziere né un perbenista o un razzista, ma chiedo solo rispetto per la legalità, se ha bisogno di aiuto si fa aiutare se passi la giornata a bere fare pipì a terra aggredire – conclude – in nessun Paese civile si possono lasciare persone in quelle condizioni: devono essere aiutate a integrarsi nella società o, in caso contrario, devono essere riportate da dove provengono. La cosa più pericolosa è che, se ci abituiamo a una situazione del genere, rischiamo che degeneri sotto i nostri occhi senza che ce ne accorgiamo”.
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