Macchine parcheggiate malamente sui marciapiedi o in sosta in mezzo alla strada. Monopattini e biciclette lasciate sempre più spesso dove non dovrebbero trovarsi. Barriere architettoniche mai eliminate e vie in alcuni punti dissestate. Il tutto condito con tanta maleducazione e l’inciviltà delle persone.
Uno scenario di degrado urbano e civile che tocca tutti indistintamente ma che si carica di un ulteriore aggravante quando a incappare in questa lunga serie di disagi sono le persone con una disabilità. La denuncia questa volta arriva da Domenico Cataldo portatore di una grave ipovisione, sposato con una donna non vedente, accompagnata da un cane guida.
E così ancora una volta Domenico, che da anni segnale le criticità esistenti – è anche membro dell’Unione Ciechi – torna a chiedere interventi, controlli e “una maggiore umanità. Parto da questo aspetto perché ho notato come le persone siano purtroppo peggiorate – racconta Domenico – Ci sono troppi incivili. Sembra proprio che non riflettano neanche per un secondo sul fatto che intorno a loro ci sono persone con dei problemi. E così ecco auto in sosta sul marciapiede, mezzi lasciati in strada, sui passaggi pedonali. Tutte situazioni che per noi rappresentano un pericolo. E poi capita spesso che siano i proprietari stessi a lamentarsi perché, in fin dei conti, hanno lasciato l’auto in sosta solo per 5 minuti, solo per entrare in un bar e bere un caffè al volo. Incredibile. Per non parlare dei mille corrieri che arrivano, spalancano i portelloni dei furgoni e poi spariscono per minuti per le consegne, lasciando il mezzo dove capita. Spiace notare questa indifferenza verso il resto del mondo”.
Uno sfogo amaro, venato di rassegnazione che però viene subito allontanata con piglio deciso da Domenico che chiede a gran voce una maggior sensibilità e soprattutto più controlli. “Quando ci troviamo davanti a tali situazioni chiamiamo i vigili che però sempre più spesso, o perché impegnati o perché non disponibili, non intervengono. Non è possibile”.
Altro capitolo delicato è quello della presenza di barriere architettoniche “ancora non eliminate, che costituiscono un reale pericolo. In più punti della città ne esistono, a partire dalla zona in cui vivo tra via Milano Alta, via Anzani e via Leoni. Si tratta di un tema reale, quotidiano e che crea pericoli. Basti dire che in città saranno un centinaio le persone cieche o ipovedenti e ben più di 500 in provincia. Non è certo una minoranza”, spiega Domenico.
L’attenzione viene poi rivolta al “piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche sul quale il Comune non si sta muovendo, a parer mio. Da anni mandiamo lettere, mail e segnalazioni ma poco viene fatto. Chiediamo ad esempio la creazione di percorsi protetti e pavimentazione tattile. Per non parlare dei semafori sonori oggi ancor più vitali per noi, vista la diffusione sempre maggiore delle auto elettriche con motori molto silenziosi che costituiscono un ulteriore rischio. E in città tali semafori sono veramente pochi, ne avrò contati una decina e non sempre funzionanti”, aggiunge Domenico che chiede maggior attenzione e apertura al dialogo alla vicesindaco Nicoletta Roperto “alla quale domandiamo che si adoperi per farci sentire più tutelati. Fatto che ad oggi non è accaduto nonostante le sollecitazioni e le sue scuse sulla mancanza di personale da adibire a tutto ciò”.
Infine, un ultimo appello viene rivolto anche ai proprietari di cani. “Sono sempre di più e non c’è problema, ci mancherebbe. Ma sempre più di frequente tali persone lasciano liberi i cani o comunque non li sanno gestire o sono distratti perché al telefono. Ecco allora che, oltre a essere per noi degli ostacoli improvvisi, sono anche pericolosi. Faccio l’esempio di mia moglie che ha un cane guida e spesso si trova a dover gestire situazione in cui altri cani vengono attratti dal suo e si creano momenti di difficoltà”, chiude Domenico che, più di ogni barriera fisica, chiede che si abbattano le barriere umane facendo si che chi è più fortunato si renda conto della complessità, per chi ha una disabilità, di vivere in città.