Una mail dettagliata analizza il problema dei parcheggi per cicli e motocicli nella zona dello stadio Sinigaglia e offre soluzioni. A inviarla a ComoZero l’avvocato comasco Riccardo Mandelli, dopo che in occasione dell’ultima partita casalinga del Como sono piovute decine di multe sui motocicli lasciati in soste nella zona intorno allo stadio.
Ecco l’intervento dell’avvocato:
La Dottrina italiana del Diritto Amministrativo ha perseguito l’ambizione di fornire alla gestione della cosa pubblica gli strumenti giuridici e culturali per costruire una vera e propria scienza dell’amministrazione, che soddisfacesse al massimo le esigenze di istituzione ai cittadini.
Non posso discutere in questa sede se ed in quale misura tale obiettivo possa essere raggiunto, ma esso esprime sicuramente un approccio razionale ai problemi della cosa pubblica, attraverso la migliore interpretazione ed applicazione delle norme che la disciplinano.
Scendendo al livello della quotidianità, vorrei tentare di applicare tale approccio alla regolazione della sicurezza degli Stadi e dell’utilizzo durante le partite delle aree adiacenti e verificare quale contributo possa offrire ai problemi causati da un massiccio afflusso di persone in un luogo circoscritto ed in una unità di tempo ridotta, cominciando dal problema dei parcheggi all’esterno dello Stadio Sinigaglia.
La normativa c.d. di Polizia di Sicurezza prescrive che venga garantito all’esterno ed intorno all’impianto e nelle immediate vicinanze uno spazio che deve essere libero da ostacoli fissi o transitori per il deflusso degli spettatori.
Poiché ovviamente in occasione delle partite allo Stadio Sinigaglia (ma la regola vale per qualsiasi altra manifestazione pubblica che ivi si svolga), ubicato all’interno dello Città e privo di adeguanti spazi di parcheggio veicolare, non si può consentire l’afflusso di veicoli massiccio e concentrato, si devono predisporre aree di parcheggio, anche temporaneo, per la c.d. mobilità minore (motocicli), o dolce (biciclette), che comunque consentano il rapido ed agevole allontanamento, nonché il sicuro passaggio degli spettatori, sia ordinariamente, che in occasione di emergenze.
Anche per tali motivi viene disposto il divieto della sosta nei parcheggi nel “perimetro critico di flusso”, che dovrebbe essere indiscriminato, cioè riguardare tutti i veicoli, con la eccezione dei cicli, a condizione che venga organizzata un’area per la loro sosta.
Tale essendo la situazione, tanto è vero che la Polizia Locale sanziona anche chi lascia il motociclo in sosta nelle zone di divieto nell’imminenza della partita, vi è da chiedersi come tale divieto e le esigenze che lo giustificano possano conciliarsi con la situazione di parcheggio massivo e disordinato di motocicli, che si concentra in tutte le aree limitrofe allo stadio, tra cui Via Vacchi (è a disposizione documentazione fotografica delle ultime partite casalinghe), al punto da restringere anche il percorso di deflusso centrale sul piazzale tra le panchine in cemento, oltre ad impedire qualsiasi altro uso dell’area di superficie, ad esempio per la visione dal piazzale del palazzo NovoComum e del residuo (oltre alla forma ellittica) delle vestigia, da conservare e valorizzare, dell’ originario archetipo della Cittadella dello sport, ad oggi costituite principalmente da due elementi monumentali della facciata dello Stadio su Via Sinigaglia.
E’ certo auspicabile l’utilizzo di parte degli spettatori di motocicli per raggiungere lo Stadio, ma il parcheggio deve essere organizzato dall’Amministrazione con un provvedimento di deroga del divieto generale di sosta e la individuazione di “aree riservate di sosta temporanea”, in attesa di una programmazione generale della sosta di cicli e motocicli nell’intera area a lago e non lasciato alla manifestazione incontrollata, se non selvaggia del principio naturale che ogni spazio lasciato vuoto viene riempito.
Bisognerebbe poi indurre gli spettatori all’utilizzo della c.d. mobilità dolce cioè dei cicli, predisponendo nelle aree adiacenti, adeguate rastrelliere e mettendo a disposizione nei parcheggi più vicini, ad esempio quello dell’Ospedale Sant’Anna oltre, ovviamente, al maggior impiego di bus navetta.
Mi sembra che si tratti di elementi organizzativi della mobilità del tutto elementari, ma purtroppo non considerati dai provvedimenti di Polizia attuale, né dal progetto di ristrutturazione in fase di elaborazione, che induce a qualche riflessione preoccupata.