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Distanze, posti dimezzati, mascherine, costi, controlli: i bus Asf e l’enigma ripartenza. Parla Martinelli

In vista del (mezzo) ritorno alla normalità del 4 maggio prossimo, uno degli ambiti centrali per la vita quotidiana sarà il trasporto pubblico. Il che, a Como, significa tantissime cose: treni, battelli, funicolare e naturalmente bus. Settore, quest’ultimo, che oggi si trova davanti a molti interrogativi.

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Uno su tutti: come si farà a far rispettare la tassativa distanza a bordo dei mezzi di Asf.

Qualche risposta prova a darla il presidente dell’azienda di trasporto comasca, Guido Martinelli.

“Per ora possiamo solo fare alcune parziali valutazioni sulla prospettiva – afferma – perché siamo in attesa di indicazioni precise dagli enti a cui facciamo riferimento, dall’Agenzia del trasporto fino a Regione e governo centrale. Non siamo preoccupati tanto della prima fase, poiché le scuole resteranno chiuse e pensiamo di poter fronteggiare bene l’inizio della ripartenza. Di sicuro servirà una grande riorganizzazione in prospettiva, non facile da immaginare ora per vari aspetti”.

Il primo, riguardo ai passeggeri, sarà quello del mantenimento del metro di distanza in funzione anticontagio.

“In quel caso, è chiaro che la capienza media di un bus sarà inferiore del 50% circa rispetto al normale – spiega Martinelli – Dunque, con un mezzo capace di trasportare soltanto la metà dell’utenza potenziale è chiaro che molte cose dovranno essere riviste. Anche perché i mezzi che abbiamo sono sempre quelli e il personale anche, è impensabile poter raddoppiare il servizio per compensare. Certo, qualche margine di flessibilità lo avremo, ma il tema di fondo rimane. Potrebbe certamente essere utile la riorganizzazione degli orari delle attività, senza più ore di punta e dunque con flussi maggiormente distribuiti sulla giornata intera”.

A oggi, Asf viaggia con un orario molto ridotto, praticamente quello estivo con qualche integrazione specifica. Ma se dal 4 maggio si dovesse ripristinare l’orario classico?

“Il fatto di non avere l’utenza scolastica ora aiuta sensibilmente, visto che costituisce gran parte del totale – dice il presidente di Asf – In futuro, se potessimo caricare soltanto il 50% dei passeggeri possibili per garantire le distanze, è chiaro che l’impatto della misura sarà da studiare bene. Ma anche qui, decisive saranno le indicazioni degli enti di riferimento, Autorità e governo”.

Per paradosso, la pressoché certa carenza di turisti rispetto alle stagioni passate, almeno sul fronte dell’organizzazione, potrebbe aiutare Asf. Ma qui poi subentra il tema economico e i mancati incassi da abbonamenti e biglietti.

“Le aziende di trasporto contano su due voci – spiega Martinelli – Ovvero, i corrispettivi pagati dagli enti pubblici e la bigliettazione. Quest’ultima, però, di fatto è quasi azzerata. E’ vero che abbiamo anche ridotto i costi, ma questo bilanciamento può tenere sul breve periodo. Sarebbe insostenibile nel lungo. Intanto abbiamo fatto una iniziale richiesta di adesione al Fondo di solidarietà”.

A bordo dei bus, poi, si presenteranno altri temi: il controllo sul rispetto della distanza e sull’utilizzo delle mascherine da parte dei passeggeri e poi la sicurezza del personale di Asf.

“Chi controllerà, ad esempio, che i viaggiatori rispettino tutte le indicazioni? – si domanda il presidente di Asf – Non potrà certamente essere il nostro personale, che anzi dovrà a sua volta avere la garanzia di poter lavorare in sicurezza. Noi come azienda abbiamo fornito i necessari dispositivi di sicurezza e procediamo con le sanificazioni costanti, ma la questione non potrà riguardare soltanto le aziende”.

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2 Commenti

  1. Avrei delle domande da porre.
    Quindi, al 4.05.2020 quando si inizierà di nuovo a lavorare, come faccio a sapere alla mia fermata che il bus è già carico al 50%? Corro il rischio di non venire caricata in quanto il limite é gia stato sorpassato? Come verranno quindi prenotati i posti? Se dovessi fare ritardo e non riuscissi a prendere il bus che ho prenotato, come faccio?

  2. Mah. Mi sembra un falso problema. Anzi sarebbe una buona notizia che il trasporto pubblico di Como operasse al 50% di riempimento. Ora quanto è? Il 15%. Grazie

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