L’emergenza sanitaria è sempre la prima cosa, lo sappiamo molto bene.
Ma intorno al Coronavirus si sta costruendo una fitta rete di storie, di vicende pubbliche e private tutte frutto delle prime, e già pesanti, conseguenze economiche.
Partite ben prima del bollone gigante sulla Lombardia diventata Zona Rossa.
Così ci arriva la lettera di Jacopo Nosi Martignoni, fratello di Nathan, di cui abbiamo scritto di recente.
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Anche Jacopo è imprenditore nel settore della ristorazione, enogastronomia, accoglienza. Pochi a Como non conoscono il suo Una finestra sul lago.
Come simbolo di molte realtà, testimonianza diretta e sul campo, pubblichiamo dunque il primo racconto di una crisi che si chiude a maglia stretta sugli imprenditori e a cascata su dipendenti, fornitori e collaboratori.
Ma con la profonda speranza di Jacopo, che mette al primo posto un’idea, una voglia, un bisogno: “Spero di farvi sentire meno soli”.
E il suo giro nel bosco è la traccia più bella di una volontà che non si piega.
Eccola:
La situazione è drammatica e spero, con questo messaggio, di sensibilizzarvi e farvi sentire meno soli in questo momento buio.
La priorità ora dev’essere contenere il contagio, non possiamo permetterci che crolli il sistema sanitario e ognuno di noi deve contribuire come può, è indispensabile.
Allo stesso tempo non starò a casa.
Tre anni fa, da un’idea imprenditoriale mia e del mio amico Glauco nasceva Una Finestra Sul Lago, la nostra bambina ancora fragile ed inerme, la nostra avventura, la nostra vita, tutto!
In questo momento grigio, il suo futuro è compromesso e noi abbiamo il dovere di difenderla, lavorare e combattere per far si che questa storia d’amore non finisca cosi e che questi anni di duro lavoro non vengano vanificati.
Ad oggi lo stato e soprattutto la fantomatica “Europa”, a differenza della Cina, non sono entrati a gamba tesa per salvare il futuro di tutte le piccole/medio imprese come la nostra e questa è una cosa inaccettabile.
Io domani mattina uscirò di casa e andrò a trovare compromessi economici con i fornitori, chiamerò i nostri ragazzi cercando di tranquillizzarli e poi farò una passeggiata nel bosco interrogandomi su come finirà questa brutta storia e su come riusciremo a pagare gli impegni presi.
Così farò tutti i giorni finché gli stessi, sopracitati, non ci daranno garanzie.
Serve un piano economico ora e servono strutture ospedaliere ora!
Jacopo Nosi Martignoni
6 Commenti
Bel Ristorante, Complimenti! Finita questa disavventura, i miei amici ed io saremo a mangiare da Lei.
Credo che il miglior aiuto che si possa avere per realizzare un sogno, non siano gli aiuti dell’Europa o quelli dello Stato o quelli della Regione Lombardia ma il proprio lavoro e la soddisfazione dei propri clienti.
Vedrà che, anche con gli aiuti Europei (flessibilità) e dello Stato (liquidità alle piccole imprese e agevolazioni sui prestiti contratti) ne uscirà alla grande ma soprattutto ne uscirà grazie ai suoi sogni che non si arrenderanno all’epidemia.
Certo è un periodo difficile per tutti, ma trovo che queste lamentele da parte dei ristoratori che fino ad oggi hanno disatteso praticamente tutte le misure di sicurezza (come la distanza di un metro), siano affiorate solo adesso che vengono toccati nel vivo, quando è da 3 settimane che palestre e alcune categorie di liberi professionisti non percepiscono nulla. È proprio a causa del mancato rispetto delle regole ci si trova in questa restrizione ancora più forte, non escludendo che ci saranno misure ancora più severe se i contagi non si fermeranno. Bisogna reagire si, ma ascoltando i consigli e gli obblighi di chi è più esperto di noi senza dare colpe, troppo facili, a governo o il mancato taglio di imposte. sarà un sacrificio per tutti bisogna collaborare e sperare che tutto finisca il più presto possibile.
Adeguatevi! Fate consegne a domicilio.. reinventatevi per il momento! Non pretendete che qualcuno vi tenda una mano perché al momento siamo tutti sulla
Stessa Barca
Spero la gente si ricordi di tutti quelli, amministratori compresi, che fino a ieri erano convinti sostenitori del Lombardia, Milano, Como, Tremezzina non si ferma ecc ecc e adesso fanno proclami di restare in casa…
Aspetterei a settembre per la passeggiata nel bosco magari trovi anche qualche bel porcino per il risotto.
Ok, facile demandare il problema ad altri. Sono curioso di sapere cosa uscirà dal bosco. Dal canto mio farò di tutto per tenete i contatti con i clienti e i fornitori, ai ristoratori posso però dire di non fare inutili piagnistei, di rimboccarsi le maniche e di promuoversi come ambienti sicuri, salubri e gradevoli, dimostrando di rispettare le dovute precauzioni anti contagio e tutto quanto possa fare colpo sui clienti che anche in questo momento avrebbero voglia di svago e buna cucina… Certo, per garantire sicurezza e distanze i locali non potranno essere pieni, ma non sareste comunque fermi…