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Suolo pubblico e pubblicità, crollano gli incassi garantiti da Ica. Dal Comune maxi sconti e contratto allungato

A causa della pandemia, crollano gli importi riscossi a Como da Ica, la società che ha ottenuto dal Comune la concessione del servizio di liquidazione, accertamento e riscossione dell’imposta comunale sulla pubblicità, dei diritti sulle pubbliche affissioni e del canone di occupazione spazi ed aree pubbliche.

E come, sorta di “risarcimento”, Palazzo Cernezzi estende il contratto – che, partito nel 2013, sarebbe già scaduto il 31 dicembre 2019 – a tutto il 2023. Ma non solo: rispetto ai 2 milioni di introiti garantiti annui che Ica doveva assicurare all’amministrazione, la soglia è stata abbassata a 1.3 milioni per il 2020 e addirittura a 652mila euro per il 2021 in virtù dei perduranti effetti dell’emergenza sanitaria, con un aggio fissato al 18.06%.

Per quanto riguarderà gli anni 2022 e 2023, i parametri saranno quelli del 2020.

La decisione, su richiesta della società, è stata accolta dalla giunta in virtù del tonfo che hanno segnato gli incassi nei mesi della pandemia. Nel frattempo, spetterà agli uffici comunali preparare un nuovo bando di gara (che era atteso già nel 2019, in verità) per l’affidamento futuro del servizio in concessione.

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