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Como e la ‘Liberazione dei giardini a lago’: c’è la data di fine lavori. I giochi, il verde, il cannocchiale

Sarà il 25 aprile 2025 la Festa della Liberazione anche del cantiere dei giardini a lago di Como? La speranza c’è, la data (il 27 se si vuole essere precisi al secondo) è stata messa nero su bianco solo pochi giorni fa. E’ figlia di uno slittamento di 74 giorni dall’originale 9 febbraio (poco meno di un anno dal via dei lavori, il 15 febbraio scorso), ma è noto come quando si tratta di grandi cantieri il ritardo è sempre dietro l’angolo, soprattutto a Como, la città delle paratie.

L’iter per riqualificare i giardini a lago, uno dei polmoni verdi di Como è partito nove anni fa, nel 2016, giunta Lucini, assessore al Verde Daniela Gerosa. Concorso di idee, c’è un progetto vincitore, ma chi lo ha firmato, dei giovani professionisti si scontra ben presto con i tempi della burocrazia e desiste. Il modello vincitore resta, ma va adattato affinché tutto non si areni. Passano gli anni, i sindaci e gli architetti. E’ il Comune di Como a portare avanti con i suoi professionisti l’iter. Tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 (giunta Landriscina) arrivano i nuovi rendering approvati dalla Soprintendenza e dalla Commissione paesaggio. Tanto verde, da vivere e calpestare, sul modello vincente del meraviglioso parco di Villa Olmo.

La pulizia delle linee, la geometria leggera dei percorsi, vialetti ordinati per camminare tra gli alberi. Ampi prati per sdraiarsi su una coperta o un asciugamano, prendere il sole e leggere un libro o un giornale, organizzare una lezione di yoga, aerobica o aikido. Viene mantenuto il meraviglioso cannocchiale verde, che da viale Cavallotti mostra il Tempio Voltiano in tutto il suo splendore.

 

C’è spazio per i giochi per i bambini e pure per una piccola area per il fitness vicina alla zona sportiva e monumentale della città, con lo stadio e le società nautiche. Una fontana e una battery, insieme di piccoli edifici dove troveranno posto un bar e spazi dedicati alla promozione delle attività culturali e ricreative cittadine. La battery a dire il vero non convince proprio tutti, così come la necessità di abbattere il “fontanone” purtroppo da sempre in preda al degrado.

Anche sulla riorganizzazione del verde, che prevede l’abbattimento di alcuni alberi e la piantumazione di altre essenze non mancano le critiche. Difficile però mettere tutti d’accordo su un luogo peraltro tanto amato dai comaschi e dai turisti. Luogo che da tempo era anche la balìa di sbandati con frequenti episodi di spaccio e di bivacchi. L’idea di una recinzione, un modello caldeggiato in particolare dall’ex assessore Nini Binda, sull’esempio dei parchi milanesi e già sottoposto alla Soprintendenza alla fine degli anni Novanta, non viene più presa in considerazione. Anche l’amministrazione Rapinese va avanti.

Progettista e direttore dei lavori è l’architetto Gianni Artuso, lo stesso del waterfront di Reggio Calabria con i Museo del Mare, nato dalla collaborazione con Zaha Hadid e ancora della nuova sede del gruppo Cap di Milano, la nuova Accademia di Belle Arti di Bari e della riqualificazione del patrimonio Ater di Roma. La prima previsione per arrivare a camminare nei nuovi giardini parlava di estate 2023.

La gara europea per oltre due milioni e mezzo di euro di lavori (2milioni e 777mila euro) ha qualche intoppo. Anche in Comune di Como oltre alle giunte e gli assessori cambiano dirigenti e funzionari per il settore verde. Prima la dottoressa Rossana Tosetti con l’architetto Emanuela Pellizzone (che ha lasciato Palazzo Cernezzi), poi l’architetto Giuseppe Ruffo (pure lui ha lasciato il Comune) e ora l’ingegnere Antonio Ferro. E’ stato così l’ingegnere Ferro a firmare l’ultimo atto ovvero la proroga contrattuale di fine lavori al 24 aprile all’Impresa appaltatrice Helios Consorzio Stabile Società Consortile Arl. Ritardi a causa di interventi alla rete idrica che hanno comportato lo stop del cantiere e alle condizioni meteo che nell’ultimo anno non hanno consentito di intervenire nel cantiere per 85 giorni.

 

Impresa e progettisti contano di recuperare un po’ di tempo nelle prossime settimane, ma è meglio considerare quel 24 aprile come data di fine lavori e quindi, tra la primavera e l’estate, dopo i necessari collaudi, il taglio del nastro per i nuovi giardini. Su una parte dell’area non si può però intervenire, si tratta della zona nei pressi della curva ospiti del Sinigaglia, definita da Questura e Prefettura quale area di sicurezza da destinare all’afflusso e al deflusso dei tifosi. Quella parte è stata stralciata. Potrebbe probabilmente rientrare nel progetto per la riqualificazione del nuovo Sinigaglia. Di certo con le partite del Como in Serie A lì non è possibile lavorare.

C’è infine la striscia di lungolago che non è stata mai inserita nel progetto giardini a lago. Il lungolago Mafalda di Savoia, tanto per intenderci. Dovrà essere il Comune a metterci mano con fondi diversi da quelli del cantiere dei giardini e in continuità con lo stile e i materiali del cantiere delle paratie. Da Sant’Agostino a viale Puecher insomma sullo stesso selciato, cantiere del nuovo lungolago permettendo.

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