Le raccomandazioni contenute nel decreto emanato pochi giorni fa sono chiarissime: rimanere in casa il più possibile, evitare ambienti affollati e rivolgersi al medico in caso di sintomi sospetti.
Ma come possono affrontare l’emergenza Coronavirus le persone che vivono e dormono per strada? Che misure sono state prese per tutelare la loro salute e, di conseguenza, quella di un’intera comunità?
Per capire come l’amministrazione sta affrontando questa situazione, abbiamo contattato l’assessore alla Sicurezza Elena Negretti, in prima linea in questi giorni di emergenza ma attenta, spesso anche a titolo personale, alle necessità di chi dorme sotto i portici della città: “Sono appena passata dai portici di San Francesco e ho parlato con chi stava dormendo lì sotto raccomandando di mantenere una distanza adeguata tra loro – spiega – fortunatamente in questo momento solo pochissime persone, all’incirca tre, dormono lì quindi non abbiamo un problema di sovraffollamento. Certo, sarebbe utile poter fare controlli puntuali sullo stato di salute di queste persone ma in questo momento c’è anche un problema di risorse: non abbiamo medici disponibili, sono tutti impegnati a contrastare l’emergenza in altri ambiti”.
E per chi trascorre la notte nei dormitori cittadini? “Ci siamo confrontati con i sindaci di altre città alle prese con gli stessi problemi e sono in stretto contatto con il responsabile della Caritas Roberto Bernasconi – chiarisce l’assessore – abbiamo adottato un protocollo preciso per far fronte a questa emergenza: abbiamo distanziato i letti e, prima di accedere ai dormitori, a tutti viene misurata la temperatura. Se supera i 37.5 gradi, non esistendo la possibilità di rivolgersi a un medico di base, viene allertato il 112. Sono anche in arrivo le mascherine da distribuire a utenti e volontari e speriamo di riuscire a estendere l’apertura dei dormitori a fine aprile, anche nel caso lo stato di emergenza venisse prolungato”.
L’assessore coglie anche l’occasione per lanciare nuovamente l’appello a restare in casa: “E’ un atto di responsabilità nei confronti di chi si sta prodigando negli ospedali per far fronte a questa emergenza. E poi ci sono persone fragili che possono aver bisogno di cure e non ha senso intasare le strutture. State a casa e evitate che il contagio si diffonda”.
Intanto stamani dopo settimane di richieste pressanti (in testa l’ex consigliera comunale e ex assessore Patrizia Maesani) oggi gli addetti sono intervenuti per sanificare il portico dell’ex Chiesa di San Francesco eletto, è noto, a dormitorio spontaneo da alcuni senzatetto e quasi sempre in condizioni igieniche al limite.
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