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“Piazza Mazzini ostaggio di tavolini, sedie, ombrelloni. Como è anche dei residenti o solo dei locali?”

La premessa non è solo formale ma di assoluta sostanza per inquadrare la vicenda: “Io non sono contro alla vita e ai locali di piazza Mazzini. Anzi, tornare a casa alle 23 e non essere in una zona vuota e deserta fa piacere ed è un vantaggio anche dal punto di vista della sicurezza. Però così è davvero troppo: mi chiedo, la piazza è anche dei residenti o soltanto dei commercianti?”.

A parlare, sulla base di questi presupposti, è un residente di quella stessa zona. Che ora denuncia una sorta di “occupazione permanente” di ogni angolo di piazza Mazzina a danno della vivibilità e della stessa convivenza con chi lì ci abita.

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“Questa è sempre stata piazzetta per residenti, tranquilla – afferma la persona residente, che ha chiesto e ottenuto la riservatezza sull’identità – ma quando una qualsiasi zona della città viene occupata al 90% da tavolini, sedie, ombrelloni, bidoni della spazzatura, allora inevitabilmente sorge un problema. E in piazza Mazzini, siamo ormai in quelle condizioni: praticamente non c’è più un centimetro libero”.

Non è nemmeno soltanto la questione legata all’afflusso di persone che si recano nei vari locali per un aperitivo o una cena. Il tema parte proprio dall’allargamento delle strutture fisse e mobili a servizio delle attività.

“Anche solo quelle ormai hanno praticamente invaso e occupato ogni spazio vivibile – continua il racconto – Sfido chiunque a passare da piazza Mazzini e fermarsi per fare due chiacchiere senza avere sostanzialmente l’obbligo di sedersi a un tavolino. Per chi abita qui ormai è difficile anche soltanto entrare e uscire dalle proprie abitazioni o con l’automobile dai portoni. Qualche tempo fa, attorno alle 3 di notte, dunque senza la presenza dei clienti dei locali, un’ambulanza ha impiegato mezz’ora per poter soccorrere una persona che si era sentita male in casa: prima c’erano da spostare una montagna di cose che impedivano l’accesso”.

Se il nodo fondamentale è quello dell’allargamento a macchia d’olio dei tavolini, nelle serate di grande affluenza c’è anche qualche problema di tranquillità della zona: “Capita che qualche gruppetto di ubriachi si fermi fino a notte fonda, mangi e beva per poi lasciare rifiuti di ogni tipo in giro, con l’inevitabile arrivo dei topi, visti con i miei occhi. Anche perché molti locali aprono a mezzogiorno e durante il mattino nessuno viene a pulire e sistemare. Risultato, spazzatura e rifiuti restano in bella vista per ore e ore”.

“Voglio precisare ancora una volta che, siccome il tema è stato affrontato non solamente da me ma anche da altri residenti, nessuno ce l’ha in assoluto con la presenza delle attività e che, anzi, tutti abbiamo capito l’esigenza di aiutarli dopo il periodo difficilissimo del Covid – prosegue la denuncia – ma adesso l’emergenza è finita, proprio da oggi cadono molti obblighi su mascherine e Green Pass, però i tavolini che si sono allargati ovunque, restano dove sono. Non mi pare giusto né sostenibile oltre”.

In effetti poche settimane fa la giunta di Palazzo Cernezzi ha prorogato le misure in materia fino al 30 giugno.

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“Abbiamo anche provato a rivolgerci alla Polizia locale per verificare la regolarità di certi allargamenti ma ci è stato risposto di rivolgerci all’Ufficio tecnico. Lì, però, ci è stato riferito che bisogna avere certi requisiti per fare l’accesso agli atti e alla fine non abbiamo concluso nulla – continua il racconto – Nessuno vuole arrivare allo scontro frontale, così come io personalmente ho sempre trovato eccessiva la situazione di piazza De Gasperi, dove i clienti dei ristoranti vengono fatti alzare alle 11 anche in periodo turistico. La buona fede è testimoniata dal fatto che già qualche tempo fa facemmo fare ad Arpa una rilevazione sui rumori in piazza, che risultarono chiaramente fuori dai limiti. Ma non demmo seguito, proprio sperando in una risoluzione pacifica della questione. Qualcosa era inizialmente migliorato, ma ora tutto è di nuovo oltre i livelli di guardia, così non è possibile andarea avanti”.

