Il dispiacere è grande ma la voglia di non arrendersi è altrettanto pressante: “Sono senza parole dopo aver assistito a quanto accaduto in consiglio comunale”. Le parole sono di Felice Bianchi che insieme a Dario Cantaluppi, nel 2023, raccolse 150 firme di cittadini di Ponte Chiasso per chiedere di intitolare i giardini del quartiere a Giuseppina Panzica e ai finanzieri Gavino Tolis e Paolo Boetti che a Ponte Chiasso salvarono la vita a ebrei e perseguitati dai nazifascisti.
Amarezza che ha lasciato subito il posto, un paio di settimane fa, allo stupore nell’assistere al voto contrario della lista Rapinese Sindaco (tranne Milo Casati), su diretta indicazione dello stesso primo cittadino, alla mozione presentata dal Pd – che nulla sapeva della precedente raccolta firme proprio sullo stesso tema – per dedicare un luogo di Como agli “angeli di Ponte Chiasso” come sono stati definiti i protagonisti di quel tragico pezzo di storia.
“In effetti sono rimasto molto stupito quando ho visto la bagarre seguita alla bocciatura della mozione sulla “nostra” idea. E infatti ho cercato subito dopo di contattare – cosa poi accaduta – la consigliera Patrizia Lissi del Pp. Innanzitutto, perché ero stupito dalla coincidenza delle nostre iniziative seppur a distanza di parecchio tempo. Ciò che però conta di più e che mi ha rattristato e aver assistito a quello spettacolo”.
Ricostruendo la vicenda, partita nel 2023, “posso solo dire che per noi si trattava di una spinta emotiva a fare qualcosa per ricordare queste persone e il ruolo cruciale di Giuseppina Panzica”. Lei, immigrata siciliana e madre di quattro figli, con i due finanzieri Boetti e Tolis. fecero passare, dall’orto di casa Panzica, direttamente in Svizzera, famiglie, donne e bambini in fuga dal regime nazifascista. Una storia con protagonisti persone semplici che hanno pagato la loro scelta di umanità con la prigionia e deportazione, il finanziere Tolis morì a Mauthausen.
“Insieme all’amico Dario – ricorda Felice – abbiamo così deciso di avviare la raccolta firme. Lasciavo il foglio da firmare in un parrucchiere di Ponte Chiasso e io stesso mi mettevo in fondo alla chiesa e con il permesso del Don che spiegava cosa ci facessi lì, facevo firmare i cittadini. La nostra volontà era solo quella di fare qualcosa per dimostrare il nostro rispetto e la nostra riconoscenza verso queste persone che hanno fatto una buona azione anche a costo della vita. E così, raccolte le firme le portammo in comune per farle protocollare. Firme tra le quali c’era anche quella del vicesindaco Nicoletta Roperto”.
Dopodiché sono passati quasi due anni di silenzio, prima del caso in scoppiato in consiglio. “Veramente un brutto spettacolo”, spiega Felice che ricorda ancora con emozione le volte in cui andava a casa a pranzo da Giuseppina Panzica. “C’erano lei e la figlia. E, lo ricordo ancora, cucinava lo stracotto alla siciliana in maniera veramente deliziosa. Giuseppina era infatti nata a Caltanissetta anche se era quasi sempre stata a Ponte Chiasso. Quanti ricordi”.
Un mix di storia, sentimenti e vite vissute senza compromessi che “proprio mal si addicono al gioco politico andato in scena in Comune. Ridurre un momento tragico di storia a una ripicca politica è disdicevole. Vedere fazioni contrapposte su un’idea nata dal popolo prima e poi da una parte politica che aveva il solo e unico scopo di unire le persone per commemorare un grande gesto, mi intristisce”.
Ma, come detto, lo spirito di Felice è indomito e pronto a rimettersi al lavoro. “Adesso cercheremo di fare ancora qualcosa. Non ci daremo per vinti. Innanzitutto, potremmo magari riproporre un’altra raccolta firme. Un’idea che probabilmente verrà fatta per dare ancora maggior forza alla nostra volontà iniziale”, ci racconta prima di togliersi un sassolino dalle scarpe. “Ricordo come il sindaco Rapinese dicesse di voler risistemare tutti i giardinetti della città. Quale migliore occasione per quelli di Ponte Chiasso? Si potevano mettere in ordine prevedendo anche una targa commemorativa dedicata agli Angeli di Ponte Chiasso. Ricordo anche che ne parlai con il vicesindaco Nicoletta Roperto in occasione dell’inaugurazione della Casa della Giovane proprio a Ponte Chiasso dove mi disse che però bisognava prima ristrutturare i giardinetti”.
In attesa, ora, di capire cosa il Comune farà in tal senso, dopo le parole del sindaco Rapinese che nella bagarre del consiglio comunale ha detto come siano in corso “interlocuzioni con la Guardia di Finanza per capire come rendere omaggio agli angeli di ponte Chiasso”, il rammarico resta ed è grande.
“Noi ci credevamo molto nell’iniziativa partita con la raccolta firme. Tanto che avevano anche deciso di mettere a disposizione di tasca nostra anche i soldi necessari, così da evitare intoppi burocratici o altro, per far realizzare la targa commemorativa. Che amarezza, anche se non ci fermeremo”, ci saluta Felice Bianchi.
Tristezza accentuata anche dalla lettera, inviata nei giorni scorsi, da Maria Grazia e Annamaria Boetti, figlie del Maresciallo Paolo Boetti. Tra i vari passaggi della missiva si legge “Siamo molto dispiaciute per quanto è accaduto poiché dalla città di Como, ove si consumò l’eroismo di nostro padre nonché quello di Giuseppina Panzica e del povero Gavino Tolis, trucidato a Mauthausen, ci saremmo aspettate maggior riconoscimento per il coraggio e l’abnegazione di questi tre “Angeli”.