Timori, forti, in vista della ripartenza di settembre con un’epidemia in corso e dati che sembrano indicare possibili nuovi focolai.
Così i pendolari lombardi chiedono “regole chiare e senza ambiguità valide su tutto il territorio nazionale, in particolare sui treni che effettuano i Servizi Regionali Ferroviari”.
Le ragioni vengono evidenziate con chiarezza: “Come rappresentanti dei viaggiatori siamo preoccupati, come moltissimi utenti, dalla prospettiva dell’occupazione del 100% dei posti dell’offerta attuale, specie se attuata senza alcun controllo sull’effettivo rispetto delle misure sanitarie di prevenzione. In ogni caso – sottolineano in una nota stampa – non è accettabile che la responsabilità della sicurezza sanitaria sia scaricata esclusivamente sugli utenti, in quanto le regole devono essere rispettate non solo da parte degli utenti, ma anche con la responsabilizzazione di tutte le parti in causa, quali gli Enti Regolatori ed i Gestori dei servizi di Tpl”.
La richiesta è chiara: “Governo e Regioni concertino delle norme comuni, ma prevedano l’attuazione obbligatoria di opportune misure compensative nei casi in cui, per assicurare la mobilità dei cittadini, sia necessario ridurre il distanziamento a bordo dei mezzi di trasporto pubblico”.
Evocato un piano di manutenzione straordinaria: “per incrementare l’affidabilità del servizio ferroviario, limitando così soppressioni e ritardi che sono tra le maggiori cause di formazione di assembramenti ed incremento della permanenza a bordo”. E ancora: “L’obbligo, da parte dei Gestori, di effettuare gli opportuni controlli sul rispetto del distanziamento, ma anche di fornire le mascherine ai viaggiatori che ne fossero sprovvisti ed installando distributori di disinfettante a bordo treno”.
Quindi chiedono: “Pena la sospensione della contribuzione pubblica, di effettuare non solo il 100% dei servizi rispetto alla situazione ante-Covid, ma di incrementare le corse e il numero delle carrozze ovunque sia possibile, al fine di contenere il più possibile l’affollamento e della revisione delle norme, spesso obsolete, che governano la circolazione dei treni, in modo da incrementare le tracce disponibili sulle infrastrutture per potenziare i servizi”.
Infine, si chiede chiarezza sul fronte degli abbonamenti annuali: “in quanto i Gestori di TPL dichiarano di voler provvedere al solo rimborso della quota dei due mesi di marzo ed aprile, ma non per i successivi. Un’autentica presa in giro per i moltissimi pendolari in cassa integrazione o in smart working imposti dall’emergenza sanitaria, ai quali i Gestori dei servizi di TPL, ed in particolare Trenord, avevano sempre assicurato che sarebbero stati rimborsati gli abbonamenti per l’intero periodo di mancato utilizzo”. E denunciano: “La mancanza di disponibilità ad un confronto su questi temi da parte di Regione Lombardia, la quale non ha nemmeno convocato gli ultimi tavoli di quadrante (ovviamente in call) con i rappresentanti dei Viaggiatori e dei Pendolari, nonostante la nostra esplicita disponibilità a collaborare per affrontare la pianificazione delle fasi 2 e 3”.
Un commento
A settembre sarà una tragedia. Chi conosce il pendolarismo, sa molto bene che con l’apertura delle scuole e delle università, il distanziamento sui treni e più in generale sui mezzi pubblici non sarà possibile neppure nel caso di raddoppiamento del numero delle carrozze e delle corse. L’unica soluzione, per chi può, è continuare con lo smartworking e con la formazione a distanza. È l’unico modo per ridurre il numero dei viaggiatori senza creare code e ingorghi infiniti alle porte di Como e di Milano. Un minimo di realismo è d’obbligo.