È stato un viaggio tra storie personali, memoria storica e legame con il territorio quello del 27 marzo al comune di Lipomo. Le protagoniste dell’evento organizzato dall’associazione culturale Lepomis sono state le comasche Elena Tambini, Valeria Lanza, Miriam Libertino e Claudia Ryan, quattro autrici con storie molto diverse tra loro, ma unite dalla passione per la scrittura.
La serata si è aperta con la giornalista Mediaset Elena Tambini, autrice di Amore e fuorigioco, un libro che mette in parallelo le regole del calcio con quelle dell’amore. “Ho trovato l’ispirazione per scrivere grazie alla mia esperienza come arbitro sui campi di provincia – ha raccontato Tambini sul suo primo libro, pubblicato ormai dieci anni fa – Spesso ho dovuto lottare contro pregiudizi e diffidenze. “Amore e fuorigioco è un libro sulle esperienze di vita e di campo, raccontate con ironia e passione, un racconto leggero con lo scopo di riuscire ad avvicinare anche chi mal sopporta il calcio a un mondo fatto di regole, ruoli e strategie, che spesso si ritrovano anche nei rapporti sentimentali”. A distanza di anni, la notissima giornalista Mediaset è tornata nel suo paese per raccontare nuovamente quelle pagine e forse trovare nuove idee per l’ennesima avventura editoriale.
“L’ispirazione per scrivere il libro mi è venuta ormai dieci anni fa, quando da ragazza facevo l’arbitro. Ho passato nove anni ad essere spesso l’unica donna in un contesto prevalentemente maschile, mi sono divertita molto a raccontare questa esperienza cercando di spiegare come meglio potevo uno sport che non attrae molto il genere femminile, anche perché, spesso e volentieri, noi donne siamo quasi in competizione con il calcio per attirare l’attenzione dei nostri uomini. Per queste ragioni mi è sembrata un’ottima idea trovare dei parallelismi tra il calcio e le relazioni amorose in modo tale da rendere più comprensibile per tutti quanti questo bellissimo sport- spiega Tambini – È stato il mio esordio da scrittrice, e rileggerlo dopo anni è stato molto emozionante e mi ha fatto venire la voglia e l’ispirazione di pensare a un seguito”.
La chiacchierata si è spostata inevitabilmente sulla squadra del Como e sul legame profondo tra la città e il calcio, soprattutto in un momento così positivo per il campionato. “È una stagione straordinaria quella che sta vivendo il Como, a livello calcistico sono momenti meravigliosi. Sto seguendo la squadra con molto orgoglio e passione, un po’ per lavoro e un po’ per amore del calcio. Vedere le partite come spettatrice e una cosa del tutto diversa, soprattutto se si parla di sfide importanti, quando c’è l’incertezza di chi sarà il vincitore. La passione rimane forte anche quando magari, alla fine, il risultato non soddisfa appieno le nostre aspettative, però alla luce di una bella partita e dopo aver visto una squadra mettercela tutta la delusione per la perdita passa in secondo piano”.
“Il Como ha sicuramente molto potenziale per fare ancora di meglio – ha aggiunto – Devo dire che anche la società sta facendo un ottimo lavoro a valorizzare il territorio, oltre ad aver messo in piedi una squadra che sta facendo molto bene in serie A, le aspettative sono alte e i ragazzi hanno ancora molto da dare. A livello internazionale Como è già molto conosciuta per le sue bellezze naturali e la sua storia, e ora grazie allo sport l’immagine della città viene ulteriormente rafforzata, sicuramente la sinergia di questi elementi è un punto di forza molto importante su cui bisogna continuare a investire”.
Invece sul tema caldo delle polemiche legate allo stadio preferisce mantenere il distacco: “Non sto seguendo molto la vicenda, quello che mi appassiona è il calcio giocato. Il mio auspicio è che si trovi una soluzione concreta e positiva per tutti, la città, la società e i tifosi”.
Sul campo da gioco non c‘è solo passione e ironia, molto spesso infatti Tambini ha dovuto affrontare diverse sfide come donna. “Nel libro questo elemento si può un po’ cogliere ma non ci ho incentrato sopra la mia storia, però sicuramente durante la mia esperienza la difficoltà più grande è stata quella di superare i pregiudizi di genere. Ad oggi sono stati fatti molti passi avanti, rispetto a dieci anni fa la situazione è decisamente migliorata: abbiamo una donna come presidente del Consiglio, e anche nel calcio iniziamo a vedere donne ai massimi livelli. La presenza di Maria Sole Ferrieri Caputi in Serie A e B ne è la prova. Un arbitro molto valido con cui ho lavorato per un anno durante la mia prima categoria nazionale. Sono molto contenta dell’esempio che sta dando a tutte le ragazze, perché è proprio l’esempio che permette di abbattere i pregiudizi. Ormai le donne riescono ad arrivare a qualsiasi livello in tutti gli ambienti, ci sono stati dei grandi passi avanti soprattutto a livello culturale”.
Tuttavia, durante i suoi anni di arbitraggio non sono mancati episodi di discriminazione: “Mi rendevo conto che quando arrivavo sul campo le persone non mi davano molta credibilità. Una volta è capitato che, durante un campionato provinciale, il custode del campo da gioco mi vide arrivare con il borsone e mi disse che avevo sbagliato ingresso, quando invece ero lì per arbitrare. Altre volte invece capitava che qualche giocatore mi invitasse a cena. Le situazioni più spiacevoli erano sicuramente gli insulti dagli spalti, non mancavano fischi e commenti sessisti come il classico: torna in cucina“.
Secondo Tambini, queste esperienze l’hanno aiutata a crescere dal punto di vista umano e professionale: “Durante i miei anni da arbitro ne ho sentite di tutti i colori e questo ha sicuramente forgiato il mio carattere. Se sopravvivi a certi campi, sei pronto per qualsiasi sfida lavorativa”.
Oggi vive e lavora a Milano come giornalista presso la redazione di Mediaset, però porta sempre nel cuore il suo territorio d’origine: “I primi passi nel mondo del giornalismo li ho fatti a Como, grazie a giornali e tv locali, per questa ragione la città rimarrà sempre un posto speciale per me. E sono convinta che nella vita, prima o poi, si torna sempre a casa”.