Le attese infinite ai passaggi a livello che tagliano in due la città, in particolare all’altezza di Como Borghi e del Comune di Como, sono da anni ormai al centro di proteste e incredulità.
Tutto nasce, come noto, nel settembre del 2020 cioè quanto, per direttive nazionali in tema di sicurezza, le sbarre hanno iniziato a rimanere abbassate più tempo rispetto a prima. Non una scelta autonoma delle Ferrovie Nord, bensì un inevitabile adeguamento a direttive emanate dall’Agenzia per la sicurezza delle ferrovie. Anzi, a dire il vero la società lombarda nel corso del tempo ha anche eseguito qualche adeguamento, limando qualche secondo, dopo le proteste. Ma, alla fine, il tema di fondo rimasto.
Ma se a Como Borghi, Ferrovienord sta realizzando un sottopassaggio che dovrebbe risolvere alla radice il problema (i lavori sono partiti lo scorso 7 ottobre, per una durata di 12 mesi e un investimento regionale di 4,5 milioni di euro), all’altezza del Municipio la situazione non è destinata a mutare nel breve periodo. E, sfidando divieti e rischi, i pedoni si arrangiano come possono per ridurre le attese.

Le immagini che vedete testimoniano una situazione che si ripete ogni volta che le sbarre si abbassano.
In molti, infatti, non aspettano i lungi minuti che talvolta servono perché due convogli passino nelle due direzioni della ferrovia.
E dunque, scatta l’aggiramento dell’ostacolo: tra il passaggio di un treno e l’altro, ecco aggirare le barriere ancora rigorosamente giù – passandoci sotto o attorno, dove ci sono alcuni spazi ‘sfruttabili’ – e il gioco, se ci si passa l’espressione, è fatto.
Inutile dire che questa manovra ‘taglia attese’ è vietatissima e, almeno in casi estremi o di imprevisti, sicuramente pericolosa. Ma sembra che i minuti ad attendere di attraversare i binari siano davvero troppi – al netto della oggettiva lunghezza – per molte persone.