Il turismo, a Como e su tutto il Lario, è uno dei settori che ha sofferto di più la crisi dovuta al Covid. Rispetto agli anni precedenti, dove il boom di visitatori aveva portato addirittura a un “overtourism” (eccesso di turismo), il 2020 ha visto un’inevitabile inversione di tendenza.
Che sia l’occasione giusta per ripensare all’offerta turistica e al valore della città e del lago? Ne abbiamo parlato insieme a uno dei volti storici dell’hotellerie comasca: Bianca Passera, Ceo e presidente del gruppo Lario Hotels.
Il 2020 è stato un anno disastroso per il turismo a Como. Torneranno i visitatori, con il rischio di una terza ondata?
Credo di sì. Speriamo però che un’eventuale terza ondata si limiti ai mesi di gennaio febbraio e marzo, per noi già di bassa stagione, senza arrivare a quelli estivi. Il vaccino è una rassicurazione e sarà un’arma magnifica per riportare turisti. Ad ogni modo, Como e il Lario sono un territorio privilegiato con un’ampia offerta outdoor, nella natura, tema centrale col Covid.
A proposito di questo, cosa offrono di speciale Como e il lago ai visitatori?
Abbiamo una bellezza naturale eccezionale. Tantissimi parchi e giardini, di cui 14 fanno parte dei Grandi Giardini Italiani, ville ma anche percorsi da trekking. E ovviamente il lago, attrazione numero uno, con i suoi piccoli centri. A Como c’è anche un’offerta culturale ma mancano grandi eventi in termini di qualità e attrattività, magari anche diffusi. La città potrebbe offrire di più, siamo fortunati ad avere luoghi che potrebbero ospitare ma ci sono cose che andrebbero messe a regime e rese più interessanti.
Dopo il boom di visitatori dello scorso anno, lei aveva suggerito la necessità di riflettere sul tipo di turismo che vogliamo. Lo conferma?
Assolutamente sì. Quest’anno ci si è accorti ancora di più di quanto valga l’industria del turismo e soprattutto del suo impatto sul Pil. Credo che questo sia un momento formidabile per mettersi a pensare nuovamente a dove vogliamo andare. Un turismo di valore non significa che tutti i visitatori debbano andare nei cinque stelle ma avere uno standard di offerta e ospitalità di un certo tipo, una fruizione ampia. Vuol dire anche un impatto positivo del turismo in termini di sostenibilità e rispetto dei cittadini. Ad esempio si può pensare di affiancare una mobilità elettrica su acqua a quella tradizionale. Insomma, siamo un territorio con tutte le potenzialità per sviluppare ipotesi sul futuro della città e del lago. Como deve essere all’altezza del suo nome, nutrire il turismo di cui tutti andiamo fieri.
L’allungamento della stagione sul Lago di Como, suggerito da molti operatori turistici ormai da anni, potrebbe essere una strategia vincente?
Certo, per attrarre eventi business e leisure ma anche per far sì che si arrivi a un impatto più positivo del turismo sul territorio. Potrebbe aiutare a diluire le presenze estive anche su altri mesi: da qualche anno abbiamo febbraio e marzo con un clima meraviglioso. Non lo si mette in moto dalla mattina alla sera ma potrebbe essere uno dei pensieri da fare sul turismo.
Case vacanza e Covid: “Sopravvive solo la qualità”
Una riflessione sulla tipologia di turismo e di offerta su Como e il lago arriva anche dal mondo delle case vacanza, sempre più diffuse sul territorio. Forte sostenitrice di un discorso focalizzato sulla sostenibilità è Claudia Pattarini, presidente dell’Associazione Ospiti per Casa che dal 2003 riunisce host del Lago di Como – circa un centinaio.
“Quest’anno i nostri associati hanno subito una pesante battuta d’arresto a causa del Covid – spiega – ma penso che questa situazione possa anche rappresentare un’opportunità per promuovere un turismo a misura del territorio. Negli ultimi anni abbiamo visto il fenomeno dell’overtourism che ha rischiato di togliere valore ai nostri luoghi”.
Un turismo che, quindi, anche secondo Claudia andrebbe ripensato affinché possa avere un impatto positivo. “Dobbiamo puntare sul ritorno di un target specifico, con criterio e attenzione alle caratteristiche del nostro territorio – osserva – anche con numeri alti perché servono a sostenerne l’economia. Ma Como ha una sua identità che deve preservare e curare, senza scendere a compromessi. La qualità va mantenuta e promossa nel mondo”.
Il turismo di qualità, di cui il territorio comasco va fiero, è stato confermato anche quest’anno nonostante la crisi. “Le strutture extralberghiere improvvisate, dove spesso c’è anche tanta irregolarità, sono state praticamente spazzate via nel 2020 – sottolinea Claudia – i turisti hanno preferito la qualità, pagando il giusto per soggiornare sul nostro territorio”.
E in merito al 2021, conclude: “Alcuni stranieri avevano iniziato a prenotare in autunno ma sono già arrivate le prime disdette. Sarà un anno ancora critico, incerto, basato sul turismo last minute e soprattutto italiano”.