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Nascosto tra i monti del Lago di Como il mistero del meraviglioso borgo fantasma: come raggiungerlo

Tra i verdissimi boschi delle montagne del Lago di Como che separano Colonno e Pigra ci si aspetterebbe solo alberi, sentieri o magari qualche vecchio capanno di cacciatori.

Invece tra una corteccia e l’altra ci si imbatte in Corniga, una piccola frazione di Colonno, formata da una ventina di case, una piccola chiesetta e immensi prati. Oggi è totalmente disabitata, se non per qualche intrepido escursionista e, d’estate, per qualche vecchio proprietario in villeggiatura. Le case sono antiche, fatte di sassi e cemento, le vie sono dei lunghi prati con ancora qualche ciottolo.

Si trovano piccole sedie in pietra e qualche abbeveratoio per mucche e cavalli. Ma non sono solo le strade deserte a parlare per il piccolo, anzi minuscolo, ‘paesino’. Carlo Bordoli, da sempre villeggiante del posto, racconta i suoi ricordi di infanzia, nei lontani anni ’50 e ’60: “Corniga non è mai stato un paese abitato durante tutto l’anno, era utilizzato soprattutto dai contadini durante l’estate per la produzione agricola”.

Il borgo infatti non è raggiungibile in auto a causa della strada stretta e non asfaltata. Raggiungerlo a piedi, parliamo quasi di trekking non di una semplice passeggiata, rimane l’unica soluzione. Corniga è raggiungibile sia dalla Valle Intelvi (da Pigra), che dal lago (da Colonno). Dopo la lunga camminata si riesce ad arrivare non solo alle antiche case ma anche a uno stupendo spiazzo dove potersi godere una sublime vista del lago.

“In quegli anni non potevamo permetterci di andare al mare”, ricorda ancora Bordoli. “Diventava così il nostro luogo delle vacanze dopo la scuola, dove poter giocare fino al tramonto. La sera ci riunivamo tutti attorno al fuoco con i nostri genitori e parenti, a raccontarci storie”.

Un giorno speciale per la piccola Corniga era, ed è in parte tutt’oggi, il 26 di luglio, festa di Sant’Anna. Tradizione voleva che, dopo la celebrazione religiosa, gli abitanti festeggiassero fino a tarda notte per le vie del piccolo borgo. “C’era una piccola osteria, che in quel giorno di festa passava tra le case con un asino, per portare i generi alimentari, come pane e farina, a chi ne aveva bisogno”.

Nonostante tutto le poche decine di proprietari non si arrendono al passare del tempo e non dimenticano le radici: negli scorsi anni è stata ristrutturata la piccola chiesetta, facendo rivivere, per quanto possibile, la memoria degli anni ormai perduti. Oggi Corniga non ha più la vivacità di un tempo: “Era un posto non solo per i nostri genitori per coltivare, ma anche per noi bambini, in anni in cui non avevamo niente. Oggi ci sono molte più possibilità di divertimento e svago per i giovani, per questo Corniga è ormai totalmente disabitata”.

Sicuramente non perde il suo fascino: “Rimane comunque il luogo ideale per una passeggiata, la sua tranquillità e bellezza paesaggistica sono impareggiabili”, conclude Bordoli.

Ciò che colpisce di questo piccolo borgo è la sua unicità, una piccola fetta di territorio che, nonostante gli anni passino, resta immutata in mezzo alla natura, fermando, senza poche difficoltà, il tempo e ricordando un’Italia contadina che ormai non c’è più.

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27 Commenti

  1. Leggendo questi commenti, ritorno con la mente agli anni ’60 quelli della mia gioventù. Purtroppo i luoghi di questa prima parte di vita,non sono più tali,del tipo “là dove c’era l’ erba ora c’è una città”””” quindi capisco certi appello a favore dell’ integrità del luogo,in modo da poter rivivere certe emozioni,certe sensazioni!!! Andava meglio,quando andava peggio!!!

  2. Conosco Corniga da quando ero un bambino; mio nonno aveva una baita e passavo le vacanze estive, lasciamolo come é, ci sono già due eventi annuali, la festa di Sant’Anna e quella di San Rocco, non c’é bisogno di altri eventi ne di trasformarla in eco villaggio con finalità di autonomia energetica ed alimentare…..molte baite ereditate dagli antenati sono state ristruttturate e abitate durante l’Estate da gente di Colonno e in qualche caso anche da forestieri che rispttano il villagio. Tuca mia al me Curniga.

  3. Che bei ricordi!! La mia nonna aveva una baita, noi nipoti passavamo parte dell’estate con lei, non c’erano servizi igienici, non c’era elettricità e neanche acqua corrente, ora impensabile! I materassi erano di pagliericcio. Il camino riscaldava,illuminava ed era la cucina. Per noi bambini era il massimo della libertà ! Il ricordo che ho è di profumi unici , che non ho mai più sentito 🙂❤️

  4. Posto ideale per organizzare un eco villaggio con finalità di autonomia energetica ed alimentare. Studiandone bene le modalità e creandolo tramite persone realmente motivate e determinate a cambiare stile di vita potrebbe diventare una realtà.
    Per chi non sapesse cos’è un eco villaggio, può consultare il sito:
    ecovillaggi.it

    1. Si può andare anche più avanti in macchina io sono andato e la strada che ti porta da Pigra a Monte Crocionie. Fidati che non ti pentirai andare tutto un altro mondo

      1. Si lascia la macchina alla funivia di pigra o alla vecchia latteria, da lì parte il sentiero nel bosco. Per i più temerari si può invece salire direttamente da Colonno,ben più impegnativa ma con viste lago stupende. Per questa seconda ipotesi si lascia la macchina a Colonno (sulla salita dove inizia la Greenaway) e si continua a salire,salire,salire. La strada è una sola,non si può sbagliare.

  5. Corniga una cartolina ! La si raggiunge pure dall’alpe di Colonno scendendo da circa 1200 metri. Bravo il nostro Carlo, per tutti Carletto, che ci racconta una vita dimenticata ma ancora condivisa d’estate dagli abitanti del paese lacustre, che salgono in quota per un poco di refrigerio, soprattutto per assaporare la gioia genuina dello stare insieme …
    L’autunno, il periodo più bello per una visita.
    GRAZIE Carletto !

      1. Bravo Carlo, conosco Corniga da quando ero bambino e mio nonno aveva una baita, lasciamolo come é senza eventi, agriturismi green o eco villaggio con finalità di autonomia energetica ed alimentare

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