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Como, le case condannate al rumore si ribellano: “Dal Comune 2 anni di promesse tradite. Ora basta”

Nuovo capitolo, e nuovo esposto, della (triste) telenovela delle barriere fonoassorbenti installate da Regione Lombardia a tutela della salute degli abitanti delle case comunali di via San Bernardino da Siena davanti alle quali passano le corsie della nuova Tangenziale di Como e tolte dal Comune nel 2022 per realizzare l’ingresso al parcheggio della stazione unica di Camerlata.

Una scelta che aveva portato notevoli disagi a chi vive qui tanto da spingere un residente a presentare un esposto alla Procura della Repubblica, poi archiviato, chiedendo che le protezioni venissero ripristinate. Ma dopo due anni di silenzio da parte del Comune, e di rumore costante a causa delle auto che sfrecciano a due passi da finestre e balconi, gli abitanti sono tornati all’attacco con un nuovo esposto assistito dall’avvocato, ed ex consigliere comunale nelle file del Pd durante l’amministrazione Lucini, Andrée Cesareo.

“Quando, due anni fa, il mio cliente aveva presentato il primo esposto alla Procura della Repubblica, l’allora dirigente comunale del Settore Reti, Strade e Mobilità del Comune di Como Ciro Di Bartolo aveva richiesto ad A.R.P.A. di effettuare i rilievi acustici del caso. Rilievi che hanno dimostrato un indiscutibile superamento dei limiti sia diurno che notturno – spiega Cesareo – a quel punto il Comune, relazione alla mano, aveva iniziato ad attivarsi per definire un progetto di installazione di nuove protezioni fonoassorbenti e, davanti a questa decisione, la Procura aveva chiesto l’archiviazione del caso”.

Peccato però che, a due anni di distanza, nulla sia cambiato con i residenti ancora costretti a sopportare notte e giorno il rumore delle auto di passaggio ad alta velocità proprio davanti alle loro finestre con una situazione che, soprattutto con il caldo dei mesi scorsi e le finestre aperte, è diventata ormai intollerabile.

“Davanti a questa situazione di stallo, a giugno dell’anno scorso il problema è stato oggetto di un’audizione della VI Commissione Permanente del Consiglio Regionale dove, alla presenza di un comitato di residenti e di ARPA Lombardia, il rappresentante del Comune di Como aveva assicurato che, entro il mese di luglio dello stesso anno, sarebbe stato affidato l’incarico di progettazione e entro dicembre 2023 le nuove barriere sarebbero state posizionate – prosegue l’avvocato – a oggi però, a un anno di distanza, nulla ancora è stato fatto, non esiste un progetto e pare, anzi, che si sia ancora nella fase preliminare di affidamento dell’incarico al geologo per uno studio preventivo, motivo per il quale il mio cliente ha deciso di presentare un secondo esposto alla Procura”.

“Chi abita qui non vuole a tutti i costi le barriere fonoassorbenti, se ci fossero ragioni tecniche che lo impediscono, ma una soluzione va trovata al più presto, fosse anche il posizionamento di un autovelox e la sostituzione degli infissi delle case comunali che si affacciano qui, così da ridurre il rumore nelle abitazioni – conclude – al momento le indagini sono in corso ma, se si dovesse tornare all’archiviazione senza una concreta soluzione del problema, siamo pronti a contestare questa decisione e a dare battaglia”.

 

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