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Como, guerra dei prezzi per i B&B. Sassi: “Il turista fregato non dimentica e non torna”

È davvero una guerra cannibale senza esclusione di colpi quella che sta prendendo vita a Como tra gestori di strutture ricettive. Una lotta di sconti dell’ultimo minuto, con l’unico obiettivo di riempire tutte le stanze disponibili, scendendo a patti con la certezza che a quel prezzo sarà già tanto se si riescono a sostenere i costi di gestione.

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A confermarlo è Andrea Sassi, a soli 26 anni a capo della gestione di 15 appartamenti sul Lario. “Le stanze del Lago”, questo il nome del complesso, ha quindici appartamenti tra via Rodari, via Fontana, viale Fratelli Rosselli, via Crispi e il Comune di Blevio.

“I miei genitori hanno iniziato undici anni fa con un investimento in via Rodari, non esisteva neppure la dicitura ‘casa vacanza’ – spiega Andrea – un anno e mezzo fa ne abbiamo fatto un altro in via Crispi e ora stiamo lavorando per ampliarci in piazza Matteotti con cinque suite”.

Insomma una società che propone strutture di lusso per chi non bada a spese ma anche camere alla portata di tutti.

“Quello che conta, in ogni caso, è proporre un servizio di un certo livello – aggiunge il comasco – questo non significa che i vecchi B&B siano morti: penso alle locande del New England, dove i proprietari abitano, che sono proposte di qualità. Per intenderci, non bastano più le tre camere con un bagno in comune nella casa ricevuta in eredità. Per strutture di quel tipo non si possono chiedere 100 euro a notte ma 30 al massimo e non si coprono i costi”.

La questione insomma è che chi, pur di riempire una stanza abbassa al limite il prezzo, non fa un buon servizio a se stesso e al turismo della città. “Ho imparato che il visitatore che viene fregato, se lo ricorda e questo boom non durerà in eterno” aggiunge Andrea.

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L’imprenditore comasco parla poi di un secondo problema di notevole importanza rilevato a Como: la mancanza di un vero e proprio consorzio turistico. “Senza una gestione organizzata, ci si fa la lotta al centesimo: quello che servirebbe sono fasce di prezzo sotto le quali non si può andare per tutelare il lavoro di tutti”.

Un ente che dovrebbe lavorare anche sull’offerta turistica in città. “Prima di tutto non ci sono praticamente eventi a Como, soprattutto in bassa stagione quando potrebbero fare da richiamo – incalza il comasco – senza contare il degrado in alcune zone della città, la mancanza di illuminazione che mette paura ai turisti di sera e la mancanza di taxi”. (SB)

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7 Commenti

  1. la guerra dei prezzi si chiama libero mercato, cosa che ai comaschi suona male, se in casa mia ho una stanza o 2 libere e decido di affitarle, in regola con i permessi, non capisco perchè debba avere tariffe minime da applicare, il BeB, se è vero BeB, non è attività imprenditoriale, ma un’ integrazione al reddito famigliare. Ho dormito in BeB (anche se in ogni paese il nome cambia) in Francia, dove il gestore aveva un’ azienda agricola e la moglie accoglieva gli ospiti in fattoria, in Irlanda ho dormito in una mansarda piccolissima con una scala ripida da paura per arrivarci, naturalmente il prezzo era equo rispetto al servizio, se voglio il lusso sceglierò strutture in villa o nei castelli, ma se voglio spendere poco adatto le mie esigenze alla fascia di prezzo, ma questo sembra incomprensibile ai comaschi

  2. Mi correggo mi sbagliavo: 3 articoli su 4 con taglio negativo sui B&B. L’articolo non negativo apre una finestra sui B&B di periferia.Come dire: vanno bene ma solo se non danno fastidio agli Alberghi della convalle….

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