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Gaddi (Forza Italia) dopo Report: “Schiavi, paesi devastati e suicidio europeo. No all’auto elettrica, dogma folle”

Lo spunto pratico è arrivato dal servizio di Report andato in onda domenica scorsa, dal titolo già evocativo: “Green hypocrisy“. Un’ora abbondante di dati e interviste in cui, in estrema sintesi, la trasmissione di Rai3 ha evidenziato come la corsa europea all’auto elettrica abbia un lato oscuro e drammatico nelle zone del mondo da cui si estraggono i minerali utili soprattutto per le batterie.

Qualche esempio? L’area di Kolwezi in Congo, ricchissima di cobalto ma la cui popolazione oggi rischia la deportazione completa per far spazio alla miniera. Oppure il caso del nichel indonesiano, diventato molto popolare perché poco costoso, ma la cui estrazione sta provocando danni umani e ambientali (in particolare deforestazione) enormi. Oppure vari altri aspetti critici, dalle centrali a carbone per alimentare gli impianti agli scarti chimici nelle acque, fino alle condizioni disastrose in cui sono costretti a lavorare in molti casi gli operai, con tanto di schiavi bambini, in contesti dove fauna e flora vengono devastate e gli incidenti mortali sono tutt’altro che una rarità. “Il prezzo nascosto dell’auto elettrica”, ha sintetizzato Report (qui il servizio integrale).

Tanto è bastato al coordinatore di Forza Italia in provincia di Como nonché consigliere regionale lombardo, Sergio Gaddi, per sfoderare subito una sentenza delle sue: “L’unica scelta seria per difendere l’ambiente è rifiutarsi di comprare macchine elettriche”.
“Il servizio di Report è stato chiarissimo – aggiunge Gaddi – in nome del totem dell’auto elettrica, del cosiddetto ‘green deal europeo’, si stanno letteralmente distruggendo interi paesi per estrarre i minerali utili alle batterie, tra deforestazioni spaventose, inquinamento record, utilizzo del carbone, miniere dove persino i bambini lavorano in condizioni spaventose, non di rado con incidenti mortali. Una paradosso inaccettabile, senza contare che stiamo letteralmente consegnando alla Cina l’industria automobilistica europea, distruggendola alle basi. Avanti così e il più grande produttore di batterie e veicoli elettrici potrà tenerci in pugno, e per nostra scelta per di più”.

“Eppure, nonostante queste evidenze, l’Unione Europea ha deciso che dal 2035 non si potranno più vendere nuove auto con motori benzina o diesel, oggi peraltro pulitissimi. Una follia totale, assoluta, suicida – prosegue con veemenza Gaddi – Qui smantelliamo l’industria che in Occidente ha prodotto ricchezza, sviluppo e bellezza, in nome di Ztl folli, come quelle di Milano che vuole fermare persino i motorini. Intanto altrove l’ambiente che si vorrebbe difendere viene devastato, si contano i morti e la Cina ride”.

Secondo il consigliere regionale comasco “in Italia e in Europa siamo ormai vittima di una specie di religione cieca e se ti permetti di eccepire passi per un pericoloso negazionista. E’ una pazzia ed il motivo per cui io giro con un’auto che ha 25 anni che va a benzina. E la mia prossima auto, entro il 2035, sarà certamente ancora a benzina”.

“Ormai scelte strategiche e dibattito pubblico avanzano per dogmi, senza vedere ciò che Report ieri sera ha mostrato benissimo – conclude Gaddi – Inquinamento, schiavismo e distruzione del nostro sistema industriale in nome di un ambientalismo cieco, settario e peraltro, visti i costi della auto elettriche, solo per facoltosi. Una logica a cui non bisogna piegarsi”.

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12 Commenti

  1. Corriere della Sera, 22 Nov 2023
    di Bianca Carretto

    Volkswagen, il futuro dell’auto: «Elettrica e a guida autonoma»
    Il ceo per l’Italia Osegowitsch: piano da 180 miliardi per accelerare la svolta

    Marcus Osegowitsch, entrato nel Gruppo Volkswagen nel 2006, dopo essere stato direttore generale in Russia, è arrivato nel 2021 in Italia come amministratore delegato di Volkswagen Group Italia. Conferma che «stiamo vivendo la più grande trasformazione del settore da quando esiste l’automobile. Il Gruppo Volkswagen ha stanziato investimenti complessivi per 180 miliardi di euro, sino al 2027, il 68% destinato a digitalizzazione ed elettrificazione. Costruttori, aziende della componentistica e delle infrastrutture, istituzioni e legislatori, tutti siamo chiamati a fare la nostra parte. Tre i trend determinanti: auto elettrica, connessa e guida autonoma. Le auto elettriche sono lo strumento principale per ottenere una mobilità individuale “CO2 free”. La crescente digitalizzazione porterà nuovi servizi e inedite opportunità, tanto per i clienti, quanto per i costruttori. Ma il vero cambiamento sarà l’autonomous driving, che ridefinirà completamente il concetto di mobilità. Il Gruppo Volkswagen sta già effettuando test su strade pubbliche, con l’obiettivo di poter prenotare, nel 2025, un ID. Buzz — l’iconico van 100% elettrico — a guida autonoma, in ride sharing con lo smartphone».

