Diventa un caso politico nazionale quello dei contagi e dei decessi di massa nelle case di riposo lombarde.
I deputati e senatori PD lombardi hanno infatti chiesto al Ministro della Salute, Roberto Speranza, di fare chiarezza su quanto avvenuto nelle Rsa della regione “in merito alle indecisioni e ai ritardi di Regione Lombardia nel chiudere i servizi residenziali al pubblico e di sospendere quelli semi-residenziali per anziani e disabili, come richiesto dagli stessi gestori e diversamente da come hanno operato altre Regioni principalmente coinvolte dal Covid-19”.
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Ad annunciarlo è la deputata comasca del Partito Democratico Chiara Braga con la presentazione di un’interrogazione parlamentare che faccia chiarezza sull’esplosione dei contagi da Covid-19 nelle case di riposo lombarde. La quale – in un quadro ovviamente più ampio e diffuso – cita espressamente i casi di Dizzasco, Albese con Cassano ed Erba.
“Non solo – aggiunge l’esponente dem – Nelle Rsa dove si è sviluppato maggiormente l’infezione virale nessun tampone venne fatto né agli operatori, con il rischio di tramutarli in vettori di infezione, né agli ospiti particolarmente fragili e con comorbilità. Ancora oggi, in tante strutture, con il possibile rientro dalla quarantena obbligatoria di molti operatori, nessuno del personale qui attivo è stato ancora sottoposto al test di rilevazione dell’Rna”.
“I numeri drammatici dei decessi nelle residenze sociosanitarie per anziani lombarde stanno facendo emergere tutti i limiti di chi a livello regionale avrebbe dovuto garantire la tutela della salute pubblica – spiega la parlamentare comasca – Alquanto improvvida è stata la decisione adottata dalla giunta di Regione Lombardia, lo scorso 8 marzo, di chiedere proprio alle Rsa di ampliare la loro ricettività in modo da ospitare, in funzione deflattiva sugli ospedali, i casi meno gravi di pazienti contagiati da coronavirus. Un’azione sconsiderata che ha acceso la miccia dei contagi tra gli anziani e le persone fragili lì ricoverate”.
“I dati, da questo punto di vista, parlano chiaro: su 1130 decessi in case di riposo il 49,8% era Covid-19 positivo o con sintomi simil-influenzali; inoltre, tutti gli ospedalizzati (85 persone su 70 strutture che hanno risposto al quesito, per un rapporto di 1,2) presentava sintomi o positività al Covid-19. La proiezione di queste cifre sul totale delle RSA (ha risposto all’indagine solo il 14% delle strutture contattate) potrebbe portare a un riscontro di migliaia di morti”.
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“Un quadro inaccettabile e desolante che ha colpito anche il territorio comasco dove proprio in questi giorni si sono riscontrati allarmanti casi di positività da Covid-19 in diverse Rsa come quella di Dizzasco, di Albese con Cassano, di Erba”.conclude Braga.
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“Per queste ragioni abbiamo chiesto di verificare se da parte di Regione Lombardia siano state fornite tempestive indicazioni e adottate adeguate misure precauzionali per evitare il contagio all’interno delle Rsa lombarde, per garantire l’universalità della tutela del diritto alla salute e l’adeguata assistenza dei soggetti più vulnerabili come gli anziani”.