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Como, la protesta di genitori e maestre arriva in consiglio comunale: incontro con Rapinese, il video

Protesta in Comune a Como, nella serata di oggi mercoledì 25 settembre, da parte delle famiglie e delle insegnanti colpite dalle chiusure di 8 scuole complessive decise dal sindaco di Como Alessandro Rapinese (2 già annunciate la scorsa primavera, altre 6 nei giorni scorsi).

Si tratta dell’ennesima mobilitazione dei genitori, coordinati in particolare dal Comitato Como misura di famiglia che già ottenne la clamorosa vittoria al Tar, con conseguente riapertura delle iscrizioni, per l’asilo Magnolia (qui la vicenda).

I partecipanti alla protesta, che hanno l’obiettivo di assistere al consiglio comunale, si sono dapprima radunati nel cortile antico del Municipio di Como, posizionando alcuni striscioni e cartelli per terra. 

Tanti gli slogan ben visibili: da “Non si dicono le bugie” a “(D)istruzione in corso” fino a “No alle chiusure, sì al dialogo” e altri ancora. Da segnalare un lungo e fragoroso applauso dei genitori, evidentemente sarcastico rispetto all’apprezzamento delle decisioni sulle scuole. Qui sotto il video.

Francesco Rizzi, consigliere del Comitato ha ribadito le ragioni della mobilitazione: “Siamo qui stasera perché non vogliamo guardare negli occhi i nostri figli tra qualche mese e dire che non è stato fatto niente mentre stavano smantellando il patrimonio didattico e immobiliare delle scuole di Como. La portata degli impatti negativi della proposta comunale sulla qualità della didattica e sulla città è riconosciuta tanto grave da rendere necessaria la richiesta di intervento ai massimi organi provinciali regionali ministeriali e nazionali affinché non si ripeta quanto accaduto col tentativo di chiusura del Magnolia, tenuto aperto per l’assenza di istruttoria e per le deboli motivazioni comunali non sostenute da analisi sufficienti”.

“Ricordiamo che le chiusure prospettata costituiscono a oggi solo una proposta comunale che dovrà essere valutata dalla Regione – ha aggiunto Rizzi – La chiusura di ogni scuole deve essere considerata una extrema ratio. Quindi chiediamo con quali criteri sono stati selezionati gli istituti e in che misura valutati gli impatti pedagogici e sociali”.

Quindi dopo il raduno nel cortile antico di Palazzo Cernezzi alcuni genitori e insegnanti sono saliti in aula consiliare e c’è stato un incontro con il sindaco, ne è nato un ampio scambio di vedute:

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26 Commenti

  1. Ahahahaha, spazi vuoti riempiti da drogati e sbandati che non sanno come passare il tempo….ecco la soluzione!! E tutto questo in pieno centro a Como!!!

  2. Quando mai negli ultimi decenni (se non anche più), un Sindaco di Como ha incontrato i cittadini “faccia a faccia”??? Certe sue decisioni sono discutibili (siamo in democrazia), ma ricordiamoci bene, che ha ereditato una situazione cittadina, a dir poco, disdicevole!!!
    Solo perché un Sindaco LAVORA (cosa che altri non hanno fatto), bisogna demonizzarlo?

    1. Facciamo un esempio facile facile: lei chiama a casa sua l’idraulico che LAVORA, e lei è contento a prescindere, cioè non le importa se ha fatto lavori utili o inutili, se ha lavorato bene o male. La “narrazione” oggi prevalente è: basta fare! Eh no: bisogna fare bene, altrimenti è assai meglio non fare nulla.

  3. sono andato a piedi per 5 anni da via napoleona a via xx settembre alle elementari e non sono morto anzi trovavo nuovi amici lungo la strada ORA VOGLIONO TUTTO SOTTO CASA…RIDICOLI

  4. Comunque questo essere l’avete votato voi.
    Ricordatevi di queste malegatte quando ci saranno le prossime elezioni

  5. È più facile distruggere che costruire. Questo Sindaco sa solo chiudere. Come mai a Varese i nidi sono gratis? Si confonde il fine con lo strumento. Non è perché c’è la denatalità che si devono chiudere i nidi, gli asili, le scuole. È perché c’è la denatalità che si cerca di combatterla con iniziative sociali. Non è l’uomo fatto per il denaro ma il denaro che deve aiutare l’uomo.

  6. I costi di una cittá sempre più vuota e sempre più preda di turismo selvaggio li paghiamo già tutti e ne pagheremo sempre di più.
    Meglio investire, non pagare, per una città sempre più a misura di famiglia per il bene dei cittadini comaschi di oggi e di domani.

  7. Avete rotto voi, ignoranze senza fine. Nessuno è contrario alle chiusure. Siamo contrari alle chiusure senza un criterio che non sia quello economico. E tanto per parlare di soldi, i 10.000 che il sindaco prende al mese per creare questo caos sono pochi o troppi?

  8. Como s’è desta! Un altro merito del sindaco che è riuscito a svegliare gli indigeni dopo decenni di nulla

  9. Avete rotto !!! Pure io sono padre di 2 bimbe che fanno asilo ed elementari ..eppure ci si adegua !!! Li pagate voi genitori “tutti” i costi per mantenere questi palazzi mezzi vuoti ???

    1. Non sono palazzi, sono scuole e c’è differenza….ci si adegua all’inevitabile, a ciò su cui non si può intervenire e non è questo il caso.

    2. Visto lo stato delle manutenzioni, direi che sono ad ora non li ha pagati nessuno questi ipotetici costi….

    3. Scusa, ma credi che vuote le strutture non costino? Che non le si debba manutenere o pensi che chiuse debbano essere abbandonate a se stesse come l’ex orfanotrofio di via Tommaso Grossi? Ma glielo avete chiesto al vostro sindaco cosa ne farà poi di questi immobili chiusi?

    4. Come già scritto altre volte: Fuori da Como città , tanti comuni stanno chiudendo scuole a causa di calo vertiginoso dei ragazzi/bambini e costi folli. Elementari Pognana Lario , Elementari Palanzo (solo negli ultimi 2 anni) . I bambini convergono su scuole a 5km di distanza (non 600mt).

      1. Sì ma perché diminuisce l’utenza in quei posti?
        Perché non ci sono servizi e per muoversi bisogna infilarsi su una strada perennemente intasata per lo sbocco su una città con un piano viario simile a quello di Calcutta (e che nessuno ha mai pensato di rivedere, tra l’altro): la gente, quindi, piuttosto che vivere a Palanzo, nonostante vista mozzafiato e aria buona, preferisce andare in una città sporca e inquinata come Como.
        Togli i servizi a Como et voilà quale attrattiva potrebbe dare?

        Ah sì trasformare le abitazioni in case vacanza… almeno finché durerà l’hype.

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