Riaprono le scuole materne e, invece di poter tornare al lavoro in tutta tranquillità, i genitori (almeno quelli dell’Istituto Comprensivo Como Centro) si ritrovano ad affrontare una situazione paradossale. Niente doposcuola e prescuola, orari ridotti all’osso, niente inserimento e doposcuola per i piccoli, comunicazioni date all’ultimo minuto che hanno gettato nel panico intere famiglie.
“Il 1° settembre ci sono stati comunicati via mail gli orari divisi per sezione – racconta una mamma che preferisce rimanere anonima e che ha iscritto il figlio al primo anno di una scuola materna – ma solo il 3 settembre, durante una riunione, ci è stato detto che a causa dell’emergenza Covid i bambini sono divisi in ‘bolle’ e per questa ragione non è possibile mischiarli per il tempo del prescuola e del doposcuola che, quindi, non verranno attivati. Oltretutto alcuni genitori stranieri non hanno neppure capito il contenuto di queste comunicazioni date all’ultimo minuto”.
Un problema non da poco per chi deve andare a lavorare e deve fare i conti con la mancanza di un servizio fondamentale, a cui si aggiungono anche gli ingressi scaglionati: “Ci sono sezioni che iniziano alle 8 e altre alle 8.15 con l’uscita tra le 15.30 e le 15.45 – spiega – orari che sono incompatibili con un lavoro che non sia flessibile o vicino all’asilo e che obbligherà molte famiglie a trovare una baby sitter che si occupi dei propri figli anche solo per un’ora al mattino o al pomeriggio, sperando che poi questo problema non ricada sulle mamme e sul loro lavoro. E chi non si potrà permettere una tata o di restare a casa con i figli?”.
A peggiorare la situazione, anche la tempistica nelle comunicazioni ai genitori e la decisione di non consentire, per ragioni sanitarie, alcun tipo di inserimento dei nuovi iscritti: “All’ultimo secondo, nella stessa riunione del 3 settembre, ci è anche stato comunicato che non sarebbe stato possibile fare l’inserimento dei piccoli – dice la mamma – io avevo solo chiesto un cambio di turno al lavoro ma ci sono persone che hanno preso una settimana di ferie per poter essere presenti rinunciando alle vacanze estive o a permessi futuri e si sono ritrovate chiuse fuori dall’asilo. E la cosa peggiore è che bambini di tre anni che magari non hanno mai frequentato il nido e vengono da un anno di lockdown a casa con la mamma si sono ritrovati all’improvviso da soli in un ambiente totalmente sconosciuto con persone mai viste”.
“Capisco benissimo la situazione complessa e le difficoltà organizzative che si trovano ad affrontare dirigenti e insegnanti – conclude – ma dopo un anno e mezzo di Covid è incredibile che non si riesca a fornire un servizio basilare per permettere ai genitori di tornare al lavoro e, soprattutto, che tutto questo venga comunicato all’ultimo. Le vittime silenti rischiano di essere ancora una volta i bambini e le loro famiglie”.