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Como, “scadute” 700 tombe di famiglia: possono andare ad altri. Milioni per il Comune

Una questione di affetti, senza dubbio. Ma anche una vicenda dalla quale il Comune di Como potrebbe incassare milioni di euro. A brevissimo, infatti, in tutti i cimiteri della città, su qualcosa come 700 tra cappelle di famiglia, monumenti ed edicole funebri appariranno degli avvisi con lo stemma municipale dal senso inequivocabile: saldare quanto dovuto all’amministrazione per altrettante concessioni scadute da anni.

Il meccanismo funziona così: a partire dal regolamento comunale datato addirittura 1893 (poi modificato nel 1972), il Comune concede in concessione alle famiglie le cappelle funebri (quelle simili a monumenti) per 50 anni. Scaduto quel lasso di tempo, si possono verificare due situazioni: entro gli ulteriori 50 anni dall’ultima tumulazione, i famigliari – anche se in ritardo con i pagamenti per i rinnovi – possono recarsi negli uffici e ottenere comunque il rinnovo, saldando anche il pregresso non versato in tempo. Nel caso in cui, invece, siano già trascorsi 50 anni dall’ultima tumulazione nella cappella, questa possibilità decade. Ed esattamente come accadrà ora per queste situazioni, la tomba di famiglia torna di totale proprietà al Comune, che – dopo averla eventualmente risistemata e dopo l’esumazione dei resti – la renderà nuovamente disponibile a chiunque sia interessato a ottenerle, a patto di passare da una obbligatoria selezione pubblica (il che in assoluto non esclude che qualche parente possa anche riottenere la cappella degli avi, sempre fatta salva l’aggiudicazione in concessione tramite bando).
Ora, però, veniamo all’aspetto economico. In media, ottenere in concessione un monumento funebre, una cappella o un’edicola può costare – in base a luogo, grandezza ecc – tra un minimo di 7mila euro e un massimo di 40mila euro, sempre per 50 anni. Le stime (ancora da affinare) fatte in Comune, parlano di una media di un costo medio 20mila euro per le 700 tombe in questione, con le concessioni scadute da più o meno di 50 anni.

Il Cimitero Monumentale

Ora, se certamente sarebbe troppo semplicistico ed “esoso” fare un brutale calcolo di 700 tombe da rinnovare moltiplicate per 20mila euro di media (per l’astornomica cifra teorica di  14 milioni  di incasso per il Comune), le previsioni negli uffici sono comunque generose. Soldi ne torneranno in ogni caso molti (basti pensare che risultano persino alcune tombe con concessioni scadute dalla prima metà del Novecento, dunque con relativi importi potenzialmente recuperabili al netto della difficoltà nel trovare eredi o parenti dei concessionari originali).
Le stime? Su un triennio, e pur considerando la drammatica carenza di personale, l’enorme lavoro burocratico e le sicure contestazioni che arriveranno agli uffici, si parla potenzialmente di qualche milione con una prima tranche da inserire subito a bilancio attorno ai 600mila euro.
“E’ presto per fare stime esatte, i numeri sono grandi e il lavoro da fare è tanto – conferma l’assessore ai Servizi cimiteriali, Francesco Pettignano – I casi sono uno diverso dall’altro e ognuno con le sue peculiarità. Nello stesso tempo, però, era un dovere procedere alla riorganizzazione di questo settore. Mi preme anche sottolineare – conclude l’assessore – che i fondi che introiteremo saranno tutti impiegati per la manutenzione di tutti i cimiteri cittadini”.

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Un commento

  1. I cimiteri versano in uno stato di manutenzione precario . Penso che in questi ultimi anni nessun amministratore o funzionario sia intervenuto in maniera adeguata con il risultato che la situazione è da vedersi. Ora battono cassa .. non incasseranno quanto sperano x incapacità

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