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Covid – Affondo Magatti: “Metà dei morti nelle Rsa. Il pericolo non sono bambini e anziani all’aperto o i runner. Basta spazio a mediocri kapò”

Prende nuovamente la parola e si scaglia contro la gestione sanitaria e politica dell’emergenza Covid19.

Lo fa dopo tre mesi, visto che “di dati più accurati e significativi di quelli incerti e confusi di febbraio e oggi sono chiare le condizioni di rischio. Dobbiamo quindi aggiustare la nostra descrizione del problema”.

Bruno Magatti, ex assessore ai Servizi Sociali, oggi consigliere di minoranza di Civitas, era intervenuto due settimane fa:

Dura accusa di Magatti: “Basta retorica dell’eroe e subito tamponi per medici, infermieri e operatori. Perché Ats non li fa?” 

Ora  propone un nuovo e articolato elenco in cui, pur senza nomi e cognomi, le accuse sono chiare e guardano a Palazzo Lombardia, sede del governo Lombardo.

Più di un mese fa, tra i primi a esserne consapevole, descrivevo ciò che stava succedendo nelle nostre RSA, nelle RSD e in molte case private.

Ora l’OMS dichiara che metà dei morti Covid-19 erano ospiti di RSA. In Italia: il 44,1% dei contagiati di aprile sono ospiti di RSA e solo il 4,2% ha contratto il virus nel luoghi di lavoro (e lo sono anche RSA, RSD e ospedali!). Uno su quattro (il 24,7%) lo ha contratto in ambito familiare (ma quanti riconducibili a operatori sociosanitari?) e il 10,8% proprio in un ospedale o in un ambulatorio.

Ogni “nuovo” contagio è precedente al momento della sua conferma con tampone, ma non si sa di quanto.

In Germania, dove poche sono le vittime del virus, sono permesse passeggiate di adulti e bambini, gite al mare, accesso alle seconde case, con la condizione di mantenere il distanziamento sociale. Nel nostro Paese, più avvezzo al “rigorismo” che al rigore, si dispiegano forze dell’ordine per perseguire colpe inesistenti e allestire un contenzioso inutile e dannoso.

Disponiamo, dopo tre mesi, di dati più accurati e significativi di quelli incerti e confusi di febbraio e oggi sono chiare le condizioni di rischio. Dobbiamo quindi aggiustare la nostra descrizione del problema.

1. il “pericolo” non è, come non è mai stato, da ricercare nei bambini all’aperto con i genitori, nei runner o negli anziani che passeggiano

2. è stata dimostrata l’efficacia di un approccio medico tempestivo e calibrato come unica via per contenere i ricoveri e il collasso ospedaliero

3. non è più giustificate la pretesa della clausura dei bambini, che sono anche la fascia che meglio sembra abbia reagito al virus. I medici di AMPAS definiscono una “crudeltà” continuare a vietare loro giochi all’aperto, passeggiate, un’attività fisica accettabile, la frequenza della scuola e la vita di relazione

4. non c’è bambino che non abbia capito perfettamente la singolarità di questo momento e che non abbia posto domande agli adulti di riferimento: e ci sono poi bambini solitari, bambini rinchiusi in appartamenti minuscoli, bambini cui da due mesi non è permessa una corsa né il ristoro di uno spazio aperto

5. per venire a capo di una situazione oscura e fuori controllo, dovuta anche alla colpevole assenza di sentinelle, si sono ignorate le patologie psicologiche, i problemi di salute mentale, le disabilità, l’autismo: sembra non interessare ciò che sta succedendo sul tema del benessere psicologico né prevenirne l’esplosione

6. ansia, frustrazione e aggressività vanno subito riorientate verso bersagli diversi dal “vicino di casa” ( e non sarà semplice)

7. la paura irrazionale, esito della percezione di un pericolo prima rimosso e poi rappresentato onnipresente e invincibile, va rielaborata alla luce delle conoscenze acquisite

Il punto resta la condivisione di un’analisi oggettiva, corroborata da dati rigorosi e completi, libera da narrazioni preordinate e capace di descrivere un fenomeno che si presenta ora molto diverso da come subdolamente e aggressivamente si era manifestato tre mesi fa.

Alla luce delle mutate condizioni e nel rispetto delle minime cautele dovute e da mantenere solo fino a che sarà necessario, deve essere ripristinato il diritto a circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, previsto dall’art. 16 della Costituzione, che si coniuga con altri sostanziali diritti

• allo studio per bambini e ragazzi
• a una vita sociale libera
• al lavoro
• di praticare sport
• di uscire all’aperto
• di esercitare il culto
• di celebrare i funerali
• di sposarsi
• di manifestare

L’attenzione alle condizioni più vulnerabili (anziani, diabetici, ipertesi, obesi, cardiopatici) resta un elemento irrinunciabile da realizzarsi sia con informazioni dettagliate all’intera popolazione sul rischio di infezione, sia con raccomandazioni mirate agli interessati.

Non possiamo però dimenticare i danni collaterali di questi mesi che hanno colpito proprio questo segmento di popolazione costretta a sospendere le cure, rinviare interventi programmati, rinunciare a ricoveri o esami in ospedali infettati.
Più d’uno in questi mesi (pagina FB “NOI DENUNCEREMO”) ha atteso invano la visita del medico, accettato di assumere farmaci “senza una diagnosi” (il tampone è sempre arrivato dopo). Fatti gravissimi.

In questi ultimi giorni si stanno mettendo a fuoco errori, problemi e responsabilità.
Spazziamo via ogni retorica bellica: non esiste alcuno “stato di guerra”. Pochi sono gli errori giustificabili con l’emergenza.

È stata, piuttosto, messa alla prova la rete dei presidi sanitari, che sono costruiti dai “sistemi politici”, in equilibrio con valori di democrazia e libertà. La risposta più alta si dà dove la cultura di un popolo più e meglio si integra con il senso di responsabilità, dove la paura si vince con la ragione, senza bisogno di dar spazio a piccoli mediocri kapò.

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3 Commenti

  1. Speriamo che venga istruita una commissione d’inchiesta che faccia PIENA luce sulle responsabilità mediche e civili e che i responsabili vengano puniti e non insabbiati, come al solito, per ragioni politiche !

  2. Il dott. Gutiérrez non si è ancora dimesso?!? Se non lo hanno fatto Fontana, Gallera, Turba e gli altri fenomeni da baraccone che hanno votato la delibera dell’8 marzo, perché dovrebbe farlo lui?

  3. MAGATTI non parli in astratto dell’ATS !!
    La gente non ha cognizione di quello che l’azienda poteva e doveva fare.
    Ora visto che diciamo tutti che da qui si deve ripartire diciamo pure che il dott. GUTIERREZ a capo dell’ATS deve dare risposte concrete su quello che e’ successo.
    Basta con retoriche e demagogie
    da ora in poi nomi e cognomi

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