La conclusione: “La vita in piazza Mazzini va bene. La tolleranza è stata garantita, si è cercato in ogni modo di affrontare il tema in maniera ragionevole. Ora però che questa zona, che dovrebbe pur sempre essere un angolo vivibile della Ztl in città murata, diventi una discarica di tavolini, sedie, ombrelloni, bidoni e spazzatura, non è accettabile. Sa cosa ci è stato risposto in alcuni casi? Che la piazza è loro, dei locali, e che se vogliamo la quiete allora dobbiamo cambiare casa. Su queste basi, le carte bollate diventeranno inevitabili. Nessuno lo vuole, ma la pazienza e la sopportazione hanno un limite. Che è già vicinissimo”.

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10 Commenti

  1. Prima di tutto, non parliamo di “ristoratori”; non offendiamo chi questo mestiere: di cuoco o chef, lo fa veramente.
    Si tratta, in verità di baristi specializzati nell’uso del forno microonde. Parlate di Piazza Mazzini: e allora, Piazza Volta? La città è ormai una pizzeria all’aperto e, con un controllo inesistente (i vigili a piedi esistono ancora o sono tutti chiusi negli uffici ?)i risultati sono sotto gli occhi di tutti; la legge vieta di gettare i mozziconi delle sigarette per terrà, ma allora perchè il porfido della piazza è un tappeto di cicche?
    Ma voi pensate che i candidati sindaco , oggi, in vista delle elezioni, possano prendere una posizione contro questi commercianti ?

  2. Piazza Mazzini ora come ora fa schifo.

    Si è lasciato ai bar e ristoranti il permesso di fare qualsiasi cosa senza regole: arredamenti tutti diversi, tendoni, funghi per riscaldare, dehors fissi e osceni.

    Non è una piazza, non si può godere degli spiazzi, non si vede la statua, si taglia dritti via Diaz-via Carcano e finita lì.

    Ci vuole coraggio e regole chiare.

  3. I controlli sull’occupazione del suolo pubblico sono da oggi doverosi. Laddove sia possibile senza essere d’intralcio ai residenti e ai mezzi di soccorso, adeguando le tariffe naturalmente, si potranno lasciare tavoli e ombrelloni. In tantissime città turistiche italiane, la mattina gli esercizi commerciali, anche se chiusi, puliscono e riassettano l’area di loro pertinenza. A Como no? Comodi!
    Resta il problema delle persone che rimangono sul posto a schiamazzare e spesso insozzare, ben oltre l’orario di chiusura dei locali. Per quello ci vorrebbe una coordinazione con le forze di pubblica sicurezza.

  4. Sembra quasi ci sia stato (in passato) un disegno per cancellare Mazzini e ciò che rappresenta. Figurarsi se i tavolini fossero messi davanti ad altre statue……

  5. Piazza Mazzini ha veramente raggiunto limiti incredibili. Piazza San Fedele è ancora vivibile. Piazza Volta ha una parte libera.
    Per Piazza Mazzini andrebbe pensato un ridimensionamento dell’allargamento dei locali in piazza. Sig. Luigi si vuole la botte piena, la moglie ubriaca e l’amante sterile.

  6. Perché “non si torna indietro* ? Due anni fa hanno dato TEMPORANEAMENTE gli spazi ai tavolini come ennesimo ristoro a certe categorie. Il significato della parola TEMPORANEAMENTE dovrebbe essere conosciuto e valido per tutti. Che tornino all’Interno dei propri locali.

  7. Un tempo gli spazi nelle piazze erano occupati da bancarelle o riti religiosi che ai residenti non davano fastidio o peggio ancora da posteggi e passaggi di auto, moto…. Perché fino a 15 anni fa piazza Volta era un posteggio e via Garibaldi una strada. Lo stesso in centro. Ora si vuole la botte piena e la moglie ubriaca. Non si torna indietro e quindi a chi non sta bene la situazione non resta che spostarsi altrove.

  8. I ristoratori e baristi danno come “diritto acquisito” il fatto di potersi appropriare degli spazi pubblici con la solita scusa della pandemia. Oggi vi han tolto green pass e mascherine , ora voi togliete i tavolini e rientrate nelle vostre proprietà. Basta con i favori a queste categorie !

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