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Lo sfratto alla Bocciofila, giorno 1: “Siamo ancora qui. Dal prefetto insieme con le associazioni d’Arma”

Avevano detto che non se ne sarebbero andati, così hanno fatto. Gli iscritti alla Bocciofila di via Balestra a Como oggi, come ogni singolo giorno da 75 anni a questa parte, erano nel cortile-giardino concentrati sulla quotidiana sessione di Scopa. Per ora non è successo niente, ieri, come da indicazioni del Comune, avrebbero dovuto lasciare per sempre la struttura svuotandola di tutto ma hanno scelto di restare: “Restiamo qui”. Sempre ieri si è svolto l’incontro pubblico per dire no allo sfratto (lo abbiamo raccontato qui) che ha raccolto il sostegno di una sessantina di persone, presenti anche alcuni consiglieri ed ex consiglieri comunali oltre a Pia Pullici di Thais insieme con presidente e vicepresidente della Cooperativa Colisseum, Gabriele Romanò e Franco Campanella. “Siamo anche noi sfollati – hanno detto con ironia, riferendosi al caso della piscina di via Del Dos che li ha visti protagonisti loro malgrado – siamo già passati da un’esperienza simile, ci sembrava giusto portare la nostra solidarietà”

La vicenda è nota, lo scorso 4 luglio è arrivata  una lettera del Comune: “Richiesta rilascio fabbricato a uso bocciodromo e area di pertinenza di via Balestra 9”. Uno sfratto netto, peraltro entro il 31 agosto (ieri appunto) con locali sgombrati. Una mazzata enorme per l’associazione. L’Ente sottolinea come il club stia occupando senza titolo il fabbricato la cui ultima concessione per l’utilizzo è scaduta il 31.12.2018. Spiega poi l’amministrazione come la decisione sia legata ai lavori di restauro del museo a fianco. Si deve infatti realizzare lo spazio espositivo per una selezione del Tesoro di Como, le monete romane trovate nel 2018 in via Diaz durante i restauri dell’ex Cineteatro Cressoni. Secondo il programma dell’amministrazione l’esposizione dovrebbe vedere la luce all’inizio del 2024. Cantiere che ha già portato allo sfratto delle Associazioni d’Arma del portone poco più avanti (qui i dettagli). Lo spazio esterno della Bocciofila servirà come area di cantiere. Il documento (lo trovate integrale in fondo all’articolo) poi promette genericamente “lo scrivente settore si riserva di valutare l’esistenza di eventuali possibili alternative per consentire la prosecuzione dell’attività sportiva in altre sedi”.

“Per ora siamo qui, nessuno è arrivato per mandarci via e nessuno ci ha contattati”, spiega il vicepresidente, Renato Fumagalli. Il club oltre all’intenzione chiarissima di non lasciare la struttura si è già mosso contattando i vicini di casa del portone a fianco, le associazioni d’Arma sfrattate per la stessa ragione. “Hanno scritto giusto questa mattina al prefetto Polichetti chiedendo un incontro – evidenzia Fumagalli – e hanno sottolineato come la richiesta arrivi anche da noi”. In attesa di una risposta dal Palazzo del Governo di via Volta, i responsabili dei diversi sodalizi si incontreranno per capire come muoversi e come parlare possibilmente con un’unica voce. Difficile capire quali, contestualmente a quanto sta avvenendo, saranno le decisioni del Comune, il non intervento di oggi (almeno fino alle 16) potrebbe essere indizio della volontà di adottare una linea morbida e dialogante. Si vedrà.

“Potrebbero venire in qualsiasi momento e mettere una catena – riflette Fumagalli – ma spero e credo davvero non lo facciano. Noi auspichiamo sempre ci possa essere un confronto utile a trovare una soluzione che ci permetta di rimanere”. Anche perché le alternative ventilate fino a oggi (unirsi alla bocciofila di Albate o sfruttare i campi del bar La Vignetta di via Zezio) sono totalmente impercorribili per diversi motivi.

LA LETTERA DI SFRATTO DEL COMUNE

 

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6 Commenti

  1. Ci sono due aspetti che lasciano perplessi. Il primo è la sproporzione tra esigenza e soluzione: per esporre qualche decina di monete è necessario, sfrattando le Associazioni, occupare spazi spropositati rispetto all’uso necessario? Il secondo è l’assoluta mancanza di proposte alternative: l’Amministrazione ha proposto alle Associazioni dei siti in concessione idonei allo scopo? Forse si sta sbagliando strategia. Discutere con l’Amministrazione non serve a niente. Bisogna cercare di riprendersi la nostra città da quelli che la stanno trasformando in un caotico, noioso e invivibile villaggio turistico. Sono i loro interessi che ormai evidentemente dettano le priorità su ciò che serve e su ciò che non serve a Como.

    1. È una concessione, semmai parliamo di canone di concessione. A parte questo distinguo, generalmente il canone di concessione si paga in anticipo e comporta anche degli obblighi in capo al concessionario sulla manutenzione ordinaria e quando previsto dall’Accordo di concessione anche dei lavori di abbellimento o manutenzione straordinaria in capo sempre al concessionario. È la stessa tipologia di contratto che hanno altre associazioni come la Como Nuoto, il Circolo della Vela ecc. Come questi concessionari “fighi”, anche le Associazioni d’Arma hanno adempiuto ai loro obblighi. 😊

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