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Como, via Anzani vive sotto scorta. Il grido dei residenti: “Basta risse, spaccio e degrado. Le nostre richieste”

La situazione in via Anzani a Como è esplosa nuovamente a inizio mese quando in strada è scoppiata una maxi rissa che ha terrorizzato i residenti. Nei giorni successivi le forze dell’ordine hanno avviato controlli stringenti che hanno portato a decine di identificazioni, all’arresto di uno spacciatore e alla chiusura per venti giorni del bar ‘Fratelli Matubber’ poiché, spiega la questura, trovato con “in più occasioni il locale pubblico era frequentato da persone gravate da pregiudizi penali, di polizia e sottoposti a misure di prevenzione e che in più circostanze nelle sue pertinenze sono avvenuti fatti gravi, che hanno messo a repentaglio la sicurezza pubblica” (qui tutte le cronache). Abbiamo chiesto ai residenti di raccontarci (ovviamente in forma anonima) la vita in via Anzani.

Il grido della madre: Basta con lo spaccio

“Io sono tra i residenti che l’altra sera sono scesi in strada e abbiamo dialogato con la polizia. Guardi che io non sono razzista, ma solo realista, e poi tra i protagonisti di questa situazione di degrado sociale ci sono di mezzo anche tanti italiani”. Esasperato, ma non rassegnato il quartiere. Ci sentiamo al telefono, il residente chiede di omettere le sue generalità, assecondiamo. “Anche la polizia l’altra sera ci ha chiesto alla fine di non esporci direttamente, per evitare ritorsioni. Sa, io parcheggio la mia auto in quelle strade tutte le sere, sono qui con la mia famiglia. Abbiamo pensato anche di lasciare per sempre questa zona, dopo quasi 18 anni, di vendere e andare via, ma a parte che il valore delle case è sceso, sarebbe una sconfitta. Mi chiedo perché sia la gente per bene a dovere scappare, quando la situazione si potrebbe risolvere con la politica e le istituzioni. Ha sentito cosa ha detto il sindaco a Espansione Tv?”.

Onestamente no, ma so che il sindaco Rapinese ha a cuore il quartiere, si era speso in campagna elettorale, così come gli altri candidati.
Ha detto che la situazione è migliorata. Io non so a cosa si riferisca. Forse alle sbarre messe sul muretto del 34 di via Anzani, che evitano ai ragazzi di bivaccare, ma tutto il resto è drammaticamente ancora fuori controllo, mi chiedo cosa si stia aspettando.

Qual è secondo lei la soluzione praticabile?
Serve un presidio di forze dell’ordine la sera, magari una camionetta dell’esercito come in centro, poi, si deve intervenire sugli esercizi commerciali che fanno da aggregatori di persone poco raccomandabili. Non ho niente contro certi imprenditori, però è un dato di fatto che a ogni controllo sugli avventori del bar all’angolo tra via Anzani e via Magenta spunta sempre qualcuno con guai con la giustizia. Quando il locale è stato chiuso 20 giorni sono sparite anche le cattive frequentazioni.

Non si tratta di residenti quindi?
C’è una problematica anche legata a pochissimi residenti, italiani, un giovanissimo in particolare, che attira una compagnia di una quindicina di coetanei tutte le sere, ci sono anche alcune ragazzine, sono i protagonisti del video con le risse dell’altra sera. Famiglie difficili. Ieri erano ancora lì, tutti, erano gli stessi ragazzi, pure vestiti uguali. Purtroppo siamo convinti che la loro presenza costante sia legata anche al fenomeno dello spaccio. Lo abbiamo detto anche alla polizia l’altra sera. Hanno spiegato che si tratta di un fenomeno diffuso, ma qui è alla luce del sole, mi chiedo come non si possa intervenire in modo radicale. Forse perché qui non abita un esponente della giunta, non è sotto casa del questore o del prefetto, di un parlamentare o di un industriale, ma solo di cittadini e basta, persone che comunque pagano le tasse e hanno investito i risparmi di una vita in queste case.

Un provvedimento sul bar potrebbe quindi risolvere la situazione?
Certo, se poi il supermercatino asiatico vende la birra a 50 centesimi a 50 metri dal bar capisce che si crea un cortocircuito. Anche sull’orario di chiusura, ora il locale pubblico chiude alle 20, ma le persone fanno la scorta di bottiglie e si fermano fuori fino a notte e non si risolve nulla. Serve un’ordinanza stringente su orari e rispetto delle regole, questo chiediamo. Invece qui si fanno feste, non si rispetta nessuno, l’Ats non controlla, dove sono le istituzioni, la politica? Io ho nelle orecchie le urla di una madre che andava a riprendersi suoi figlio e gridava in mezzo alla strada disperata: “Basta con lo spaccio in via Anzani!”. Vorrei che quelle urla arrivassero anche al sindaco, al prefetto, al questore. Non si può restare insensibili alle urla di una madre.

Tre richieste per vivere bene

“Non voglio comparire con il nome e non serve che mi faccia delle domande, mi scusi se mi permetto, ma vorrei riassumere in tre semplici punti quello che noi residenti chiederemmo al fine di migliorare e rendere vivibile il nostro quartiere”.
Prego signora, ci mancherebbe lei mi dica i punti, che io li scrivo.
Uno: visto che ci sono 20 militari in tenuta mimetica dedicati alla sorveglianza di Como Centro città e alle stazioni, chiediamo che alcuni di loro possano effettuare il controllo della nostra zona, visto che ci sono i presupposti per essere considerata pericolosa, sia per chi risiede, sia per chi è di passaggio (era già dichiarata zona rossa ma evidentemente non è servito).
Due: chiediamo la chiusura anticipata sia del bar all’angolo di via Magenta, che già sua sponte ora abbassa la serranda alle 20 e finalmente dopo quell’ora si respira, ma soprattutto la chiusura anticipata del minimarket e il divieto di vendere alcolici dopo un certo orario. Tre: vorremmo controlli costanti e continui da parte delle forze dell’ordine”.
Ecco basterebbero questi tre punti. Grazie.

