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Daniela Maroni: “Benzina cara? Noi gestori pieni di tasse, guadagni minimi. Il problema è a monte”

Uno dei temi al centro delle preoccupazioni di tutti gli italiani in queste settimane è quello del rincaro della benzina, con i distributori nel Comasco arrivati anche oltre 2,30 euro al litro. Per avere dei chiarimenti sulla situazione abbiamo intervistato Daniela Maroni, vicepresidente Figisc (Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti).

La situazione ormai è pesante. Quali sono le cause? E fino a quando potrà protrarsi?

Non ho la sfera magica, sul fino a quanto e quando questi prezzi andranno avanti non posso dare risposta. In questo momento noi gestori abbiamo ingenti tasse da affrontare, infatti con l’aumento del prezzo del carburante è salita di conseguenza l’Iva, senza dimenticarci che le accise sono rimaste invariate. La situazione è tragica. Il governo non parla minimamente di intervenire per sterilizzare l’Iva o ripristinare l’accisa mobile, prevista nella legge finanziaria del 2008 in casi come questo. Non ci inventeremmo nulla di nuovo. In più ci sono le speculazioni, infatti non credo che tutte le compagnie petrolifere avessero i depositi vuoti. Noi gestori siamo veramente malmessi e preoccupati. Guadagniamo 30 euro ogni 1.000 litri. Con l’aumento del prezzo ogni scarico comporta un esborso economico di 15/20 mila euro in più rispetto a prima. Con la diminuzione delle vendite, a causa della pandemia, noi eravamo già in crisi. Inoltre a causa degli aumenti delle bollette della luce, a livello nazionale, si sta pensando se possa essere necessario chiudere i self service notturni. Niente di ufficiale. Il cittadino a volte ci dà la colpa per il rincaro benzina, ma noi possiamo fare ben poco, il problema è a monte. Il governo deve ascoltare la nostra voce.

 

Questione Svizzera. Quanto effettivamente vi danneggia?

In questi giorni il franco ha il cambio pressoché pari all’euro. Il prezzo dei distributori svizzeri è di circa 10 centesimi in meno. Non c’è grandissima convenienza. Dipende dalle giornate.

La carta sconto carburante è ancora bloccata. A che punto siamo?

Si sta migliorando l’app, in attesa di fine marzo quando finiranno tutte le rilevazioni sui prezzi oltreconfine, sperando che siano puntuali e precise. Mi auguro che lo sconto possa essere abbastanza importante. Questo potrebbe essere un aiuto sia per i gestori che per i cittadini. In questa situazione sarebbe bello collaborare con i consumatori nel lanciare questo grido di allarme, attraverso, ad esempio, una raccolta firme, come in passato. Andando avanti così, invece, il rischio è seriamente quello di far fallire le gestioni.

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8 Commenti

  1. Ci fu un tempo in qui la benzina costava uguale ovunque su tutto il territorio ma una politica che guardava avanti………decise che liberalizzare il mercato avrebbe indotto le compagnie a farsi concorrenza al ribasso, che non avrebbero mai fatto cartello, ingenuita’o malafede?spesso si dimentica che i sindacati portavano in piazza per aumenti di 20-30 lire !!!! Chiaro che questo disegno ha nome e cognome ma a nessuno interessa, e nessuno interviene quando le stesse compagnie applicano un prezzo in autostrada e un altro ad esempio sulla Milano-Meda, questo e’ il risultato delle avveniristiche politiche intelligenti, certo indietro non si torna, purtroppo dico io.

  2. La tessera sconto garantisce un favore proprio a compagnie petrolifere e gestori.

    Possono alzare il prezzo di 50 cent/litro che tanto non paga l’automobilista, ma vengono rimborsati dalla Regione: comodo così!

    E mente pure quando parla di Marini minimi perché “è salita l’IVA e le accise sono rimaste uguali”.

    Immaginiamo un prezzo finale di 1,22€/litro: 0,22 vanno di iva, 0,60 di accise, rimangono 0,40€.
    Raddoppia il prezzo e diventa 2,44€/litro: 0,44 vanno di IVA, sempre 0,60 di accise, rimangono 1,44€, oltre il triplo di prima.

    Dare la colpa a accise e IVA quando il problema sono le differenze di prezzi spostandosi di pochi chilometri, è ridicolo.

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