l’Isolino Virginia tornerà a vivere. Questo luogo dal fascino antico, patrimonio dell’Unesco sul lago di Varese da tempo era inaccessibile per l’acqua alta e un pontile da rifare, ora rimesso a nuovo.
E così da Ferragosto, il sito che custodisce un patrimonio archeologico, rivivrà. L’annuncio sulle pagine social e sul sito di Giulietta al Lago, ovvero il marchio che da qualche mese contraddistingue il nuovo lido della Schiranna, subentrati alla gestione precedente non solo per il bar-piscina ma anche – come previsto dal bando comunale – per la gestione del locale sull’Isolino.
“Siamo felici di annunciare la riapertura dell’Isolino Virginia – si legge – dal 15 agosto 2025 sarà infatti aperta al pubblico ogni venerdì, sabato e domenica». Il sito si potrà raggiungere dall’imbarcadero di Biandronno. Il trasporto sull’isola avrà il costo di 10 euro. “Ma avrete diritto ad una consumazione presso il nostro bar una volta arrivati sull’isolino (bibita oppure caffè)”, dicono da Giulietta al Lago.
“Vi accoglieremo nell’area bar sempre dalle 10.30 alle 18.00 e nel Ristorante, aperto a pranzo ed a cena solo su prenotazione”. Il museo invece non è ancora stato riaperto, come si legge nella comunicazione.
L’Isolino Virginia è un suggestivo triangolo di terra situato a pochi metri dalla riva occidentale del Lago di Varese, ed è separato dalla terraferma solo da uno stretto canale detto Ticinello. La piccola superficie del luogo è quasi interamente coperta da una lussureggiante vegetazione, che ospita numerosi animali selvatici tra cui la folaga, il germano, lo svasso, il tarabusino e la gallinella d’acqua.
La flora è composta da salici, querce, ontani neri, fiori di loto, pungitopo e alcuni esemplari rari come il cipresso calvo delle paludi. Essendo uno dei siti più famosi della preistoria europea, l’area è sottoposta a vincolo.
Conosciuta nel XVI secolo come Isola di San Biagio per la presenza di una piccola chiesa dedicata al santo, nel 1822 fu acquistata dal duca Pompeo Litta, che la battezzò Camilla in omaggio alla moglie. Fu il duca ad arricchirne la vegetazione con pini, frassini, abeti e pioppi.
Nel 1865 la proprietà passò ad Andrea Ponti, che finanziò le ricerche archeologiche sull’Isolino e sulle sponde di tutto il lago di Varese. Quando il 26 settembre 1878 i partecipanti alla VII Riunione Straordinaria della Società Italiana di Scienze Naturali si recarono in visita all’isola, per ringraziare Andrea Ponti dell’ospitalità ne cambiarono il nome in Virginia, dal nome della moglie Virginia Pigna.
Le indagini archeologiche cominciate negli anni ’60 dell’Ottocento e tuttora in corso hanno rivelato la presenza di un insediamento preistorico di straordinaria importanza. Pazienti ricerche stanno portando alla luce uno dei più importanti siti palafitticoli del Neolitico, la cui vita è iniziata nel 5300 a.C.: il più antico insediamento palafitticolo dell’Arco Alpino. Sono stati recuperati frammenti di vasi in terracotta, lame, strumenti e cuspidi di freccia selce, quarzo e ossidiana, asce in pietra verde. Dal 1962 la donazione del marchese Ponti ha sancito il passaggio della proprietà al Comune di Varese.
Dal giugno 2011 è riconosciuto come Patrimonio mondiale dell’UNESCO, essendo parte dei “Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino”.