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Coronavirus – Scuole chiuse: “Meno compiti. Io, mamma lavoratrice con tre figli, una di loro Dsa, mi appello ai professori”

Scuole chiuse da settimane, la Lombardia Rossa da ieri, le città quasi deserte e ciascuno che deve fare i conti con una vita completamente rivoluzionata.

I racconti di esistenze trasformate dall’emergenza Coronavirus sono tanti. Ne abbiamo riportati alcuni in questi giorni. Poi abbiamo pubblicato diversi punti di vista: è il caso della lettera di Elisabetta Patelli:

Lettera di Elisabetta Patelli ai docenti: “Non si educa con dosi massicce di compiti via mail”

Missiva che ha aperto un dibattito intenso tra i lettori.

In mezzo a numerosi commenti lasciati su queste pagine troviamo anche la storia di una mamma che racconta le immense difficoltà di una famiglia che fa i conti con l’infezione, le scuole chiuse e la didattica a distanza. Eccola:

Buongiorno a tutti, sono mamma di 3 bambini, non e facile stare dietro a tutti con i troppi compiti.

Addirittura i professori non si rendono conto che dare verifiche a tempo limitato sull’app (6 minuti) per una ragazzina Dsa (Disturbo Specifico dell’Apprendimento, Ndr) non è l’ideale.

I libri li hanno e gli esercizi da fare pure. Ok a spiegazioni su video da poter guardare tutte le volte che vogliono ma non esercizi a tempo che distolgono l’attenzione dal fare l’esercizio con l’ansia doppia nelle difficoltà dei bambini Dsa. Io parlo per la mia.

Noi genitori comunque continuiamo ad andare a lavorare e comunque abbiamo il doppio lavoro da fare in casa, passare mezza giornata a fare i “carabinieri” per i compiti entro una data, oppure fare ripetizioni che non ci competono.

Non è il mio forte. Non sono io preparata a fare la professoressa.

E non si può neanche assoldare qualcun altro per rispiegare le lezioni perché,  1 e dispendioso e 2 bisogna evitare i contatti.

Quindi per favore professori: abbiate un occhio di riguardo per i bambini con difficoltà, spiegate senza dilungarvi e se potete non lasciate troppi compiti, perché comunque i bambini sono impegnati in casa per aiutare anche noi.

I bimbi grandi danno una mano nella cura dei bimbi piccoli. Io mamma lavoratrice, quando sono a casa, non riesco a lasciare la piccola per star dietro al timer dei compiti delle altre.

Poi parlo per me…

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3 Commenti

  1. Salve, come madre e docente, sto vivendo un grande disagio. Ho due figli di 15 e 9 anni. Abbiamo un unico computer da dividere in 3, perché come docente sono chiamata a fare videolezioni per i miei studenti. I figli hanno a loro volta materiale online o videoconferenze da seguire. Il grande segue in maniera autonoma le sue lezioni, invece il piccolo che frequenta la terza primaria, ha gravi difficoltà di apprendimento e non vuole fare nulla, piange di fronte al quaderno. Prima del coronavirus, lui stava facendo la valutazione per la certificazione, ma tutto è stato interrotto per questa immane tragedia. Prima lui andava a fare i compiti in parrocchia, dove c’erano delle maestre in pensione che lo seguivano. A casa io faccio un’immensa fatica a seguirlo. Ogni cinque minuti si alza e si distrae. Un intero pomeriggio per scrivere una frase. Alla fine mi arrendo e non gli faccio fare nulla, perché creare ogni giorno un clima di terrore e pianto, dovendo stare chiusi in casa , non è certo il massimo. Lui e il fratello stanno troppe ore con la play. Prima li tenevo lontani con tante attività fuori di casa: sport, scout e oratorio. Adesso si chiudono sempre di più nel loro mondo virtuale. Le maestre non fanno le videoconferenze ma si limitano a mettere video da visionare e schede da stampare, compilare, scannerizzare e rimandare.
    Purtroppo prima delegavo molto ad altri, adesso mi trovo a dover fare tutto quello che gli altri non possono più fare. Adesso mi trovo ad ammettere la mia incapacità genitoriale.
    E’ una situazione molto difficile

    1. Gentile Monica, è una testimonianza forte, intensa, che merita certamente di essere letta e condivisa oltre i commenti al sito. La contatteremo a breve.
      Grazie di cuore per aver condiviso con noi la sua storia.

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