 In sessant’anni è cambiato il mondo, ma il quartiere si può recuperare

“Io vivo il quartiere da sessantadue anni, sa, anche a livello imprenditoriale. Lei potrà dire che in sessant’anni è cambiato il mondo ed è cambiata la città, ma questo quartiere non lo riconosco davvero più e i problemi hanno un nome e un cognome”. Nomi e cognomi noi non li mettiamo, è l’accordo preso prima dell’intervista per raccogliere testimonianze dei residenti.

“Qui hanno chiuso tutti i negozi tranne alcune attività legate al food. Un bar e un piccolo supermercato. Spiace dirlo, ma spesso sono le persone che gravitano attorno a questi esercizi a essere poi coinvolte nelle risse, nello spaccio, che fanno la pipì sui muri e nei giardini delle case. Chi siede in consiglio comunale a Palazzo Cernezzi lo sa bene. Rapinese aveva promesso una soluzione in breve tempo, in un paio di mesi; Molteni aveva detto che sarebbe intervenuto, solo Nessi aveva ammesso che la situazione avrebbe previsto una soluzione complicata. Sono stati qui tutti due anni fa, nessuno può dire che non sapeva, ma le condizioni dei residenti se si vuole sono pure peggiorate”.

Può farci una fotografia del quartiere e dei punti più critici?
I punti critici erano quattro: una sala giochi, che ora ha chiuso, un market asiatico, che vende alcolici a prezzi molto bassi e un bar mentre il quarto fattore è rappresentato da un ragazzino, diciamo difficile, ma capace di attirare un gruppo di coetanei ogni sera, immagino grazie al traffico di stupefacenti. Si crea così un circolo vizioso di alcol, droga, cattive frequentazioni, assenza di valori, noia, che deflagra una sera sì e una no in risse, alterchi, danneggiamenti vari.

Come si potrebbe intervenire secondo lei?
Le armi esistono, basta fare rispettare le regole e la legalità. Un commerciante del centro non in regola viene multato per migliaia di euro. L’ho sperimentato anch’io anni fa per un prezzo non esposto. Chi vende alcolici ai minori va sanzionato. Ho letto che è Como che ha fallito, perché non è stata in grado di accogliere. Mi scusi, ma qui non si tratta di accogliere, ma di educare, parliamo di sbandati, italiani e stranieri, con la bottiglia di birra in mano da mattina a sera e la dose pronta da assumere o spacciare.

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5 Commenti

  1. Via Anzani soffre di una brutta ricaduta di una pessima gestione in passato di via Milano alta, il lassismo, i controlli inadeguati e le leggi, spesso inapplicate, hanno portato ad espandere il degrado in via Anzani e oltre fino alla Stazione Como Borghi dove arrivi e partenze di gente “aggressiva” e spesso senza titolo di viaggio usa i treni in “modo alternativo”. E’ del tutto evidente che controlli saltuari e con le attuali leggi il fenomeno non si potrà contrastare efficacemente. Il problema dll’ordine pubblico è diventato non più procastinabile e il governo dovrebbe affrontare, in modo strutturale, insieme all’Europa questa problematica. Rimpatri ed espulsioni per le persone “non gradite” dovrebbero diventare immediate e eventuali ricorsi dovrebbero proporli dai loro Paesi.

  2. L’”Operazione Strade Sicure” ha un duplice obiettivo: far vedere che chi è al Governo ha a cuore il problema della sicurezza e impiegare stipendiati dallo Stato che altrimenti non avrebbero molto altro da fare. La presenza della camionetta dei militari serve a poco se non a rendere dei bravi guaglioni più frustrati di quello che già sono. Cosa si pensa che possano fare? Intervenire nelle risse in tre contro trenta imbracciando lo sfollagente? Chiamare i Carabinieri che, tra l’altro, hanno la caserma a 500metri? La volante della Polizia? Il 7°cavalleria? Come non servono a nulla le estemporanee comparsate di Rapinese Sindaco. E se bastassero i proclami sulla sicurezza pubblica del Sottosegretario Molteni o di qualche altro esponente del Governo, nei periodi di campagna elettorale non ci sarebbero più spacciatori, drogati e borseggiatori. No, l’unica soluzione, come ha detto intelligentemente un residente, è ribadire la legalità sugli esercizi che attirano questi personaggi. Controllare tutto. La situazione igienica, gli scontrini, la temperatura dei frigo, le modalità di conservazione delle merci. E’ difficile che chi vende le lattine di birra a 50centesimi, si possa permettere il “tutto in regola”. Bisogna controllarli, multarli, ricontrollarli e risanzionarli fino a quando troveranno più conveniente chiudere e andarsene con chi frequenta i loro locali.

    1. Guardi che i militari a Como girano armati di pistola e hanno più deleghe riguardo alla sicurezza di quello che lei pensa.
      Benissimo che ci siano, benissimo se pattuglieranno o presidieranno la zona di Via Anzani. Mica si risolve il problema solo controllando scontrini, eh.

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