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Como: “Il mio povero Lago, soffocato e sfruttato da barche di ogni tipo, poi insulti e minacce. Una giungla senza senso”

Un lago placido, una piccola barchetta e la voglia di rilassarsi pescando o semplicemente prendendo il sole. Questo il sogno e pure il ricordo di un’epoca normalissima e passata da una manciata di anni o poco più, non molto comunque. Aprendo gli occhi però lo scenario è decisamente differente: barche che sfrecciano, gruppi di gitanti su motoscafi noleggiati, tour del lago improvvisati, porti presi d’assalto da decine di natanti e rischi sempre più elevati.

Rischi così alti che poi “purtroppo non stupisce quanto accaduto domenica scorsa con quel tragico incidente nautico”. A parlare è un lettore (chiede l’anonimato ma ovviamente le generalità sono note alla redazione) che con la sua barca da sempre ama vivere il lago e non ha potuto non notare la trasformazione, in peggio, soprattutto del primo bacino ormai sempre più assediato da attività lucrative, maleducazione, sicurezza a rischio, fino ad “arrivare anche al dover subire minacce personali” (solo stamani una testimonianza molto simile: la trovate qui). [Per contributi, segnalazioni, reazioni e opinioni: redazionecomozero@gmail.com, il numero Whatsapp 348.6707422 o la pagina dei contatti].

Andiamo con ordine. Il lettore ci racconta cosa accade e quanto spesso magari non si vede, perché sopraffatti dalla bellezza del lago e distratti da altro.

“Ciò che si è ormai definitivamente perso è il concetto che il primo bacino del lago dovrebbe anche essere una risorsa per i cittadini. Per chi ha una sua barca, per chi vuole magari fermarsi nelle acque di quella che è la riserva di pesca Celesia (per dilettanti), o per chi vuole godersi delle ore in relax. O per chi vuole semplicemente andare con la famiglia a prendere il sole. Tutto ciò ormai non è più sicuro, anzi è diventato pericoloso trovarsi magari con una barchetta in mezzo al passaggio di scafi di ogni dimensione che solcano le acque con sempre maggior assenza di rispetto delle regole”.

Senza dimenticare che la stessa situazione, dice: “La affrontano magari gli amanti della barca a vela. C’è infatti chi vuole uscire per godersi la gioia di un giro rilassante ma che invece deve solo prestare attenzione a cosa avviene intorno a lui”.

Ma la situazione è ancor più pericolosa nei moli. “A partire da Sant’Agostino dove le svariate attività di taxi boat o imbarcazioni dedicate a proporre giri del lago sono ormai non solo diventate troppe, ma sono gestite – sostiene il cittadino – da persone anche molto aggressive. Abusano di quanto è loro concesso, sfruttano il lago e non vogliono ostacoli. Spesso capita che se si riesce a uscire dall’ormeggio, al rientro ci si trova in mezzo a tantissime imbarcazioni che stanno caricando o scaricando turisti. E sempre più spesso ci guardano male, ci minacciano perché pensano che anche noi siamo lì per fare loro concorrenza E se diciamo che stiamo solo cercando di raggiungere il nostro posto barca ci insultano e dicono di fare in fretta. Invivibile”.

Per non parlare dei rischi. Con la chiusura della pompa di rifornimento per barche presso lo Yacht Club: “Ora si vedono persone che riempiono taniche di carburante o all’Agip di viale Rosselli o a Tavernola per poi andare al porto con la macchina carica di taniche. Decisamente rischioso. Bisogna fare qualcosa”

La conclusione infine evidenzia un ultimo elemento: “Sta diventando tutto sempre più una giungla. Tra noi amanti del lago e semplici proprietari di piccole barche da diporto, si comunica anche attraverso dei gruppi Whatsapp dove segnaliamo situazioni di pericolo. Ad esempio abbiamo notato imbarcazioni far salire persone alla Marina 1 e anche alla 2, punti solitamente chiusi da cancelletti dove nessuno, se non autorizzato, potrebbe entrare. Insomma, il lago sta diventando un vero caos”.

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