Le reazioni alla notizia della morte ben più che sospetta dell’oppositore del Cremlino Alexei Navalny avvenuta lo scorso venerdì nella colonia artica di massima sicurezza OK-3, dove stava scontando una pena di oltre 30 anni di carcere, si fanno sentire anche a Como. “Putin lo ha ucciso” continua a ribadire la vedova Yulia Navalnaya, insieme con lei i sostenitori e il portavoce di Navalny.
Mentre il mondo intero, dalle Nazioni Unite agli Usa ai rappresentanti di diversi stati europei, si dichiara indignato per questa morte e chiede alla Russia di fare chiarezza, senza clamore ma, con un gesto dal grandissimo significato simbolico e emotivo, in queste ore accanto a una delle scalinate del Monumento alla Resistenza ai giardini a lago di Como sono comparse alcune fotografie del politico russo accompagnate da mazzi di fiori e lumini rossi.
“Io non ho paura di morire, anche voi non dovete avere paura”, si legge su un cartello retto da Navalny in una delle fotografie appoggiate a una delle tre scalinate realizzate dall’artista milanese Gianni Colombo e protese verso le grandi lastre che riportano lettere dei condannati a morte sotto i regimi nazifasciti. Quasi a ricordare che la storia, tutto sommato, sembra davvero non aver insegnato molto.
Un commento
A Milano chi deponi fiori per Navalny viene identificato da Digos. Ma il ministro dice che va bene così.