C’è il fratello di Leonardo, che si chiede se un giorno riuscirà a vivere da solo, anche senza il suo aiuto costante. E ci sono i genitori di Sofia, che la vedono ormai grande e desiderosa di uscire di casa e diventare autonoma e sperano che ce la faccia, perché non chiedono altro che vederla serena e realizzata, ma hanno anche bisogno di trovare un po’ di tempo per riposare e di sapere che un giorno, quando loro non ci saranno più, saprà occuparsi di se stessa.
E poi ci sono loro, gli altri quaranta ragazzi della cooperativa Sociolario, la splendida realtà tutta comasca che da oltre quarant’anni aiuta le persone più fragili, e le loro famiglie, a creare percorsi di crescita e autonomia, di quella che oggi è di moda etichettare con il termine “inclusività”, ma che altro non è che un meraviglioso miracolo di professionalità, competenza, attenzione e amore. Con un sano pizzico di ambizione e follia, che è il vero ingrediente segreto che permette ai grandi sogni di spiccare il volo.
Un volo altissimo che oggi ha portato Sociolario a realizzare uno dei primi progetti sul territorio comasco di “palestra per le autonomie” per persone con disabilità con l’acquisto di un appartamento destinato ad ospitare fino a quattro ragazzi che vogliono “imparare a diventare grandi” in un mondo che, troppo spesso, fatica a credere nelle loro possibilità costringendoli, anche in buonissima fede, a dipendere completamente dagli altri.
“L’abbiamo chiamato ‘La Casa in Testa’ ed era un progetto a cui stavamo pensando da un po’, ma che si è concretizzato quando, l’anno scorso, è stato messo in vendita un appartamento proprio di fronte alla nostra sede, a Sagnino – racconta il presidente di Sociolario Giorgio Allara – così l’abbiamo acquistato, dando fondo a tutti i nostri risparmi, l’abbiamo ristrutturato completamente per adattarlo alle esigenze di ragazzi disabili e nei primi mesi dell’anno prossimo saremo pronti ad inaugurarlo”.
Un sogno che, però, ha un costo non indifferente che Sociolario sta sostenendo con grandi sforzi, ma che necessita dell’aiuto di tutti per essere realizzato appieno: “I costi di ristrutturazione, che avevamo stimato intorno ai 50 mila euro, sono lievitati fino a 80 mila che abbiamo in parte coperto grazie all’aiuto di realtà meravigliose come La Stecca, il Gruppo Giovani Imprenditori, i Pirati dell’Elba Michele Bottinelli e Alberto Ghielmetti con la traversata a nuoto Piombino-Isola d’Elba e tanti privati cittadini – dice il presidente di Sociolario – ma ne mancano ancora circa 20 mila per coprire tutte le spese, motivo per cui abbiamo ancora aperta una raccolta fondi (qui i dettagli per poter sostenere il progetto).
E, ad attendere i primi ragazzi, ci sono 80 metri quadrati con due camere doppie, un bagno, una zona giorno e cucina luminosa e accogliente e una piccola veranda pronti ad accogliere chi vorrà provare a muovere i primi passi verso una vita autonoma, ovviamente sotto l’attenta supervisione degli educatori di Sociolario.
“Il desiderio di emanciparsi dalla propria famiglia è una spinta che hanno anche i ragazzi disabili ma, spesso, a frenarli è la paura di non farcela, ma anche il timore dei genitori che vorrebbero proteggerli per sempre e faticano a lasciarli andare – spiega infatti Allara – per questo l’abbiamo immaginato come un luogo in cui ci si allena, letteralmente, a piccoli passi per provare ad avere una vita autonoma o semi autonoma, ognuno con le proprie competenze, grazie a percorsi modulabili e personalizzati sulla base delle esigenze di ciascun ragazzo”.
Che, tradotto, significa iniziare con quelli che, tecnicamente, si chiamano “soggiorni di sollievo”, per cominciare a provare a vivere qualche giorno “da soli” con la costante presenza di un educatore, per poi studiare tutti insieme i passi successivi.
“Immaginiamo che, a turni, questo appartamento possa accogliere circa una decina di ragazzi in un percorso di non meno di un paio d’anni – spiega – si inizierà anche solo facendo la spesa e cucinando per poi fermarsi gradualmente a dormire con la presenza di un educatore che poi, per qualcuno, potrebbe diventare solo un punto di riferimento telefonico. Non c’è una regola uguale per tutti, perché l’obiettivo e studiare per ciascuno la soluzione ideale e le misure compensative migliori per poi pensare a una vita il più possibile autonoma al di fuori di questa ‘palestra’”.
E per chi non ce la dovesse fare? “Anche capire che non si è fatti per vivere da soli deve essere visto come un successo, perché permette di studiare ipotesi alternative come comunità alloggio, comunità socio sanitarie o altre forme di co-housing”, è la sua risposta.
Ma questo non è l’unico progetto di autonomia ideato da Sociolario, perché in città la cooperativa sta per iniziare i lavori per un secondo appartamento dedicato a chi è già in grado di vivere da solo, ma ha bisogno di un luogo protetto e sicuro in cui farlo: “Grazie a un bando del Comune, abbiamo ottenuto l’assegnazione di un appartamento in piazza Duca d’Aosta con un contratto di venticinque anni – spiega infatti Allara – dopo i necessari lavori di ristrutturazione, l’obiettivo è quello di realizzare qui un progetto di co-housing a medio e lungo termine per quattro persone con disabilità già in possesso delle competenze necessarie per vivere autonomamente”.
LA CASA IN TESTA
Cooperativa sociale Sociolario
Per aiutare il progetto è possibile fare una donazione SEGUENDO QUESTO LINK o con bonifico bancario intestato a Sociolario Società Cooperativa Sociale IBAN: IT80R0306909606100000006042
Maggiori informazioni sul progetto e sulle attività di Sociolario VISITANDO IL SITO DELLA COOP.