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Como, la Sala dello Zodiaco custodisce un segreto: un pezzo di storia di Piuro. E un pranzo lo celebra

Pochi sanno che nei locali del Teatro Sociale di Como c’è un pezzo della storia di Piuro, precisamente la sala dello Zodiaco (in foto), copia di quella cinquecentesca all’ultimo piano di palazzo Vertemate Franchi di Prosto. Un luogo ideale per organizzare un pranzo chiavennasco. Anche quest’anno, come nel 2007, l’idea è stata promossa a Como dall’Accademia delle arti e dei commerci “Santa Giuliana” e dal suo presidente Giuseppe de Toma, in collaborazione con l’Associazione ex alunni del liceo classico “Alessandro Volta”.
Al pranzo tipico, svoltosi domenica 10 marzo, è stato invitato anche per questa seconda edizione il professore Guido Scaramellini, presidente del Centro di studi storici valchiavennaschi.

A lui è toccato illustrare la storia della sala, eseguita nel 1911 copiando dipinti e soffitto di quella di Piuro per partecipare alla grande Mostra delle Regioni, svoltasi a Roma in quell’anno a cura dello Stato e in collaborazione con le varie città italiane. Como scelse di inviare copie della statua di Plinio il Vecchio, posta sulla facciata del duomo, e della sala dello Zodiaco di Piuro. Come ha spiegato Scaramellini, i dipinti su tela furono eseguiti dal legnanese Gersam Turri, mentre il calco in gesso del grandioso soffitto in legno si deve al decoratore varesino Angelo Menotti. A fine mostra il materiale fu restituito alle rispettive città. Quella di Como nel 1932 la città donò l’opera alla Società del Casino, allora presieduta da Antonio Somaini, che fece costruire un ambiente apposito con le stesse dimensioni di quello di Piuro per collocarvi la riproduzione del salone dello Zodiaco.

Al pranzo, a cui ha partecipato una quarantina di persone, si è cominciato con la Brisaola della Valchiavenna e la ricottina di capra dell’Aqua Fracta di Piuro, passando ai pizzoccheri bianchi di Chiavenna, al Galletto Vallespluga alla piastra con puré di patate di Starleggia. Vario l’assortimento di formaggi della Valchiavenna (ditta Barelli), per finire con la torta di fioretto di Balgera, l’amaro Cardinello e il passito Palazzo Vertemate di Mamete Prevostini, a cui si deve anche il rosso e il bianco serviti durante il pranzo. Naturalmente anche l’acqua minerale è stata la Frisia di Piuro. L’iniziativa gastronomica e culturale è stata unanimemente apprezzata per la singolarità dell’ambiente, per la qualità dei prodotti e per gli aneddoti storici relativi a Piuro, alla Valchiavenna e ai rapporti con il lago di Como.

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