Ieri ben più di qualche avvisaglia, la richiesta di chiudere tutto in Lombardia a causa del Coronavirus è chiarissima. Lo abbiamo raccontato qui:
Coronavirus – Lombardia, drammatico appello dei sindaci al Governo: “Chiudete tutto: aziende, uffici, bar. A rischio il diritto alla cura”
Coronavirus – Lombardia: si fa concreta l’ipotesi del coprifuoco totale. Gallera e Fontana: “Altri 15 giorni così non li reggiamo”
Il documento dei sindaci di Anci e Upl è diventato una richiesta ufficiale del presidente Attilio Fontana:
Chiusura di tutte le attività commerciali al dettaglio, ad eccezione di quelle relative ai servizi di pubblica utilità, ai servizi pubblici essenziali, alla vendita di beni di prima necessità.
Chiusura di tutti i centri commerciali, degli esercizi commerciali presenti al loro interno e dei reparti di vendita di beni non di prima necessità. Restano aperte le farmacie, le parafarmacie e i punti vendita di generi alimentari e di prima necessità.
Chiusura di bar, pub, ristoranti di ogni genere, delle attività artigianali di servizio (es. parrucchieri, estetisti, ecc..) ad eccezione dei servizi emergenziali e di urgenza, di tutti gli alberghi e di ogni altra attività destinata alla ricezione (es. ostelli, agriturismi, ecc..) ad eccezione di quelle individuate come necessarie ai fini dell’espletamento delle attività di servizio pubblico, di tutti i servizi terziari e professionali, ad eccezione di quelli legati alla pubblica utilità e al corretto funzionamento dei settori richiamati nei punti precedenti.
Sono alcune delle proposte formalizzate oggi al Governo dal presidente della Regione Lombardi, Attilio Fontana, in accordo con i sindaci della Lombardia, per porre in essere ulteriori misure di contenimento della diffusione del virus Covid-19.
Le richieste andrebbero ad integrare il DPCM 8 marzo 2020, pubblicato in Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 59 dell’8 marzo 2020.
Nel documento inviato dalla Regione al Governo si comunica altresì che “per quanto riguarda le restanti attività produttive è già stato raggiunto un accordo con Confindustria Lombardia che provvederà a regolamentare l’eventuale sospensione o riduzione delle attività lavorative per le imprese”.
“Sono in via di definizione ulteriori accordi – si spiega ancora nella proposta – con le associazioni di categoria per definire misure contenitive specifiche aggiuntive”.
Il premier Giuseppe Conte già ieri non ha escluso di accogliere la richiesta ma ha sottolineato come non ci si debba lasciar portare dall’emotività.
“L’atteggiamento del governo è di nessuna chiusura verso eventuali misure più restrittive- spiega il premier dalle pagine di Repubblica – Siamo disponibili a seguire l’evolversi del contagio, la curva epidemiologica, e a valutare le richieste che ci dovessero pervenire dalla lombardia o dalle altre regioni”. Ma aggiunge: “Accanto all’obiettivo prioritario della tutela della salute, dobbiamo tener conto che ci sono libertà civili e la libertà di impresa. Dobbiamo sempre procedere con attenzione. Vedo sondaggi che dicono che la maggioranza degli italiani è favorevole a misure più restrittive. Stiamo attenti: non affidiamoci a istanze emotive. Non vorrei che si levasse un dibattito pubblico che chiede in modo parossistico misure sempre più restrittive e domani accorgerci che gli altri interessi in gioco non rimarrebbero più in piedi, che sarebbero stati completamente conculcati”.