    Come vede il futuro?

    «Il futuro è elettrico. Abbiamo già in gamma vetture che percorrono oltre 500 km con una sola carica e la disponibilità in Italia di oltre 47.000 punti di ricarica, di cui oltre 3.000 ultrafast. Già oggi il costo totale di proprietà calcolato su 5 anni di vita di una Volkswagen ID.3 è inferiore a quello di una Golf TDI. Per le grandi rivoluzioni tecnologiche, la prima fase è la più impegnativa ma anche la più stimolante».

    Come fate a essere ai vertici con il 16% di quota di mercato?

    «Con le marche che rappresentiamo — Volkswagen, Audi, Seat, Cupra, Škoda e Vw Veicoli Commerciali — ci rivolgiamo a un pubblico ampio: dai giovani alle famiglie, dalla clientela premium ai professionisti. Il nostro prodotto si distingue per qualità e innovazione, prerogative sempre molto apprezzate. Ma credo che l’attenzione che noi e le nostre reti di vendita e di assistenza poniamo nei confronti di chi ha scelto i nostri veicoli sia ciò che fa la vera differenza. La nostra storia in Italia è iniziata oltre 70 anni fa con la rete di assistenza, alla quale attribuiamo da sempre molta importanza».

    Che cosa è stato fatto per creare una migliore qualità di vita e di lavoro all’interno dell’azienda?

    «In Volkswagen Group Italia stiamo sviluppando una forte strategia che ruota attorno alle persone e al loro benessere, punta a valorizzare i talenti di ognuno, in un ambiente di lavoro positivo e sereno. Abbiamo propositi chiari e condivisi, anche con le nostre rappresentanze sindacali, teniamo in grande considerazione le necessità dei collaboratori: smart working , noleggio auto a canone agevolato, ristorante aziendale gratuito, assicurazione dell’intero nucleo familiare, sono alcuni esempi. Ci occupiamo, costantemente, di aspetti chiave come un mindset aperto al cambiamento, con progetti quali il think tank “VGHype” o il programma “Ideas on Board” che stimolano la creatività e al contempo promuovono l’innovazione in azienda e una cultura del dialogo basata su valori d’integrità, trasparenza, etica e inclusione. Sempre in ottica di trasparenza puntiamo a una retribuzione equa e garantiamo un piano di sviluppo personale con un percorso di carriera chiaro. Tutto ciò in un contesto dove performance e target sono sempre al primo posto. Siamo indirizzati verso persone coinvolte, che ci aiutino a creare un’azienda sempre più flessibile, dove la comunicazione è diretta e slegata da vincoli gerarchici».

    1. Mi dia lei minimo 30 k per un’auto elettrica decente (che sarà comunque da buttare nel cesso dopo 4 anni) e minimo altrettanti per adeguare gli impianti elettrici dei box (per chi ha la fortuna di averne uno), con installazione di ricariche fast. Grazie

  2. Gaddi rimane impaniato nel vero “dogma folle”, che è la pretesa di usare l’auto sempre e comunque, anche quando non è necessaria, in nome di una libertà personale che non ha nulla di libero. Qualunque sfruttamento massiccio della terra è deleterio: non è che estrarre il petrolio, raffinarlo, distribuirlo e usarlo non provochi disastri. La vera sfida è non già abbandonare l’auto, obbiettivo troppo lontano e utopico, ma limitarne l’uso al massimo: qui da noi, però, nessuno ci pensa davvero. Del resto abbiamo un ministro dei trasporti che pensa a tutto, tranne che ai trasporti. Le ZTL sono folli perché non sono vere ZTL, neppure quella di Como, che ormai è un colabrodo.

    1. Caro Said,meglio la deforestazione,il consumo di territorio, l’inquinamento dell’acqua,lo sfruttamento dei minori e la sudditanza alla Cina voluta dai sinistrati ecologisti e progressisti???

      1. Invece per il petrolio, che naturalmente viene estratto in modo ecologico e senza sfruttare nessuno, siamo totalmente indipendenti da Paesi terzi… Ma va là!

  3. Concordo pienamente da ben prima del servizio, per gli stessi identici motivi, troppe assurdita’ in nome dell’ inquinamento, e’ ora che qualcuno dica che il re e’ nudo !!!

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