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Divieti per questua e artisti. Bernasconi (Caritas) evoca l’esperimento sociale. Negretti: “Falso”

«È in corso una specie di esperimento. Stanno provando qui, per poi estendere il modello su scala nazionale. L’idea è costruire due città distinte. Quella del centro blindato, la città di George Clooney, del lago, dei turisti e della boutique. E poi l’altra Como, quella fuori dalle mura».

Parole davvero forti quelle del direttore della Caritas di Como, Roberto Bernasconi, apparse ieri sul quotidiano “La Stampa” in un articolo a firma Niccolà Zancan. Il contesto era un reportage sulla ribattezzata “capitale dei divieti”, dove ad essere prese in considerazione erano le varie ordinanze emesse dal Comune nell’arco di un anno – da quella contro i mendicanti del Natale 2018 fino a quella contro gli artisti di strada in centro dello scorso dicembre.
Ma a spiccare, nell’ampio resoconto del giornale torinese – che dà conto del crollo degli arrivi di migranti in città e correda il servizio con un’intervista a un venditore di libri senegalese – sono certamente le parole dure se non durissime di Bernasconi.

Oltre al disegno attribuito alle forze di governo di creare le due Como – una ricca e sfavillante, l’altra, oltre le mura, per poveri e fragili – il direttore della Caritas ha esprosso altri concetti a tinte forti. Il seguente ad esempio: “Queste ordinanze servano solo ad alimentare paure inesistenti, a creare nemici che non ci sono. Quello che manca è il dialogo. Affrontare i problemi in maniera razionale. Preferiscono fare così: la paura deve prevalere».

Tesi, invero, seccamente smentite nello stesso articolo dall’assessore alla Sicurezza, Elena Negretti, che con un “è assolutamente falso” ha poi spiegato che, in concomitanza con l’enorme afflusso di persone durante la Città dei Balocchi, “tutto quello che abbiamo fatto è stato cercare di garantire un afflusso più ordinato della gente”.
Ragioni e visioni opposte, comunque.

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3 Commenti

  1. Il fenomeno dei mendicanti a Como é antico e a dire il vero gli extra comunitari ( i neri per intenderci ) che, quasi sempre, si propongono con garbo e senza particolare insistenza, non rappresentano l’aspetto più pressante del problema. Del resto, meglio ( seppur umiliante ) elemosinare che spacciare…la nostra società é ricca e sta alla nostra sensibilitá e per chi è credente in all’applicazione del proprio credo religioso, farsi carico dei più poveri. Il fenomeno dell’immigrazione va certamente gestito dalla “politica” italiana e europea ma, nel frattempo, sta alla nostra sensibilità e generosità farsene carico.
    C’è in giro un’area di razzismo strisciante, di cattiveria diffusa che contrasta con l’immagine di “italiani brava gente” tradizionalmente dipinta.
    Ti entrano in casa ad ogni ora del giorno e della notte ( e non sono neri ) e si vanno a sanzionare poveri cristi che questuano in Vial Varese…concordo in toto con le osservazioni del Direttore della Caritas, Roberto Bernasconi, solo eviterei ( esempi alternativi se ne possono trovare a iosa ) di identificare con George Clooney quel mondo superficiale tutto lustrini e spensieratezza. Se c’é qualcuno che del problema dei diritti degli ultimi si éfatto carico ( in quell’ambiente ) é proprio lui.

  2. Perfettamente d’accordo con Daniele Roncoroni. Non solo nei periodi delle feste ma ogni giorno è impossibile camminare per il centro senza essere assaliti da questuanti profession isti, venditori di libri, posteggiatori abusivi e chi più ne ha, più ne metta.
    Aggiungiamo le interviste “ad capocchiam” e Como è servita!

  3. ma questa gente dove vive,durante la citta’ dei balocchi c’e’stata un esplosione di racket di mendicanti,venditori abusivi fuori controllo ,nessun intervento e poi prima di rilasciare interviste ad altri giornali che nulla sanno della nostra citta’,una sana riflessione va fatta.Finiamola con queste stucchevoli polemiche.

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