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Covid – Autocertificazione, quinta versione: sì, forse, anzi no. Di sicuro non si dovranno fare i nomi dei ‘congiunti’

Una cosa è certa, chi andrà a visitare i congiunti non dovrà indicarne nome e cognome, ovvia questione di privacy.

Se in un primo momento pareva certa, stanti le intenzioni del Governo, una quinta versione dell’autocertificazione in vista della Fase2 (4 maggio) ora le cose si fanno diverse.

Prima però il pasticciaccio sulla questione affetti. Abbiamo cercato di dipanarlo qui:

Fase2, visite ai congiunti dal 4 maggio. Il governo chiarisce: “Anche fidanzati e relazioni affettive stabili” 

Ora l’ipotetico dietrofront, staremo a vedere. Quanto si apprende è che l’esecutivo romano non vorrebbe più diffondere una nuova versione, la quinta, del documento utile a uscire di casa (comunque obbligatorio, almeno, fino al 18 maggio).

Sono in corso di composizione diversi chiarimenti e correzioni circa il Dpcm di domenica scorsa.

Ebbene, è stato evidenziato come, per privacy si diceva, i cittadini non dovranno scrivere il nome del parente (o affetto o fidanzato o relazione affettiva stabile) che vanno a trovare. Di più, le forze dell’ordine non avranno il diritto di chiederlo.

Quindi dovrebbe bastare il vecchio modulo, dichiarando “assistenza congiunti” per quanto non vi siano motivi di urgenza.

In attesa delle circolari del Viminale e dell’aggiornamento delle Faq sul sito del governo questo pare l’orientamento di massima. E questo rimane il modulo valido.

Come scrivevamo arriverà anche il chiarimento sul divieto di recarsi nelle seconde case.

Seconda casa nella regione di residenza? Il decreto non chiarisce ma per la ministra: “Bisogna restare nel proprio domicilio” 

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