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Denuncia di razzismo su un bus, Asf: “Indagine interna. Noi contro ogni discriminazione”

La vicenda ha suscitato un clamore enorme: una giovane ragazza, al momento di salire su un autobus di linea a Como, all’altezza del Teatro Sociale, dapprima ha inspiegabilmente visto avanzare il mezzo oltre la canonica fermata. Poi – come segnalato dalla stessa 15enne – l’autista, dopo aver aperto le porte ma visibilmente infastidito, avrebbe chiesto alla ragazza, dalla pelle scura, se fosse italiana pretendendo di vedere la sua carta d’identità.

A denunciare poi pubblicamente il fatto, la madre della giovane, Paola Minussi.

L’autista del bus alla giovane: “Sei italiana? Voglio i documenti”. La madre: “Razzismo vergognoso”

Ora arriva la replica dell’azienda di trasporto, Asf, tramite una nota ufficiale che pubblichiamo di seguito integralmente.

In riferimento ai fatti successi nel pomeriggio di domenica 5 gennaio, ASF Autolinee conferma di avere già aperto una indagine interna per cercare di ricostruire l’accaduto.

Qualora i fatti venissero confermati verranno intraprese tutte le azioni previste dalla normativa vigente. ASF Autolinee in nessun modo si riconosce in atti e comportamenti discriminatori, da sempre è impegnata a tutelare i propri clienti e a garantire la possibilità di viaggio a tutti, senza alcuna forma di discriminazione.

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8 Commenti

  1. È importante che la società svolga un’indagine approfondita, per fare in modo da impedire il ripetersi (qualora si fosse realmente verificato quello di cui tratta l’articolo) episodi come questo!

      1. Quando si accusa qualcuno di comportamenti indegni come questi è fondamentale accertare la fondatezza delle accuse. È un principio di base di civiltà giuridica.
        Sto parlando di Cesare Beccaria.

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