L’emergenza coronavirus e la chiusura delle scuole hanno portato a galla non solo le numerose difficoltà di una scuola fatta da sempre di cattedre e banchi che si è trovata all’improvviso catapultata su Zoom, ma anche la capacità (meravigliosa e per nulla scontata) dei singoli di fare la differenza.
E’ questo il caso della dirigente dell’Istituto Comprensivo di Fenegrò, Roberta Bellino alle prese, come tutti i suoi colleghi, con un problema enorme: “Il nostro Istituto Comprensivo conta 892 alunni tra materna, medie ed elementari e copre, oltre a Fenegrò, anche Limido, Cirimido e Lurago Marinone – racconta – e quando è entrato in vigore il decreto che invitava le scuole ad attivare la didattica a distanza, ci siamo resi subito conto che molte famiglie non erano mai neanche riuscite ad accedere al registro elettronico e molti non avevano a disposizione un pc o una connessione sufficiente.”.
Per aiutare le famiglie più in difficoltà, la dirigente, come avviene in molte altre scuole, ha deciso di mettere a disposizione degli alunni dei pc portatili ma ha avuto anche un’idea (oggettivamente geniale) in più che messo in moto una meravigliosa e inaspettata macchina di solidarietà: “Grazie alle responsabili di plesso abbiamo raccolto 60 pc portatili nelle varie sedi a cui se ne sono aggiunti altri 40 donati, insieme a 40 router, dalla Associazione NTMY (Nice to Meet You), con cui avevamo già rapporti per un progetto scolastico, grazie all’interessamento della sua presidente Barbara Roversi – racconta – poi un genitore, Lorenzo Genna, insieme al maestro Luigi De Rose si è offerto di formattare tutte le macchine”.
Ma, per la preside, mancava ancora qualcosa: “Senza una buona connessione internet, quei computer sarebbero serviti a ben poco – spiega la dirigente – così ho scritto alle principali compagnie telefoniche chiedendo in dono alcune sim con traffico dati. Un’idea un po’ folle, che non immaginavo desse alcun risultato. E invece mi ha riposto subito la Fondazione Vodafone che si è offerta di regalarci 40 sim. Le stavano già donando a ospedali e associazioni ma eravamo la prima scuola a far una richiesta del genere. Mi veniva da piangere dalla gioia”.
E siccome la bellezza e la generosità sono spesso contagiose, ecco un altro aiuto inaspettato: “Ho chiamato i Carabinieri di Lomazzo per chiedere come avere il permesso per far venire le famiglie a scuola a prendere i pc – spiega -ma il comandante Alessandro Carchia ha fatto di più, mi ha messo in contatto con Luca Cozzi, responsabile della protezione civile di Mozzate che, con i suoi volontari, si è offerto di consegnare a domicilio il materiale. E abbiamo realizzato anche un tutorial inviato via WhatsApp per spiegare come installare e usare i programmi”.
“Siamo riusciti a mettere online 120 ragazzi che prima avevano perso il contatto con la scuola e i compagni – conclude Bellino giustamente orgogliosa – ma la cosa più bella è stata aver visto tante energie positive mettesi in movimento tutte insieme. Ringrazio tutti, è stato davvero commovente”.