“Il punto della festa è celebrare il fatto di portare questo cognome, l’essere parte di una grande famiglia un po’ come alcuni tifano Milan, Juventus o Barcellona”.
Così Giambattista Bordoli, di Menaggio, cerca di mettere in parole lo spirito che anima la “Festa dei Bordoli”, celebrazione che avviene in media ogni 5 anni e che riunisce le persone, laghee Doc o per discendenza, che hanno questo cognome, diffusissimo tanto sul Lario quanto in altri angoli del mondo.
L’idea è nata nel 2008, dalla collaborazione di Giambattista, Sergio “Cimino” Bordoli (il celebre personaggio delle canzoni di Davide Van de Sfroos) e Piercesare Bordoli, storico presidente di Famiglia Comasca.
Quest’anno si replica, con la terza edizione pronta a partire il 1 di settembre, a Sala Comacina.
“Cimino ha lanciato l’idea, Piercesare ci ha messo la faccia e io ho curato l’organizzazione degli scorsi anni – spiega Giambattista – durante l’edizione del 2014, la seconda, abbiamo avuto un centinaio di persone. Ma quest’anno il numero è destinato a crescere”.
Il cognome, spiega Giambattista, è infatti diffusissimo, ben oltre i confini del lago. I Bordoli sono tanti e le migrazioni dei secoli passati li hanno dispersi un po’ in tutto il mondo.
“Ovviamente il lago è il nocciolo duro. In Svizzera, ci sono tanti figli di emigranti, vicino a Chiasso, Lugano. A Vogorno, ad esempio, in Val Verzasca, si contano 300 abitanti di cui 150 o 200 sono Bordoli, sindaco incluso” ci dice l’organizzatore della festa.
Ma i migranti lariani si sono spinti anche nel Nuovo Mondo. Quest’anno si attendono partecipanti in visita addirittura dalla California.
“Sono otto persone discendenti di una Bordoli Agrippina partita per l’America nel 1880 – spiega Giambattista – ma non sono i soli. Quest’anno è capitato che una mamma con i propri figli venisse dall’Uruguay per visitare il lago. Nel 2014, abbiamo ricevuto la visita di Mario Enrique Bordoli, il capo dei vigili del fuoco che ha salvato i minatori rimasti bloccati sottoterra nel deserto dell’Atacama nel 2010. Siamo riusciti anche a trovare i suoi antenati nei libri dell’anagrafe”.
Se l’albero geneaologico dei Bordoli nel mondo è oltremodo ramificato, anche l’origine del nome è contesa:”Secondo Piercesare si trattava di una contrazione di “burg de l’olii”, decisamente una versione più poetica di quella data dal professor Mario Longatti del Liceo Volta che sosteneva si trattasse di una trasformazione del nome Bartolo o Bortolo”.
L’edizione 2019, oltre che una celebrazione di questa grande famiglia allargata, sarà anche un’occasione per ricordare Piercesare Bordoli, morto nel novembre del 2014.
La celebrazione si terrà al lido di Sala Comacina. “Il proprietario è un Bordoli, per non farci mancare niente” scherza Giambattista.
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