Entrando nel tecnicismo, a essere formalissimi, non è “lavoro agile” e si attua a determinate condizioni (sotto il documento integrale di Usr Lombardia).
Di fatto però, dopo le enormi polemiche dei giorni scorsi ampiamente documentate su queste pagine, ecco la svolta: i docenti delle superiori potranno lavorare da casa per la didattica a distanza.
Effettivamente pareva incomprensibile quanto accaduto dall’Ordinanza Fontana – quella che sanciva appunto la Dad per le superiori – in poi: studenti a casa e prof a scuola con addirittura, in molti casi, il cambio di aula.
Didattica a distanza, sorpresa: studenti a casa, prof a scuola. Il docente furioso: “Idiozia”
Un ampio documento pubblicato oggi dall’Ufficio Regionale Scolastico lombardo spiega che:
“L’organizzazione delle attività in didattica digitale integrata richiede invece una determinazione organizzativa del lavoro disposta dal Dirigente Scolastico, il quale, tenendo conto di specifiche situazioni individuali (come le accertate situazione di fragilità del personale docente), di specifiche situazioni infrastrutturali (come ad esempio una rete insufficiente a gestire un numero elevato di connessioni, fermo restando che DDI non significa esclusivamente attività sincrona, potrà disporre il lavoro da remoto dei docenti non impegnati nella didattica in presenza o che per altre motivazioni non possono lavorare da scuola.
Le medesime considerazioni possono essere ritenute valide per il personale amministrativo: poiché non è prevista la sospensione delle attività didattiche, bensì il ricorso ad altre forme di erogazione del servizio di istruzione, il lavoro agile del personale amministrativo potrà essere disposto dal Dirigente Scolastico in base a specifiche motivazioni di organizzazione del lavoro, sulla scorta del Decreto del Ministro per la Funzione Pubblica del 19 ottobre 2020.
ECCO IL DETTAGLIO (FRECCE DI NAVIGAZIONE E ZOOM NELLA BARRA SOTTO):
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