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Covid – Il Ticino vuole il pugno di ferro in dogana: “Subito maggiori controlli”

Una chiara esortazione.

E’ arrivata oggi dal Consiglio di Stato (l’organo di governo del cantone) ticinese al Consiglio Federale (organo di governo centrale).

La richiesta, come riporta il Corriere del Ticino, è chiarissima, introdurre “maggiori controlli alla frontiera tra Italia e Svizzera” e “dichiarare lo stato di situazione straordinaria”.

Dal 15 giugno scorso, infatti, con la fine della prima ondata Covid, la Svizzera ha riaperto alla libera circolazione nell’area Schengen. Gli svizzeri che vogliono andare in Italia devono solo stare attenti alle norme, zone e colori, del nostro paese. E, scrivono sulle colonne di Cdt, “anche per gli italiani, al di là delle ragioni lavorative, venire in Ticino non è certo un’impresa”.

Dunque per il Consiglio di Stato le frontiere sono troppo facilmente oltrepassabili in piena seconda ondata.

“Durante la prima ondata – ha detto la portavoce dell’Amministrazione federale delle dogane (AFD, ndr) Donatella Del Vecchio – abbiamo vissuto un periodo di eccezione. Il Consiglio federale aveva dichiarato la situazione straordinaria e poi aveva imposto delle restrizioni alle condizioni di entrata in Svizzera. L’Afd aveva quindi proceduto, oltre ad un controllo sistematico, a indirizzare il traffico unicamente sui valichi maggiori. Dal 15 giugno, questa situazione straordinaria è venuta a cadere ed è stata ripristinata la libera circolazione”. Oggi i controlli non sono più sistematici e i controlli sono effettuati a campione.

Anche il tursimo degli acquisti, al netto delle franchigie, non può più essere sanzionato.

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