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Como, gli elegantissimi 65 anni di A.Gi.Emme: “Continue richieste dai grandi marchi, ma noi continuiamo per la nostra strada”

Era il 1957 quando Adriano Monti decise che Brunate e la merceria di famiglia erano troppo stretti per lui e tentò la sorte aprendo un negozio a Como, in società con il fratello Giuseppe.

Era nato A.Gi.Emme, storico nome cittadino dell’abbigliamento che oggi festeggia i suoi primi 65 anni costellati di successi ma, soprattutto, di voglia di essere sempre fedeli a se stessi crescendo senza tradire mai la propria identità. “I miei nonni paterni avevano una merceria a Brunate, il tipico negozio in cui si vendeva un po’ di tutto – racconta Alberto Monti che con i fratelli Andrea e Marialaura oggi gestisce i tre negozi di famiglia tra via Vittorio Emanuele e via Indipendenza – nel 1957, però, mio padre decise di tentare la sorte e, insieme a mio zio, aprì un negozio simile in città, sull’angolo tra via Odescalchi e via Giovio”.

Una zona oggi centrale ma, allora, piuttosto defilata rispetto al centro che però portò fortuna ai due fratelli Monti la cui attività, stretta in quei cinquanta metri quadri, si guadagnò la fiducia di una clientela sempre più vasta. “Oltre a essere una zona di uffici di avvocati, il negozio poteva contare anche sulla vicinanza con il Setificio, che allora si trovava in via Carducci, quindi i clienti non mancavano e pian piano la piccola merceria si trasformò in un negozio di camicie e maglieria per uomo e donna”, racconta Alberto.

Erano gli anni in cui gli abiti si facevano ancora confezionare dalla sarta ma A.Gi.Emme, nome nato unendo le iniziali dei nomi dei fratelli Monti, cominciava a diventare un punto di riferimento per l’abbigliamento in città tanto da riuscire a trasferirsi nella più centrale via Indipendenza. “Negli anni Sessanta anche mia mamma Mariella, la cui famiglia era proprietaria dello storico negozio di scarpe Pedraglio in Piazza San Fedele, iniziò a lavorare con mio padre in negozio mentre mio zio, negli anni Settanta, decise di separare la propria attività – racconta Alberto che, proprio sul finire degli anni Settanta, iniziò a lavorare nel negozio di famiglia – e nel 1982 mio padre trasferì il negozio in via Indipendenza, a cui poi si sono aggiunti altri due negozi in via Vittorio Emanuele”.

Inserito dalla prestigiosa rivista Monocle tra i cento migliori negozi multi-brand di abbigliamento al mondo e citato più volte dal New York Times come tappa imperdibile per chi è a caccia di marchi di nicchia e ricercati, A.Gi.Emme spegne le sue prime 65 candeline fedele alla sua filosofia mentre intorno a lui la città continua a cambiare.

“Siamo tra i pochi negozi storici di abbigliamento multi-brand rimasti in città in mezzo a una moltitudine di franchising e riceviamo continue richieste da grandi marchi interessati ai nostri negozi ma noi continuiamo per la nostra strada offrendo marchi di altissima qualità e privilegiando il rapporto diretto con i clienti piuttosto che l’online, servizio che comunque offriamo ma che che si sposa poco con il concetto di attenzione personalizzata che ci piace offrire a chi compra da noi – racconta Monti – abbiamo clienti comaschi, svizzeri e il boom del turismo ha portato anche una clientela proveniente da tutta Europa e spero davvero che, pur con tutte le innovazioni che saranno necessarie, ci sia una terza generazione di Monti a portare avanti la nostra tradizione come sta già facendo Eleonora, figlia di mia sorella Marialaura”.

Ma l’augurio di Monti è soprattutto quello che i giovani abbiano il coraggio di investire in nuove attività in città, unico baluardo all’avanzata di catene di negozi che rischiano di far scomparire l’anima della città facendo diventare il centro storico uguale a mille altri. “Spesso sento dire che in centro i negozi di abbigliamento sono monopolio di poche famiglie e non c’è spazio per altri e, se ci limitiamo alle vie principali, non posso negare che, in un certo senso, sia così perché gli affitti in molte zone sono inavvicinabili per chi vuole aprire un’attività – dice Monti – poi però penso a quello che ha fatto mio padre quando ha aperto il suo primo negozio lontano dalle vie principali di allora e si è fatto anni e anni di gavetta per arrivare dove siamo adesso e spero che qualche giovane abbia il coraggio di fare lo stesso, senza l’ambizione di avere tutto e subito ma facendosi conoscere piano piano per la qualità del suo lavoro”.

L’ARTICOLO CHE HAI APPENA LETTO E’ USCITO SU COMOZERO SETTIMANALE: ECCO DOVE PUOI TROVARLO

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