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Como e una bugia chiamata cintura. Anni di promesse inutili sui parcheggi esterni

Como, cenerentola dei parcheggi. Il grande dramma per chiunque arrivi in città per una passeggiata della domenica o per un servizio da fare nel capoluogo sono le decine di giri a vuoto per il centro alla vana ricerca di un angolo dove lasciare l’auto.

Un problema da sempre irrisolto che mette in difficoltà i pendolari durante la settimana che arrivano a Como per lavorare ma anche i turisti del weekend che non riescono a godersi in tranquillità la giornata. Un fenomeno letteralmente esploso negli anni passati durante le feste natalizie ma che si è riproposto puntuale anche domenica 14 febbraio, la prima “primaverile” e in Zona Gialla.

Come detto, problema vecchio e a quanto pare mai risolto. Eppure durante la scorsa campagna elettorale, proprio all’interno del programma dell’attuale sindaco Mario Landriscina si leggeva: “Valorizzazione dei parcheggi di interscambio (in particolare Grandate, Tavernola e Valmulini)”. Ma le code in Napoleona e in Convalle sono sempre lì, puntuali.

Poco è stato fatto per valorizzarli, se non durante il periodo della Città dei Balocchi e in occasione dell’arrivo del Giro d’Italia con specifiche agevolazioni combinate tra parcheggio e biglietto del mezzo pubblico (bus/treno/battello) per arrivare in città. Iniziative una tantum che non sono state normalizzate per la quotidianità e che quindi le persone non possono utilizzare frequentemente.

“Su questo tema non è cambiato nulla negli ultimi anni – commenta Elisabetta Patelli, presidente dei Verdi della Lombardia – sfido chiunque a dirmi che i tre parcheggi di interscambio siano stati incentivati in qualche modo. Parcheggi che peraltro hanno specificità molto diverse”.

E Patelli entra nel merito: “Grandate, ad esempio, avrebbe dovuto essere al centro del grande progetto di interscambio delle ferrovie e della metrotranvia (progetto degli anni Novanta, Ndr). In alternativa, visto che quel progetto non è mai stato realizzato, praticamente a costo zero collaborando con le società del trasporto pubblico, il Comune avrebbe potuto studiare una strategia funzionale con delle navette verso la città – spiega – Tavernola invece è un ottimo parcheggio perché vicino alla Navigazione Laghi, dove è possibile prendere il battello, e che avrebbe dovuto essere almeno raddoppiato nel numero degli stalli. In questo modo, con un accordo con la Navigazione, avrebbe potuto togliere da via per Cernobbio una grande quantità di traffico”.

“Infine c’è Valmulini, che ha avuto una triste nascita e un triste destino e che ancora oggi faccio fatica a comprendere perché è poco strategico: troppo vicino alla città e poco accessibile a chi non lo conosce. Come salvare il salvabile? Sarebbe interessante mettere a disposizione a noleggio auto o motorini elettrici che, chi parcheggia lì può utilizzare per scendere in città”.

Usare in modo strategico i parcheggi di interscambio è oggi, momento in cui si devono affrontare le conseguenze della pandemia, più importante che mai.

“Con il Covid le persone hanno timore a utilizzare il mezzo pubblico, che comunque è depotenziato, e prediligono l’automobile privata – sottolinea Patelli – e ciò significa, per una città come la nostra che soffre già traffico e inquinamento, averne ancora di più. Per questo motivo è fondamentale fare una programmazione dell’accesso alla città, decongestionare gli spazi ri-orientando i flussi e portare attrattività in altre zone del capoluogo che non siano il solo lungolago. In questo modo non solo la città diventerà più vivibile per i comaschi ma anche per gli stessi turisti, oltre che economicamente più favorevole a tutti i commercianti perché il visitatore che spende è quello che passeggia con calma in città non quello che resta in coda cercando parcheggio”.

Per i parcheggi ci sono le app

“Miglioramento della fruibilità dei parcheggi e delle informazioni sullo stato del traffico, attraverso i sistemi intelligenti di gestione della mobilità”. Così racchiudeva Mario Landriscina nel proprio programma l’innovazione tecnologica al servizio della viabilità. Cosa è stato fatto?

Per quel che riguarda i parcheggi si è continuato, sostanzialmente, a utilizzare l’applicazione CoVadis, lanciata dall’ex amministrazione guidata da Mario Lucini in collaborazione con il Politecnico di Milano. Utile soprattutto nelle giornate di maggiore affollamento, durante il Natale 2019 riuscì con la convenzione che dava la possibilità di prendere la navetta fino al centro a far riempire (almeno per un giorno) anche l’autosilo Valmulini.

Una novità vera e propria potrebbe arrivare nel giro delle prossime settimane. Como Servizi Urbani, la partecipata del Comune che gestisce i parcheggi in città, ha infatti pubblicato la manifestazione di interesse per attivare il servizio di pagamento degli stalli a strisce blu tramite applicazione. Un servizio che certamente agevolerà cittadini comaschi e turisti che non sanno per quanto tempo stazioneranno in città e in questo modo potranno pagare solo l’effettiva sosta come già accade in centinaia di città.

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Un commento

  1. Gentile Stephanie, Buongiorno, complimenti per l’ articolo,
    ma a Como solo incapaci, bisognerebbe mandarli in gita a S. Marino perche’ vedano come hanno risolto da molti anni, dividendo in tre livelli l’ ingresso in citta’ , qui se la tirano con Como Lake etc.. e non riescono nemmeno a raccogliere la pattumiera dalle strade ne a far si che i lampioni funzionino……………………

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