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Como, presidio per Seawatch e Carola Rackete. Don Giusto: “Arrestare chi ferma l’accoglienza”

Una parte di Como è scesa in piazza, entrando nel dibattito nazionale sul caso SeaWatch e sull’arresto del capitano del vascello Sea Watch 3, Carola Rackete.

Questa sera, diverse decine di persone si sono ritrovate in piazza Grimoldi, per esprimere supporto a Rackete, che oggi ha sostenuto l’interrogatorio di convalida dell’arresto presso la procura di Agrigento e sul cui caso il giudice per le indagini preliminari si pronuncerà domattina.

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SEAWATCH, LO SCONTRO COMASCO

Rackete, ricordiamo, ha forzato il blocco imposto sul porto di Lampedusa il 29 giugno scorso, nel tentativo di sbarcare i 42 migranti a bordo.

La manifestazione comasca è stata promossa da Como Senza Frontiere, rete di associazioni in città.

Fabio Cani, Como senza frontiere:”Non c’è nessuna pacchia” 

Fabio Cani, rappresentante di Csf ha aperto la manifestazione: “Il diritto alla migrazione è un diritto riconosciuto dalle organizzazioni internazionali. La solidarietà va alle Ong. Se alcune persone hanno messo i loro corpi e le loro intelligenze al servizio di chi migra non è per sprezzo del pericolo ma per ridurre il danno. Questa manifestazione di solidarietà è nato sull’onda dell’esigenza del momento.  In tutto questo fenomeno di importanza epocale, di pacchia non ce n’è e chi usa questo termine lo fa solo per disprezzo”.

Fabrizio Baggi, Rifondazione Comunista: “Noi siamo per un’Europa libera, un’Europa aperta”

Anche Fabrizio Baggi, Rifondazione Comunista, è intervenuto.

“Sarà una lotta lunga, dura e tutta in salita. Ma la risposta che sta dando questa città è la stessa data alla Stazione San Giovanni tre anni fa. Quando l’ingiustizia diventa legge la resistenza diventa dovere – ha detto Baggi davanti alla folla di comaschi – non sarà il promo leghista di turno a toglierci la possibilità di continuare a salvare le persone. Questo momento è importante, a seconda di come andrà questo processo ci sarà un cambiamento nelle politiche di questo governo e di questa Europa. Noi siamo per un’Europa libera, un’Europa aperta”.

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Don Giusto della Valle: “Gli ingiusti passano per giusti e chi agisce secondo giustizia viene punito”

Altro intervento di rilievo è stato quello di Don Giusto della Valle, Parroco di Rebbio, che ha preso la parola, ricordando gli attivisti francesi arrestati e poi assolti per aver fornito sostegno ai migranti che tentavano di passare il confine tra Italia e Francia, oltre il Monginevro.

“Sono stati accusati anche loro del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, invece che essere lodati per le loro azioni – ha detto della Valle – ci troviamo in un momento in cui chi agisce secondo giustizia viene punito. Mentre gli ingiusti passano dalla parte opposta. Per cui si tratterebbe ora di arrestare gli arrestatori, se volessimo essere giusti. Sono loro che impediscono l’accoglienza. Oggi muore una persona ogni sei che parte dalla Libia. Anni fa ne moriva una ogni sessanta. I morti in mare saranno diminuiti ma proporzionalmente sono tantissimi”.

Diverse anche le voci dei dimostranti che spontaneamente hanno preso la parola.

“Vorrei dire a Salvini che se stesse annegando nel lago andrei a salvarlo senza pensarci due volte – ha detto Leyla Barnat, attivista – così che possa provare cosa significa sentirsi affogare e poi essere salvati”.

Nana Poma, una donna originaria del Ghana, definendosi “donna migrante” ha invitato il Ministro dell’Interno a rivedere le proprie politiche in luce dei tanti italiani che si trasferiscono all’estero per cercare lavoro. “In tutti i paesi del mondo ci sono dei migranti. Perchè l’Italia è cambiata così tanto? Chi aiuta i migranti vede esseri umani che muoiono sull’acqua, uomini, donne, fratelli e sorelle, figli e figlie. Perchè?”

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2 Commenti

  1. Noi emigranti non si entrava all’estero se non avevi un contratto di lavoro loro li manteniamo da ricchi anche con pensione i nostri rimangono senza mangiare vigliacchi vergognatevi siete nati nella bambagia e pretendetep

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