E’ morto oggi l’architetto Emilio Terragni, classe 1929, nipote dell’architetto e padre del Razionalismo Giuseppe, e conosciutissimo ben oltre i confini della città sia nell’ambito professionale sia perché fu anche candidato sindaco di Como per l’Ulivo nel 1998, poi sconfitto da Alberto Botta di Forza Italia.
Nato a Como, Terragni si diplomò alla Scuola Internazionale del CIAM a Venezia nel 1953 per poi laurearsi alla Facoltà di Architettura di Milano nel 1955, vincendo la Medaglia d’argento alla XI Triennale del 1957.
Fu membro del Comitato organizzatore della mostra “Architettura e Città” a Como nel 1966 e assistente di Vittoriano Viganò per la cattedra di Architettura degli interni, arredamento e decorazione alla Facoltà di Architettura di Milano (1964-1972) e di Marcello Grisotti per la cattedra di Architettura tecnica alla Facoltà di Ingegneria di Milano (1983-1986).
Molto attivo anche sul fronte pubblico, fece parte della commissione per la revisione del Piano regolatore di Como nel 1960 e della Commissione Edilizia del Comune di Como dal 1966 al 1968 e dal 1981 al 1985.
Dal 1992 al 1997 è stato presidente dell’Ordine degli Architetti di Como. In città si occupò, tra le altre cose, del restauro dell’Asilo Sant’Elia.
Tra le sue ultime apparizioni pubbliche in città, va certamente ricordato quello organizzato il 20 gennaio 2017 dall’Ordine degli Architetti di Como in cui Terragni ripercorse la sua lunga storia professionale ed a cui si riferisce la foto (l’architetto, a sinistra, con Lorenza Ceruti, consigliere dell’Ordine e collaboratrice dell’architetto per diversi anni).
Il funerale si terrà martedi 22 maggio alle 14 nella basilica di San Fedele a Como.