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Como e il caso Carducci: “Bene la protesta degli studenti del Conservatorio, sono loro ad andarci di mezzo”

Nel lungo e articolato braccio di ferro tra il sindaco di Como, Alessandro Rapinese, e la presidente dell’Associazione Carducci Maria Cristina Forgione (qui tutte le cronache di questi mesi) si inserisce la voce del partito Liberal Democratico con il responsabile dei giovani, Jacopo Pedotti che si schiera apertamente con l’ultima iniziativa messa in campo dai giovani del Conservatorio (cui il Carducci o quantomeno parte di esso, dovrebbe essere destinato). Ci riferiamo a questa iniziativa:

Nel duello Rapinese-Forgione gli studenti del Conservatorio tengono un concerto fuori dall’associazione Carducci. “Siamo inascoltati”

Scrive Pedotti:

Ogni volta che si parla di spazi pubblici, in ogni realtà, si aprono discussioni molto accese, in cui gli stati d’animo dei cittadini che vivono la città, siano essi residenti o fruitori, vengono toccati dalle storie burocratiche dalla narrazione molto burrascosa che si perde nelle decadi, ma che per essi significano perdita di servizi, chiusura spazi e peggioramento della qualità della vita.
Non intendiamo entrare nel merito della complicata storia che vede coinvolti il Comune di Como, l’Associazione Carducci e il Conservatorio Giuseppe Verdi per l’utilizzo dell’edificio in Viale Cavallotti 5.

Pensiamo solo sarebbe ora che l’edificio venisse messo a disposizione di chi avrebbe titolo per occuparne una parte e anche in tempi celeri, sia perché sarebbe un peccato che una tale risorsa fosse ferma, sia perché questo stallo è uno stop importante e gravoso alla crescita culturale della città.

L’incresciosa situazione rischia di fare perdere di vista la funzione che quegli spazi hanno svolto per quasi un secolo nella vita della nostra città, ossia un servizio all’intera comunità comasca.
Bene hanno fatto i ragazzi del Conservatorio a protestare per la carenza di locali a loro disposizione. In questa polemica rischiano di andarci di mezzo soprattutto gli studenti e la loro necessità e certezza di fare lezione con tranquillità.

È evidente che il braccio di ferro tra le parti in causa, rischia di portare alla paralisi la vicenda ed impedire l’uso dell’edificio. Una sana transazione, dove ognuna delle parti effettua una piccola rinuncia per arrivare alla definizione di un bene comune e di una sintesi costruttiva, ci pare sia il modo migliore per chiudere la polemica.

Il responsabile dei Giovani del Partito Liberaldemocratico
Jacopo Pedotti

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