Nelle chiese di tutta Italia è piuttosto comune trovare cartelli che invitano, in particolare i turisti stranieri, a vestire in modo consono alla religiosità del luogo (e il caldo certo agevola l’uso magliette, pantaloncini e capi succinti). A Como la Basilica di San Fedele fa un passo avanti e offre stole e veli per coprire le parti del corpo più esposte ed evitare eccessi di nudità. Cesto pieno di stoffe e cartello multilingua all’ingresso evitano qualsiasi eventuale distrazione o errore. Insomma, sacro e profano uniti (e separati) da una stoffa. Viene inoltre ricordato come nel luogo di culto sia vietato entrate con cani e cibo e non sia consentito l’uso dello smartphone. Le immagini nella gallery sfogliabile:
4 Commenti
A parte che i teli ci sono anche in cattedrale e non solo a Como, la cosa non mi sembra una novità. Il rispetto del luogo sacro non è essere bigotti, anche se vai in una moschea ti devi togliere le scarpe e non ci entri con la minigonna per cui che vai farneticando? Se pensi di andare in una chiesa come in discoteca o al cinema, mangiando un gelato con una tenuta inadatta, allora che ci vai a fare? Una chiesa è un luogo che va rispettato, al di là della bellezza artistica, è un luogo di preghiera, che la cosa stia bene a te o meno.
Tornati al medioevo….manca l inquisizione . . .e siamo ok. Che è ciò che spera di riottenere la chiesa bigotta e pericolosa .senza contare che veli indossati da altri sono ANTI IGIENICI
Però poi guai a criticare se il velo o il burka o cose del genere lo usano i mussulmani nei luoghi pubblici anche dove non sarebbe consentito per motivi di sicurezza ed identificazione di chi si ha davanti, li si è razzisti perché bisogna rispettare il culto altrui. Quindi: se un cattolico o la chiesa cattolica dice no agli omosessuali chiede rispetto per i propri luoghi di culto , è bigotta omofobia e pure un po’ fascista, se le stesse cose le fanno i “nuovi ospiti” è ok perché bisogna rispettare le usanze altrui , ricevuto
Commento decisamente fuori squadra. Anche perché sarebbe ora di smetterla di paragonare al Medioevo tutto ciò che è, o sembra, retrogrado e bigotto nella nostra società; era di gran lunga peggiore l’epoca della Controriforma.