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Como, la consigliera comunale Torresani: “Green pass per la dittatura, ci stiamo preparando a una falsa libertà”

Un semaforo verde sulla copertina di Facebook e un messaggio chiarissimo: “Faccio appello a chi ha ancora il coraggio del dissenso politico. Green Pass per la dittatura. Ci stiamo preparando a una falsa libertà”. Così Pierangela Torresani, consigliere comunale nel Gruppo Misto.

“La mia è una scelta strettamente personale e completamente slegata dalla politica e dal gruppo consigliare di cui faccio parte – spiega Torresani, che abbiamo contattato per un commento – non sono una negazionista, so bene che il virus esiste, tanto che vado ancora in giro indossando sempre la mascherina, ma credo fermamente che, quando uno Stato impone un obbligo con queste modalità, non è più uno Stato che rispetta la libera scelta di ogni individuo garantita dalla nostra Costituzione”.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso per lei, ormai in pensione dal 2019, è stato il decreto in fase di pubblicazione che impone il Green Pass anche sui luoghi di lavoro: “Non ho mai voluto fare polemiche e sono stata zitta fino a questo momento, ma ora che è uscito questo ultimo decreto la delusione è troppa – spiega – ritengo che la libertà di scelta dovesse essere garantita o, in caso contrario, lo Stato doveva rendere obbligatorio il vaccino assumendosene la responsabilità perché quella a cui adesso ci si trova davanti non è una scelta. E non mi si parli di consenso informato fatto firmare a chi si sottopone al vaccino: ho sempre sostenuto fermamente l’importanza di questo documento perché dava la possibilità al paziente di scegliere della propria salute mentre in questo caso i limiti imposti a chi non ha il Green pass rendono la vaccinazione una scelta praticamente obbligata”.

Torresani, un passato lavorativo nell’ambito della riabilitazione ospedaliera, su questo ha le idee molto chiare: “Mia madre mi raccontava che avevo avuto reazioni allergiche ai vaccini fatti da piccola e, nel corso della mia carriera lavorativa, ho potuto scegliere di non vaccinarmi anche se venivo bollata come quella indisciplinata – racconta – oggi invece ci sono medici e infermieri che quando c’è stato bisogno sono stati mandati al massacro e oggi, con la massima ingratitudine, vengono lasciati a casa per aver fatto una scelta che dovrebbe essere tutelata. Se lo Stato dovesse rendere obbligatorio il vaccino assumendosene la piena responsabilità, allora potrò pensare di mettere in discussione le mie idee ma fino ad allora no.”.

“Io vado avanti per la mia strada – aggiunge – e, se non potrò partecipare online, mi sottoporrò ai tamponi per essere presente ai consigli comunali”.

Quanto alle probabili critiche che la sua dichiarazione potrà attirarle, Torresani spiega di avere le spalle grosse: “Mi sono vaccinata contro il giudizio e il pregiudizio – conclude sorridendo – non ho paura di quello che qualcuno potrà dirmi”.

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7 Commenti

  1. La posizione della consigliera mi sembra chiarissima: vaccinazioni sì a patto che siano obbligatorie e che la responsabilità ricada sullo Stato, sulla Ditta farmaceutica o su altro Ente/Istituto preposto. Il green pass, seppur utile, è evidentemente uno scacco. Mi chiedo, dunque, se uno Stato deve giocare a scacchi con i suoi cittadini o attuare strategie di governo animate dal coraggio e dalla lungimiranza. Dov’è il coraggio? Avanti con l’obbligatorietà e con l’attribuzione pubblica della responsabilità che, sui grandi numeri, provocherà inevitabilmente reazioni avverse (malgrado i protocolli) – con costi e enormi – ma che coprirà molto più del blasonato 80% . Forza dunque, cosa aspettano? Lo sappiamo già il perché: nell’attesa c’è tutto il nostro mondo di gomma (il quieto vivere), un mondo poco lucido, condizionabile dalla comunicazione (immagini belle e luminose = green pass favorevoli – immagini più scure = green pass meno favorevoli… ho usato il “meno” apposta), perlopiù mediocre (egoista, bottegaio, piccolo) e pavido (ignorante). La congliera ha dimostrato di non essere una mediocre, di essere Coraggiosa e di Credere. Vediamo dunque se i Governatori avranno lo stesso coraggio (tra l’altro auspicato più volte dai dirigenti tecnici).

  2. Rispetto l’opinione di Pierangela, anche se il suo atteggiamento mi ricorda quello di quel tizio che, per fare dispetto alla moglie, si è tagliato le p…. A parte il fatto che mi pare esagerato parlare di “dittatura” e di “falsa libertà” (eh, via, dove siamo?), rilevo che le statistiche parlano chiaro: la quasi totalità dei nuovi infetti e ricoverati sia in terapia intensiva che nei reparti ordinari sono non vaccinati e, a distanza di quasi un anno dalla prima vaccinazione, la libertà è, semmai, maggiore, rispetto ai duri lockdown del 2020. Questa non è una questione ideologica, ma di semplice buon senso e mi stupisco che una persona impegnata e intelligente come Pierangela, in questo caso pare esserne completamente sprovvista. Dovrebbe sapere che i vaccini non vengono somministrati “urbi et orbi” a tutti, ma c’è attenzione per i soggetti a rischio con rigorosi protocolli…
    Cara Pierangela, i rischi di dittatura sono ben altri e vengono dalla globalizzazione gestita dalle grandi lobbies, come ben sappiamo. Tra queste c’è anche Big Pharma, certo, ma, almeno, il vaccino ci protegge, su questo non ci sono dubbi, rifiutarlo mi pare un’ingenuità.

  3. Personalmente non trovo nelle parole di Torresani né luoghi comuni né disinformazione! Vi trovo invece l’espressione di una persona della quale, pur facendo una scelta diversa dalla mia, apprezzo la chiarezza, l’onestà nell’esporsi e condivido l’opinione sulla responsabilità che il governo avrebbe dovuto prendersi fino in fondo nell’accompagnarci e tutelarci rispetto a tutti gli eventuali rischi e incognite che portano con sé i cosiddetti “vaccini” , che in questo caso dovrebbero essere correttamente chiamati “farmaci sperimentali” ( a detta di fior di onesti esperti).

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